Testolin: “dolore e rabbia” per St-Pierre. E poi respinge le accuse: “Leale confronto con lo Stato”
La notizia del Commissariamento di Saint-Pierre, il Presidente pro tempore della Regione, Renzo Testolin, l’ha ricevuta mentre era qui in Valle d’Aosta. L’invito a presenziare ai lavori del Consiglio dei Ministri, infatti, è stato declinato. Una decisione che ha sollevato non poche polemiche. A cominciare dalla Lega VdA che ieri sottolineava la “palese inadeguatezza al ruolo” di Testolin.
“Comprendiamo anche il probabile imbarazzo del Presidente ad interim il quale, a sua volta, compare nelle intercettazioni che hanno portato all’avviso di garanzia per scambio elettorale politico mafioso per il suo predecessore. – proseguiva la nota della Lega – Se questa fosse la ragione della sua assenza alla riunione del Consiglio dei Ministri, l’unico modo per evitare l’imbarazzo sarebbe quello di dimettersi”.
All’indomani del decreto del CdM, Testolin difende la sua scelta: “A chi oggi, per meri motivi elettorali o per semplice piacere di insinuare falsi dubbi, polemizzando su situazioni che invece rimangono assolutamente in linea con i corretti confronti istituzionali tra Stato e Regione, rispondiamo con molta serenità che le nostre Istituzioni e le nostre prerogative istituzionali si difendono e si valorizzano giornalmente con il lavoro serio ed onesto che deve caratterizzare l’operato di ogni amministratore che abbia coscienza del proprio importante ruolo a tutela della comunità che rappresenta”.
Il Presidente pro tempore ribadisce, quindi, come la Regione abbia “operato in questo difficile percorso quale corretto ed imparziale esecutore di deleghe ministeriali garantendo, con l’invio nel mese di novembre della prevista relazione, dei Commissari delegati, contenente la fotografia complessiva e veritiera derivante dalla disanima della situazione del Comune di Saint-Pierre. La situazione ha visto, durante tutto il 2019 e fino alla decisione assunta nella serata di ieri dal Consiglio dei Ministri, un corretto, continuo e leale confronto tra Stato e Regione, con il rispetto dei ruoli e dei protocolli previsti per queste delicate situazioni”.
Infine Testolin si dice certo che “il dolore, la rabbia e la consapevolezza che questa ferita colpisce profondamente il nostro ‘’senso di appartenenza’’ non può però che spronarci a lavorare sin da subito con umiltà, onestà, serietà e coesione per allontanare dal nostro territorio ogni dubbio in merito all’operato delle nostre Istituzioni e ai valori nei quali da sempre si riconosce la nostra comunità”.