Sguardi e pensieri sull’Europa che vorremmo

12 Aprile 2024

Disegnare un’Europa di giustizia sociale e ambientale e di pace. È l’invito del volume “Quale Europa. Capire, discutere, scegliere” (Donzelli Editore) curato da Gloria Riva ed Elena Granaglia e presentato nel pomeriggio di ieri presso la sede dell’Università di Aosta. Pensato dal Forum Disuguaglianza Diversità in vista dell’apertura delle urne per l’elezione del nuovo Parlamento Europeo, il volume multi autoriale si compone di tredici capitoli che si propongono, secondo Gloria Riva, di offrire una “proposta progressista per l’Europa che vorremmo” prendendo in considerazione i seguenti temi: istituzioni, macroeconomia, risorse finanziarie, disuguaglianze, coesione, welfare, salute, crisi climatica, governo d’impresa, tecnologia digitale, equità di genere, migrazioni, Europa-mondo. 

Quale Europa?

La presentazione del volume è stata al centro di un incontro di discussione e riflessione multidisciplinare sull’Europa di oggi e di domani. “Cosa si può dire del Parlamento europeo? – si è chiesto, e ha chiesto, Luciano Caveri – Sono d’accordo sulla riforma, ma non bisogna dimenticare i passi in avanti fatti nel tempo: il Parlamento ha saputo far sedere nello stesso emiciclo persone diverse nel corso di millenni.” Tra le criticità evidenziate dall’Assessore, la presenza di un sistema di elezioni penalizzante per la regione valdostana: “L’aspetto più deprimente è la campagna elettorale italiana: il sistema proporzionale è iniquo per la Valle d’Aosta, che viene affondata in una circoscrizione con Liguria, Piemonte e Lombardia.”

In una riflessione sulla definizione di “second’ordine” riferita alle elezioni europee e attinente alla debolezza della vicinanza tra cittadini ed Europa attraverso il Parlamento, Patrik Vesan, Professore di Scienza politica presso l’Università della Valle d’Aosta, ha suggerito provocatoriamente di individuare un termine di paragone: “Abbiamo pensato che l’istituzione sia debole, ma debole rispetto a che cosa? I parlamenti nazionali sono forti, lo sono stati? Qual è il punto di riferimento per valutare e ragionare in termini di riforma?” 

Auspicando un maggior dialogo e intesa tra Parlamento, Commissione, comitati, nazioni, regioni e comuni, Gloria Riva ha invece proposto un’elezione direttamente europea anziché nazionale: “I partiti europei non sono da pensare come contenitori di partiti nazionali, ma come partiti europei. Perché non poter votare un candidato europeo per consentire la creazione di programmi europei?

Le emergenze internazionali: una politica estera comune

Tra i temi di attualità internazionale approfonditi durante il dibattito, l’espansione dell’Europa, la migrazione e la difesa. “È indubbio che prima o poi l’Europa cresca con l’ingresso di altri Paesi – ha affermato Gloria Riva – questo sarebbe il momento opportuno per passare dall’unanimità alla maggioranza. Sarebbe utile iniziare a fare un ragionamento sulla migrazione di più ampio respiro, sostituendo l’immediatezza delle decisioni con un pensiero a lungo termine. Se l’Europa vuole andare avanti, deve infine avere una difesa comune.” 

D’accordo con Riva e nel ricordo della volontà di De Gaulle di una difesa unica, Luciano Caveri ha saldato il tema della regolamentazione della migrazione alla delicata questione della demografia valdostana: “Non può essere politica migratoria quella che accetta la politica dei barconi: non è accettabile una migrazione selvaggia e non regolamentata. Bisogna fare accordi bilaterali in virtù di uno scambio possibile, altrimenti il problema demografico esploderà in maniera drammatica.”

“Operazioni come questo volume suggeriscono di comportarci da cittadini europei con una dimensione europea – ha commentato Paolo Gheda, Professore di Storia contemporanea presso l’Università della Valle d’Aosta – l’espressione del voto europeo può orientare le politiche e dire qualcosa di cosa sarà la nostra Europa.”

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