Stop alla legge sulle riaperture: le reazioni politiche

14 Gennaio 2021

“Attacco all’autonomia”. E’ il primo commento che arriva da più parti all’ordinanza della Consulta che ha sospeso l’efficacia della legge regionale 11 sulle riaperture.

“L’accoglimento dell’istanza del Governo centralista costituisce un atto fortemente lesivo dell’Autonomia della nostra Regione”.  scrive in una nota la Lega VdA – “La legge, che permetteva di adattare le disposizioni nazionali relative alla gestione dell’emergenza determinata dal Covid-19 al territorio valdostano e alle sue specificità, non faceva altro infatti che permettere di esercitare a pieno le prerogative che lo Statuto di Autonomia concede alla Valle d’Aosta. Viene peraltro da chiedersi per quale ragione il Governo Conte abbia concentrato la sua attenzione sulla legge 11/2020, ponendo l’accento in particolare sull’articolo 2, e non abbia fatto altrettanto con la legge provinciale 8 maggio 2020, n. 4 che è tuttora in vigore nella Provincia autonoma di Bolzano e alla quale il legislatore valdostano si è ispirato”. Secondo il Carroccio l’impugnativa è “puramente strumentale e non farà altro che prolungare l’agonia delle nostre attività commerciali. Un’agonia che dura ormai da troppi mesi. E la responsabilità e le conseguenze della pesante crisi economica e sociale che si profila all’orizzonte ricadranno interamente sul Presidente Conte e sul suo Governo”.

Va all’attacco anche Fratelli d’Italia VdA.  “Anche e non solo per una questione di dignità e di coerenza politica, in presenza oltretutto della sentenza della Consulta ufficializzata oggi” il coordinatore regionale chiede “un netto e inequivoco posizionamento da parte del Governo regionale circa i rapporti con le residue forze componenti un governo nazionale ormai a pezzi, anche attraverso le prossime dichiarazioni di voto che dovrà esprimere tramite il proprio rappresentante Senatore, alla luce della recente apertura della crisi e al fine di rendere evidente al Popolo Valdostano quali siano realmente le proprie reali intenzioni”.

Fratelli d’Italia VdA se la prende, quindi, con Tripodi e Lanièce. La prima per gli “sterili ordini del giorno” che impegnano il Governo “ad un generico riconoscimento del valore dei territori di montagna”.  “Evidentemente non si rende conto di esser lei stessa parte della maggioranza partitica di un governo finalmente giunto al capolinea,  – chiosa ancora il Coordinatore di Fratelli d’Italia VdA – dimostrando la stessa incapacità politica di coloro che lo compongono e che stanno massacrando il nostro territorio”.

A Lanièce arrivano le critiche di Fratelli d’Italia per “l’ennesima astensione espressa ieri rispetto ad un provvedimento nuovamente contrario alla nostra economia ed alla nostra dignità di territorio di montagna che non potrà che mettere le attività produttive pubbliche e private nuovamente in condizioni disperate per una regione geograficamente e demograficamente circoscritta come la nostra avendo il governo giallorosso, tra l’altro, deciso di impedire lo spostamento tra regioni pur aventi lo stesso colore, sbattendo pertanto la porta in faccia alla richiesta espressa ufficialmente dal Presidente Lavevaz”.

“Nessuna sorpresa” invece per Adu VdA la decisione della Consulta. “Se il Presidente Lavevaz fosse onesto intellettualmente, dovrebbe ammettere che l’esito di questo inutile scontro istituzionale era ampiamente prevedibile. Adu Vda aveva avvisato tutti, per tempo e senza ambiguità. L’autonomia è stata svilita e umiliata non dalla Repubblica, ma proprio dai così detti autonomisti che, anziché seguire la via della leale collaborazione, si sono infilati nel tunnel cieco del micro sovranismo. Questo disastro è stato causato dalle sirene leghiste Manfrin e Aggravi, ma anche da chi ha voluto irrazionalmente dargli credito”. Il movimento chiede alla Regione di abrogare  la legge “risparmiando tempo, denaro e ulteriori figuracce, e apra un confronto con lo Stato centrale per sollecitare i ristori e chiedere una mobilità con il Piemonte. ”

Duro l’intervento di Pays d’Aoste Souverain, che parla di una “azione colonialista del governo italiano sostenuta dalla Corte Costituzionale” che “conferma l’assoluta mancanza di rispetto per l’Autonomia della Valle d’Aosta e aumenta il sentimento di frustrazione nella popolazione”. Il movimento indipendentista, poi, esprime “la sua solidarietà al presidente Lavévaz e la sua vicinanza a tutti i settori toccati da decisioni ingiuste prese a centinaia di chilometri di distanza“. Con un pensiero speciale per il Ministro Boccia, secondo Pas “responsabile d’ora in poi di qualsiasi gesto di automutilazione o suicida da parte dei valdostani, resi esausti dalle sue scelte ignoranti e malvagie”.

Altre reazioni arrivano direttamente dall’aula del Consiglio Valle. “Autonomia fatta a pezzi” scrive su Twitter l’Assessore Luciano Caveri, mentre il consigliere Stefano Aggravi parla di “deriva centralista”.

 

Per Pour l’Autonomie la sospensiva della Corte “oscura la forza della nostra autonomia. La determinazione della Corte costituzionale getta ombre sulla nostra autonomia e limita l’azione di quell’autogoverno che sta alla base di tutto il percorso storico e politico della nostra regione”.

Il Movimento sottolinea come la legge che è stata impugnata e oggi sospesa “è proprio l’espressione dei principi e degli obiettivi che hanno portato alla nascita del nostro movimento, il cui impegno è volto a portare avanti quelle azioni e quelle iniziative che diano sempre la possibilità ai valdostani di poter esprime il loro essere autonomi.”

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