Giurì d’onore, l’Union Valdôtaine replica a Minelli: “Tecnica del vittimismo”
Lo scambio di accuse che da quasi un anno va avanti fra Progetto Civico Progressista e gli ex alleati finirà sul tavolo di una speciale commissione. A chiederne l’istituzione, in base all’articolo 58 del regolamento del Consiglio regionale, sono stati oggi il capogruppo dell’Uv Aurelio Marguerettaz e il Presidente della IV Commissione Giulio Grosjacques.
La commissione, una sorta di Giurì d’onore (Nda mai istituita prima in Consiglio regionale), dovrà giudicare sul fondamento delle accuse lanciate oggi dalla consigliera di Progetto Civico Progressista Chiara Minelli durante il suo intervento sui ritardi del piano regionale dei trasporti.
Ricordando come il 3 marzo scorso la Giunta abbia approvato la Proposta di Piano Regionale dei Trasporti da avviare alla procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), Minelli ha evidenziato come il testo sia lo stesso che da Assessora aveva “ripetutamente presentato all’esame della Giunta nei mesi di febbraio e marzo 2021 senza ottenere l’approvazione”. A stoppare, secondo Minelli, l’iter del piano sarebbero stati il capogruppo dell’Uv Marguerettaz e il Presidente della IV Commissione Grosjaques.
Accuse respinte dai due unionisti. “E’ il festival delle falsità questa interrogazione” ha sbottato Marguerettaz. “Chiedo l’istituzione di una commissione che dovrà documentare i fatti che vengono ascritti a me e al collega.” Poi rivolto a Minelli: “Per giustificare la sua inadeguatezza riversa su altri le sue incapacità”. Il Presidente della IV Commissione Grosjacques ha chiesto, invece, a Minelli di “dare delle spiegazioni perché ha spostato il tiro sul sottoscritto e il collega. Evidentemente lei non legge, o all’interno dei comitati è cambiata la persona che predispone la sua attività ispettiva”.
La richiesta di istituire una commissione è stata accolta dal Presidente del Consiglio Valle Alberto Bertin e così commentata dalla consigliera Minelli: “Vedo che siamo alla Santa Inquisizione. Fortunatamente i verbali di commissione ci sono e si potranno leggere, anche se purtroppo non ci sono quelli di maggioranza. Magari, collega Marguerettaz non sono così brava come lei a fare l’assessore, ma come consigliera sono in grado da sola di scrivermi le iniziative”.
Cosa prevede l’articolo 58 del regolamento del Consiglio Valle?
Quando, nel corso di una discussione, un Consigliere sia accusato di fatti che ledono la sua onorabilità, egli può chiedere al Presidente del Consiglio di nominare una Commissione, la quale giudichi sul fondamento dell’accusa, entro un termine assegnato.
La Commissione è composta da due Consiglieri designati dalle parti e da un terzo scelto di comune accordo o dal Presidente del Consiglio in caso di disaccordo.
Solidarietà a Minelli e Guichardaz
La richiesta dell’istituzione della commissione viene definita dal Movimento 5 Stelle “un grave atto di “bullismo” politico”. Condannando l’atteggiamento e “dando pieno sostegno alla consigliera di Pcp Chiara Minelli”, il M5Se chiede che “anche il resto della politica valdostana faccia lo stesso”.
“L’intimidazione e la negazione del confronto politico con l’opposizione è un atteggiamento che non si può accettare in un’aula democratica come quella di un Consiglio regionale.” prosegue la nota dei grillini. “Questo atteggiamento non solo per noi del Movimento 5 Stelle lede alla politica in generale, ma è sintomo di un nervosismo che esprime la debolezza di questo Governo Regionale, che non è capace di reggere alcun tipo di confronto, e cerca di risolvere le sue debolezze con l’intimidazione”.
A fare quadrato intorno a Minelli è anche Progetto Civico Progressista, che ricorda come la questione del piano regionale trasporti è stata anche uno dei punti della verifica programmatica richiesta da PCP, mai realizzata.
“Le domande contenute nella interrogazione che ha fatto infuriare i due esponenti unionisti sono più che legittime” scrive il movimento. “E’ ben difficile capire per quale motivo queste domande possano essere considerate lesive dell’onorabilità dei due consiglieri. Effettivamente lesive sono invece le accuse di incapacità, inadeguatezza e scarso senso etico, formulate ieri e in varie altre occasioni di dibattito consiliare, nei confronti della consigliera Minelli. E fin qui saremmo al ridicolo e al clamoroso autogol, se non fosse che si strumentalizzano le istituzioni invocando un Giurì, tirando in ballo il ruolo del Presidente del Consiglio regionale e spostando l’attenzione dal merito delle vicende agli attacchi personali. Si tratta di un livello di degenerazione del dibattito politico mai raggiunto prima”.
