Saint-Vincent, “Basta con un Casinò avulso dal contesto territoriale”
"Torniamolo a chiamare Casinò di Saint-Vincent: è un brand molto più efficace nell'immaginario collettivo dell'attuale Casinò de la Vallée". Il sindaco di Saint-Vincent Mario Borgio parte anche dal nome della casa da gioco per chiederne una maggiore integrazione con il territorio circostante.
"L'esperienza del Casinò avulso dal contesto l'abbiamo già sperimentata, cerchiamo di non commettere gli stessi errori", conclude il documento che il primo cittadino ha presentato ieri sera in Consiglio comunale. Lo scopo è portare i punti approvati all'attenzione di una prossima riunione con i vertici aziendali, arrivare con un documento il più possibile condiviso: "Se non cominciamo a decidere qualcosa oggi rischiamo di farci superare dagli eventi".
L'assemblea ha votato il documento con i soli voti della maggioranza e l'operazione perciò è riuscita solo in parte. Il risultato è un ordine del giorno che integra la relazione di Borgio. Sull'altro fronte, la minoranza di Stella Alpina e Union Valdôtaine non ha sentito ragioni.
Prima di entrare nel merito della discussione il consigliere dell'Edelweiss Ruggero Meneghetti voleva vedere i documenti sui bilanci della Casa da gioco, nelle disponibilità del sindaco. Borgio ha replicato che questi sono riservati, ma ha confermato i foschi scenari trapelati sui giornali, che a suo dire raccontano per intero i documenti richiesti, delineando un nuovo debito da più di 38 milioni di euro di tasse da pagare.
La minoranza ha allora replicato con un'altra risoluzione che "censura il comportamento del sindaco per la scarsa azione svolta come partecipante alle riunioni degli azionisti del Casinò", recriminando alcuni pronunciamenti di Borgio a favore di bilanci in perdita: "Ci si poteva astenere invece di esprimere pareri favorevoli su come sono stati scritti – attacca Meneghetti – il sindaco non è un ragioniere".
"Io ho votato a favore sui numeri – ha replicato Borgio – la nuova dirigenza sembrava avere un mandato e la determinazione per andare sulla giusta via: qualcosa è stato fatto, ci sono stati dei risparmi". La risoluzione della minoranza è stata bocciata, ma il sindaco è venuto parzialmente incontro alle richieste promettendo di organizzare un Consiglio monotematico prima di Natale.
Il Comune di Saint-Vincent possiede ormai una quota irrisoria del Casinò, lo 0,45 per mille che inoltre dovrebbe vendere entro marzo per gli effetti della riforma Madia, ma lo stato di salute della casa da gioco influenza lo stesso molti aspetti della città, evidenziati da alcuni numeri: "L'azienda genera un indotto turistico tra il nostro territorio e Châtillon di 50 mila presenze l'anno – fa sapere il sindaco – per un valore approssimativo di 4-5 milioni di euro immessi nell'economia locale".
L'ordine del giorno insiste prima sulla riduzione di costi, sulla riorganizzazione interna e nel chiedere "un piano ufficiale delle azioni di marketing messe in campo per attirare la clientela". La nota continua chiedendo "un coordinamento con tutte le realtà dell'offerta turistica valdostana, affinché la casa da gioco costituisca una opportunità da offrire alla clientela".
Riguardo al Grand Hotel Billia si insiste sulla necessità di un'offerta indipendente dalla casa da gioco, ponendosi l'obiettivo di "diventare un vero hotel 5 stelle rivolto al turista e non necessariamente al giocatore: se poi uno gioca tanto meglio". Anche qui, tra i punti, si insiste con il rapporto con il territorio: "Il territorio non deve essere visto come un competitor, ma come un opportunità, pretendendo però da questo una collaborazione integrata e qualificata".