Tajani apre all’Europarlamentare valdostano, ma il sogno è lontano

31 Gennaio 2019

Le “promesse” delle campagne elettorali, si sa, spesso rimangono tali. Tendenzialmente perché si scontrano con la “fredda realtà”, soprattutto se quella “realtà” è il Parlamento europeo, che spesso – nei suoi vincoli e nella iper-burocrazia – è un vero e proprio ginepraio.

Una di queste “promesse” – discorso in realtà annoso – era quella di ottenere un Europarlamentare valdostano. Rivendicazione consegnata oggi dal governo regionale ad Antonio Tajani, Presidente del Parlamento europeo in visita ad Aosta. Che ha aperto alla possibilità, ma “camminando sulle uova”.

Un seggio valdostano all’Europarlamento

Tajani, si diceva, apre alla chimera valdostana di conquistare un seggio a Bruxelles, ma la prende larga. Le difficoltà sono parecchie: “È difficile dare un seggio ad una regione sola – ha spiegato in conferenza stampa -, ma trattandosi di una regione con minoranza linguistica e bilingue si può studiare al Parlamento italiano una riforma che modifichi il tetto per avere una giusta rappresentanza”.

Insomma, l’apertura c’è, ma dovrebbe passare giocoforza da Roma. Quindi, per le Europee 2019, troppo tardi.

Il “dossier Valle d’Aosta”

La Valle d’Aosta, per certi versi, in Belgio ci arriverà comunque. Dopo l’incontro con la giunta regionale il Presidente dell’Europarlamento spiega: “Abbiamo deciso di dar vita ad un dossier che comprenda le questioni della Valle d’Aosta da portare a Bruxelles, come l’agricoltura, i trasporti, gli aiuti di Stato, competitività, l’accesso al credito, la vita di montagna, i maestri di sci e l’equipollenza tra i titoli di studio. Un dossier complessivo che una delegazione scelta porterà a Bruxelles dove si vive una ‘guerra di trincea’ nella quale lottare e mediare”.

Un approccio diretto: “Se la delegazione valdostana arriverà con un dossier – spiega ancora Tajani – sarà più facile garantire un’opportunità alla regione più piccola d’Italia ma che ha diritto di essere ascoltata”.

“È stato un incontro in cui gli assessori e le categorie hanno presentato varie richieste e situazioni – ha spiegato invece il Presidente della Regione Antonio Fosson -, ed il Presidente Tajani ha preso l’impegno ad accogliere un dossier sulla Valle d’Aosta sul quale dobbiamo insistere. Faremo questo documento in breve tempo e lo porteremo a Bruxelles, altrimenti l’Europa non potrà mai rispondere a questioni che non conosce”.

Una più ampia rappresentatività valdostana nelle liste delle Europee?

Tajani lo dice chiaro e tondo: bisogna aumentare l’affluenza alle Elezioni europee di maggio. Qui, ipotizza, la Valle potrebbe guadagnare qualche punto, anche se tutto sta nelle scelte dei partiti: “Si può garantire la presenza nelle liste di rappresentanti valdostani nella circoscrizione Nord-ovest – spiega – magari in testa alle liste, per dare più visibilità alla regione. Si tratta di una scelta politica, perché nessuno può obbligare un partito a farlo. Potrebbe però essere un segnale che impegni a non isolare i candidati valdostani.  Un segnale che potrebbe arrivare già dalle prossime Elezioni europee, ne parlerò col mio partito (Forza Italia, di cui è anche Vicepresidente, ndr.) e mi auguro che altri lo facciano).

Sì al raddoppio del Tunnel del Monte Bianco

L’Assessore ai Trasporti Luigi Bertschy lo anticipa: “È un piacere che il Presidente Tajani abbia accolto anche la situazione sui trasporti e sulla ferrovia valdostana perché l’accessibilità ci sta a cuore, ed è importante che farà parte del dossier”.

Tajani,a domanda specifica risponde anche sull’ipotesi della “doppia canna” del Traforo del Bianco: “Sono da sempre a favore delle infrastrutture – spiega il Presidente dell’Europarlamento che, a Bruxelles, è stato anche Commissario ai Trasporti -. Valorizzarle e metterle in sicurezza significa progresso, crescita economica e riduzione emissioni di CO₂. Come credo che serva un tunnel moderno in Val di Susa, ne serve uno più sicuro che colleghi la Valle d’Aosta alla Francia. Le garanzie di sicurezza sono limitate, un raddoppio in questo senso non sarebbe male. Quando le infrastrutture sono realizzate per trasporti di troppi anni fa è ovvio che ci sia bisogno di modernizzarle”.

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