Solidarietà a Minelli e Guichardaz e “dipresso per i maschi alfa” arriva anche da Adu Vda. “Sminuire costantemente il lavoro altrui, insinuare che l’avversaria sia telecomandata (da un uomo), riferirsi all’emotività, alla scarsa preparazione (o alla troppa abitudine agli studi), all’aspetto, all’età. Sono i tipici e stantii metodi del patriarcato, tutti utilizzati in Consiglio regionale per manganellare le uniche Consigliere che osano dare battaglia. – evidenzia il movimento – Non dovremmo stupirci, visto che è lo stesso trattamento riservato a Daria Pulz nella legislatura precedente”.
L’Union Valdôtaine si difende: “Tecnica del vittimismo”
In una nota, il Mouvement passa al contrattacco e, citando il giornalista Roberto Gervaso, scrive che “il vittimismo è un modo di sbarcar il lunario col piagnisteo”. La critica è diretta: “‘Quando io ero’, ‘lo sanno tutti’, ‘io avevo fatto’ sono solo alcune delle locuzioni verbali perennemente presenti negli interventi dell’ex Assessora regionale all’ambiente valdostana. Un mantra che mira a costruire un proprio consenso personale basato sul vittimismo e che nulla ha a che fare con il bene comune dei valdostani. L’assemblea valdostana dovrebbe essere luogo di confronto e costruzione da parte di tutti gli eletti”.
“Ultimo episodio, che conferma la tecnica del vittimismo – prosegue la nota dell’Uv –, si è consumato durante i lavori consiliari di mercoledì 23 marzo. L’oggetto, o meglio il pretesto, questa volta è stato l’avvio del procedimento di valutazione ambientale strategica sulla bozza di Piano regionale dei trasporti approvato con delibera il 3 marzo scorso. L’ex Assessora, nell’interrogare il Presidente della Regione Lavevaz, ha voluto conoscere i motivi per cui l’avvio della VAS sia stato bloccato per oltre un anno. Una domanda che potrebbe anche risultare lecita se non fosse che il primo ostacolo per l’avvio del piano risiede proprio nelle dimissioni dell’Ex Assessora. Dimissioni prese consapevolmente e che hanno generato un rallentamento di tutto l’assessorato all’ambiente”.
Tema che “non fa parte del copione della consigliera” perché “è sicuramente più facile vendersi come una povera vittima di un sistema maschilista, accusando i propri vicini di banco di aver volutamente contrastato le sue scelte politiche. Le accuse verso i lavori della commissione in aula consigliare ledono i singoli consiglieri membri di commissione ma allo stesso tempo sviliscono l’organo consigliare. Le parole sono importanti ma soprattutto le accuse devono essere supportate da dei fatti concreti”.
Da qui la richiesta di una Commissione speciale – prosegue l’Union – “subito sfruttata dai movimenti politici fondati su slanci populistici che accusano in continuazione il gruppo unionista di mettere in campo azioni maschiliste, misogine, di bullismo, di violenza di genere, di sessismo e di patriarcalismo elitario. Accuse che insorgono ogni qualvolta il gruppo unionista interviene per portare il proprio contributo in merito alle iniziative a firma del gruppo consiliare Progetto Civico. Eppure, anche in questo caso, basterebbe guardare ai fatti: l’Union Valdôtaine è uno dei pochi movimenti regionali ad avere espresso ai propri vertici due donne su un totale di tre posizioni apicali. Ma anche questa è una verità scomoda per chi fa dei luoghi comuni e degli slogan i suoi cavalli di battaglia”.
“È arrivato il momento di dare parola ai fatti e fermare questa ‘tecnica del vittimismo’ che nulla fa se non un vero e proprio danno a tutta la comunità valdostana – aggiunge il Mouvement –. Senza dimenticare che sfruttare il femminismo in questo modo, quando non si hanno altri argomenti, diventa controproducente verso le donne stesse. Servirsi della disparità di genere per far passare per vittime donne che in realtà non lo sono, rischia di compromettere ogni attività messa in atto per tutte coloro che lottano quotidianamente contro le discriminazioni. La parità di genere non è un trucco da tirar fuori dal cappello quando non si hanno altri argomenti: si tratta di una questione seria che non merita di essere utilizzata nelle schermaglie quotidiane dell’attività del Consiglio regionale”.