Torgnon, per Davide Perrin arriva la sospensione. “Cosi si potrà difendere serenamente”

07 Marzo 2014

Davide Perrin,coinvolto nell’inchiesta dei carabinieri sul voto di scambio alle elezioni regionali del 2013., sarà sospeso dall’attività di assessore "in modo tale che egli possa difendersi serenamente". E’ questa la decisione presa in accordo con l’interessato dal sindaco di Torgnon, Cristina Machet. A comunicarlo è stata lei stessa questa mattina in Consiglio comunale.

Il primo cittadino ha inoltre denunciato "il clima di degrado morale che ha investito tutta questa vicenda, degrado morale dimostrato dal capogruppo di minoranza, che – va detto – è cugino primo di Davide Perrin, ci si aspettava forse meno accanimento.  Degrado morale aggravato da una gogna mediatica e da una continua stigmatizzazione sui social network, diventati luoghi di giudizio, cattiveria, ingiuria".
Ricordando l’indagine sui fondi ai gruppi consiliari Machet ha detto: "pare che si stia cercando il capro espiratorio, il politico cattivo su cui accanirsi. Davide ha fatto un passo indietro, per non imbarazzare la giunta con la quale lavora con serietà, atto forse che dovrebbe essere da esempio a livelli più alti della sfera politica.  Non entriamo nel merito del reato ascritto al nostro assessore, se sarà colpevole pagherà, per ora chiediamo a tutti un minimo di umanità in più."

Il sindaco ha difeso quindi l’attività da assessore di Perrin "è sempre stata efficiente ed efficace, trasparente e corretta. Il lavoro dell’assessore si è tradotto in questi anni in una serie di progetti e iniziative che hanno avuto una forte ricaduta positiva su tutta la collettività Mai, mai è stato messo in dubbio il suo operato, ne il suo atteggiamento morale nell’ambito delle sue funzione di Assessore del Comune di Torgnon."

Infine ricostruendo le ultime settimane Machet ha ricordato come in un primo momento "considerato che al momento l’assessore Perrin non risulta essere rinviato a giudizio, questa amministrazione ha ritenuto opportuno attendere – così come parrebbe normale in uno Stato di diritto – un atto formale del tribunale. In seconda battuta, una serie di intercettazioni emerse su alcuni organi di stampa hanno posto l’amministrazione in una situazione ancora più complessa. Un Comune non è e non deve essere un tribunale, il Sindaco non è un giudice. E’ tuttavia evidente come questa condizione continui a creare una serie di pressioni – e talvolta sciacallaggio – che rischia di compromettere la serenità del Comune".

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