In consiglio regionale tira aria di controribaltone
Dopo il ribaltone si prepara il controribaltone. A suonare il de profundis per l’attuale governo Marquis, dopo gli schiaffi arrivati ieri da Elso Gerandin, è stato Laurent Viérin. Un requiem che arriva a 24 ore circa dall'incontro fra Uvp e Uv che potrebbe aver gettato le basi non solo per una futura alleanza, in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, ma anche per un nuovo governo che vedrà la luce, se il progetto andrà in porto, alla ripresa dei lavori autunnali. Un nuovo, l'ennesimo, governo di larghe intese per approvare in primis il bilancio, sulla cui costruzione pesa la richiesta dello Stato di 144 milioni di euro.
Un progetto che cozza con quello annunciato martedì in conferenza stampa con la nascita del gruppo fra Pnv-Ac e Stella Alpina, definito questa mattina dall’ex presidente della Regione Rollandin “una trota salmonata più che una balena bianca”.
Laurent Viérin parte proprio da qui. “E’ positivo potersi esprimere, uscire dal ruolo di assessori e consiglieri, per parlare di politica, senza dimenticarsi che ci sono anche i movimenti, per chi ce li ha” la prima bordata ai colleghi di maggioranza. “I movimenti sono la base della raccolta di idee, del confronto e della formazione politica” sottolinea Viérin ricordando gli anni di militanza politica, a cominciare dai primi passi nella Jeunesse “Quando non abbiamo i movimenti abbiamo visto a Roma cosa succede, quando non ci sono i movimenti ci si deve esprimere a mezzo stampa”.
Sulle ragioni alla base dell’annunciato gruppo, Viérin dice: “Semplificare il quadro va bene ma dobbiamo evitare la frammentazione politica” e poi sulla nascita di Uvp ribadisce che l'operazione "réunir pour réussir, è stata quella di rompere per ricostruire, non per continuare a distruggere, ma per rimettere assieme i valdostani ed evitare l'ambiguità, perché l'elettore deve avere chiarezza".
La nuova legge elettorale premierà le coalizioni. “Le matrici devono essere chiare per chi si mette insieme" annuncia Viérin "perché una matrice socialista, nazionalista democristiana è diversa rispetto a quella autonomista e unionista” scandisce l'Assessore all'Agricoltura “Starà alla politica scegliere come mettere insieme queste matrici ma non possiamo far finta che tutti abbiamo la stessa matrice”. Chiude, quindi, la porta Laurent Viérin al progetto civico: “Leonardo La Torre è un amico ma politicamente abbiamo delle grandi differenze, difficilmente siamo compatibili in una stessa casa autonomista” e la spalanca agli unionisti “se riusciamo a superare i personalismi possiamo ancora creare qualcosa ma non obbligheremo nessun a ripartire dalla casa autonomista”.
Ricostruisce la storia unionista l'Assessore soffermandosi non a caso sul 1992, l'anno del controribaltone. "In quell'anno i valdostani hanno saputo reagire e ritrovare una certa linea" e sugli anni recenti "l'Uv è cresciuta troppo, accogliendo persone che non condividevano più i suoi valori e perdendo le persone che la sostenevano". Valori e metodi "quelli che noi contestavamo – chiosa Viérin – ma quelli che anche qualcuno che è restato contesta, dicendo come può che qualcosa deve cambiare". L'auspicio dell'Assessore è quindi di "ripartire dagli sbagli e rimettere insieme almeno il rispetto e la capacità di credere in una comunità per ridarle la speranza e l'entusiasmo".