Tramonta l’ipotesi del termovalorizzatore. La nuova idea è di produrre combustibile dai rifiuti
E' definitivamente accantonata l’idea di costruire un inceneritore a Brissogne.
E’ quanto emerge dall’analisi esposta oggi dall’assessore all’Ambiente, Manuela Zublena durante l’audizione avvenuta questa mattina, mercoledì 27 maggio, alla commissione assetto del territorio presieduta da Dario Comé. "Al momento non si procede alla realizzazione di un termovalorizzatore di grossa taglia associato allo smantellamento della discarica – dichiara l'assessore Zublena – l'orientamento è di realizzare in Valle un impianto sperimentale a basso impatto ambientale per la valorizzazione energetica del rifiuto, in grado di generare combustibile, il CDR. Vorremmo che la sperimentazione parta presto per arrivare nell'arco di un anno e mezzo a una valutazione definitiva. Questo è quanto dovremo formalizzare venerdì nella riunione della Giunta regionale".
“L’assessore – ha detto Comé – ci ha prospettato di analizzare un nuovo scenario rispetto a quello del termovalorizzatore, che ormai risale a tre anni fa. L’idea potrebbe essere quella di alimentare la centrale di teleriscaldamento nel capoluogo regionale”. Secondo quanto riferito da Dario Comé, l’impianto avrebbe un impatto ambientale nettamente minore, ridurrebbe il materiale da depositare nella discarica a Brissogne, allungandone la vita.
Intanto arrivano le prime razioni politiche. Il gruppo consiliare VdA Vive-Renouveau "prende atto con soddisfazione del ripensamento, frutto dell’azione dei comitati cittadini e delle forze politiche come la nostra che da sempre si sono schierate apertamente contro tale soluzione.
“E’ evidente che c’è un cambiamento di rotta rispetto alla realizzazione del termovalorizzatore – dichiara Fabrizio Roscio del Comitato Rifiuti zero – così come sembra superata l’idea di smaltire i rifiuti stoccati nella discarica di Brissogne attraverso l’inceneritore. Non è l’ottimo, ma certamente la realizzazione di un impianto del genere è una strada nettamente migliore rispetto al progetto precedente”. Il progetto di impianti di questo genere è stato sviluppato dal CNR e il brevetto è stato acquistato dal cementificio Buzzi. Ne esiste uno nel cuneese dove si stanno effettuando dei test. “Da quanto sappiamo – conclude Roscio – questi impianti sono in fase sperimentale, non è ancora chiara la resa e i volumi che sono in grado di smaltire”.