Zone franche urbane e di montagna: il ConsVda manda a Roma una proposta di legge
Per contrastare l’impoverimento del tessuto economico e sociale delle aree di montagna della Regione, favorirne lo sviluppo occupazionale e il ripopolamento ma anche sostenere attività produttive dislocate in zone strutturalmente svantaggiate del territorio regionale, la Valle d’Aosta vuole istituire delle zone produttive speciali (ZPS) e delle zone franche montane (ZFM).
Questa mattina il consiglio Valle ha approvato con 33 voti a favore e 2 astensioni (PCP) una proposta di legge statale, inizialmente depositata dal gruppo Rassemblement Valdôtain e poi modificata nel confronto in commissione. Il testo dovrà ora esser trasmesso al Parlamento, sia alla Camera che al Senato.
Gli ZPS e ZFM sono delle zone delimitate del territorio dello Stato nelle quali l’esercizio di attività economiche e imprenditoriali da parte delle aziende già operative e di quelle che si insedieranno può beneficiare di speciali condizioni in relazione agli investimenti e alle attività di sviluppo d’impresa.
“Dopo l’approvazione ad aprile 2023 di una mozione in Consiglio che impegnava il Governo regionale ad approfondire la tematica delle zone franche urbane e di montagna e grazie all’importante lavoro svolto dalle strutture regionali, è stato condiviso in prima Commissione di procedere ad un lavoro di confronto e adeguamento razionale di questa proposta di legge statale con l’ipotesi di schema di norma di attuazione. – ha ricordato Stefano Aggravi di RV – Questo per dar vita a due percorsi paralleli, differenti ma con una comune finalità: avviare finalmente un dibattito, politico e tecnico, una trattativa tra la Regione e lo Stato centrale per identificare la “via moderna” di attuazione delle previsioni dell’articolo 14 dello Statuto speciale. Il testo di legge finale che oggi presentiamo è il frutto di un importante lavoro di coordinamento tra la parte tecnica e quella politica: una proposta concreta, con un testo chiaro e funzionale ai prossimi passaggi legislativi in Parlamento.”
Unica voce contraria quella di Pcp, con Chiara Minelli: “Lo strumento proposto oggi non ci sembra particolarmente efficace. Il punto di partenza è alto e ambizioso, ma quando si scende a terra non tutto quadra: il primo problema sta nel fatto che l’articolo 14 afferma che il territorio della Valle d’Aosta è posto fuori della linea doganale e costituisce zona franca, mentre la proposta di legge che stiamo affrontando non riguarda tutta la Valle, ma solo dei comuni o delle aree. Inoltre, all’interno di queste aree non si prevede la scomparsa delle imposte, ma si interviene con una riduzione: non si tratta quindi di zone franche ma di aree dove la tassazione è ridotta. Descrivere questo provvedimento come attuativo dell’articolo 14 a noi sembra un’esagerazione”.
Scettico Erik Lavy della Lega Vda: “La norma prevede esenzioni per imprese e attività produttive e, potrà rappresentare un’attrazione di capitali e di talenti, ma le aziende che si insedieranno dovranno anche supportare degli oneri: non aspettiamoci quindi un’invasione di imprese”. Per Pierluigi Marquis di Forza Italia Vda: “Questa proposta afferma che il nostro territorio ha delle differenze, nonostante sia piccolo, e deve essere amministrato in modo differenziato: dobbiamo perseguire questo obiettivo cambiando modello di amministrazione, realizzando non più una distribuzione a pioggia ma selettiva sul territorio, dando così la possibilità di intervenire sul tessuto produttivo e sulle singole realtà se vogliamo dare rilancio all’economia della nostra Valle”.
Nel dibattito è intervenuto, per la prima volta dai banchi del nuovo gruppo Uv, l’Assessore Caveri: “In un’epoca in cui si discute di autonomia differenziata, la montagna resta la nostra luce, una delle chiavi di volta della nostra specialità e la rivendicazione degli elementi innovativi della zona franca si innesta nel solco del cammino autonomista millenario dei valdostani.”
“Questo provvedimento – ha chiuso la discussione il presidente della Regione Testolin – può e deve anche fungere da sensibilizzatore dell’opinione pubblica perché ci deve essere di nuovo una coscienza collettiva di autogoverno: quello ipotizzato e proposto è un approccio già sancito dall’Unione europea per le zone agricole e che noi vorremmo estendere a quelle di montagna per aumentare le opportunità di incentivo e di sostegno. ”
Una proposta di legge sulle zone franche urbane e di montagna
12 ottobre 2023
“Inserirsi nel dibattito in corso sulla zona franca con una proposta concreta“. Così Stefano Aggravi nel presentare nel pomeriggio di oggi, giovedì 12 ottobre, la proposta di legge al Parlamento della Repubblica sull’istituzione di zone franche urbane e di montagna in Valle d’Aosta.
L’iniziativa, che verrà trasmessa ai parlamentari e alla commissione paritetica, e che Rassemblement Valdôtain si dice disponibile a discutere con tutte le forze politiche, dovrà essere esaminata dal Consiglio regionale e se approvata sarà trasmessa a Roma.
“L’articolo 14 dello Statuto sappiamo che ha una componente vetusta, perché le dogane hanno subito un’evoluzione” ricorda Stefano Aggravi. “La proposta vuole mettere in chiave moderna le zone franche, citiamo ad esempio quelle urbane, già conosciute in Europa, in particolare in Francia e le zone franche di montagna, entrate nel diritto italiano, con esperimenti avviati nel Sud Italia”.
La proposta nei suoi 8 articoli individua l’ambito di applicazione delle zone franche, quelle urbane in territori con fenomeni di degrado urbano o sociale, e quelle montane, in zone svantaggiate con oltre il 50% della superficie sopra almeno i 650 metri di altitudine e con una popolazione inferiore ai 5mila abitanti. Spetterà ad un decreto del Presidente della Regione individuare i territori che potranno beneficiare della zona franca, ovvero dell’esenzione delle imposte sui redditi per i primi tre periodi di imposta. Successivamente l’esenzione è limitata, per i primi 5 al 60%, per il sesto e settimo al 40% e dall’ottavo al decimo per il 20%. Prevista anche l’esenzione dell’imposta regionale sulle attività produttive per i primi cinque periodi di imposta, delle imposte municipali proprie dal 2025 – anno in cui il gruppo spera possa entrare in vigore la zona franca – e fino al 2030, oltre all’esonero dal versamento dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente per i primi cinque anni di attività, nei limiti di un massimale di retribuzione. Altri benefici riguardano l’applicazione alle attività produttive nelle zone franche urbane e montane dell’Iva agevolata.
L’introduzione di zone franche avrà un carattere sperimentale, successivamente sempre con il principio dell’intesa, previsto dallo stesso articolo 14 dello Statuto, Regione e Stato andranno a confrontarsi sulla prosecuzione dell’iniziativa. L’onore finanziario previsto è stato quantificato in 30 milioni di euro annui “in riduzione del riduzione del contributo dovuto dalla Regione quale concorso al pagamento degli oneri del debito pubblico stabilito a decorrere dall’anno 2022. L’ammontare è stato stimato ‘per difetto’ a partire dall’andamento degli ultimi anni dell’extragettito Imu, nell’ottica di una ‘restituzione’ alle attività produttive dei territori più svantaggiati”.