Perché c’è carenza di autisti In Vda? Le ipotesi di aziende e sindacati
In Valle d’Aosta mancano all’appello 60/70 autisti che le diverse compagnie che operano sul territorio faticano a reclutare e ad assumere. L’allarme è stato lanciato in Consiglio regionale, dall’Assessore ai Trasporti Luigi Bertschy in risposta ad un’interpellanza di Chiara Minelli di PCP.
Il problema non è da poco e si palesa in un momento estremamente delicato per il trasporto su gomma in Valle d’Aosta che a dicembre dovrà sostituire con i pullman le corse dei treni della ferrovia chiusa.
Le società valdostane si sono trovate costrette prima ad abbandonare i servizi a noleggio, i bus per le gite scolastiche che rischiano così di saltare per capirci, e poi a rivedere anche i passaggi delle linee urbane ed extraurbane.
E’ il caso della Svap, la Società Valdostana Autoservizi pubblici il cui Presidente Mirko Dayné spiega che solo nella loro compagnia mancano una quindicina di autisti, un numero utile a garantire i servizi attuali e ben lontano dagli antichi splendori. “Ora in organico ne abbiamo 62, in passato, quando si facevano i servizi a noleggio anche la domenica siamo arrivati anche a punte di 95 autisti assunti”. “Attualmente abbiamo i pullman da noleggio fermi e gli autisti li impieghiamo negli autobus di linea” sottolinea ancora.
Ma la scelta di sospendere i servizi di trasporto a noleggio non è stata sufficiente per la Svap. D’intesa con la Regione, ha dovuto ridurre la frequenza di tre linee che viaggiano tra la città di Aosta e i comuni limitrofi. “Prima sulla linea 3, sul percorso urbano della navetta verde e sulla 29 giravano tre mezzi in contemporanea, ora siamo dovuti scendere a due”. Tutelate le corse negli orari di punta degli studenti, nelle altre fasce è diminuita la frequenza delle corse.
Ma quali sono le motivazioni alla base di questa situazione che vede tutte le compagnie in crisi di personale nonostante siano attive nel reclutamento, con offerte di lavoro e bandi aperti che spesso vanno deserti?
Il costo della patente D? Un falso problema
Per guidare un mezzo adibito al trasporto delle persone (più di 9 passeggeri) è necessaria la patente D. Il costo del corso obbligatorio è elevato e può superare, con relativa Carta di Qualificazione del Conducente, i 3.000 euro. Il costo esoso potrebbe rappresentare un deterrente per le persone alla ricerca di un lavoro, così come l’esame finale obbligatorio.
Il condizionale è d’obbligo però perché le compagnie valdostane, proprio per risolvere la carenza di autisti, hanno iniziato a farsi carico dei costi. “Ormai praticamente tutte le compagnie pagano la patente, noi lo facciamo a fronte di un impegno a stare almeno cinque anni in azienda, eppure questo non risolve i problemi” ci spiega Mirko Dayné.
Ancora più spinta la scelta della Vita Spa di Arnad che nel 2022 ha lanciato la Vita Academy, una scuola di guida professionale, che forma gratuitamente candidati di ogni età per trasformarli in autisti di pullman da assumere nell’azienda. La società della famiglia Calliera non si limita però a pagare i costi della patente, ma assume a tempo indeterminato gli aspiranti autisti durante il corso di sei mesi. “La mansione con cui li inquadriamo durante la formazione non è ovviamente quella di autista, ma prendono comunque uno stipendio di 1100 euro per studiare al mattino e stare in ufficio al pomeriggio” ci spiega Jean Calliera, Presidente della società. “Al termine del corso, superato l’esame, li alziamo di qualifica”.
Cosi facendo la Vita ha reclutato sei nuovi autisti ed è in attesa che altri tre passino l’esame per diventare conducenti. Un investimento cospicuo, di quasi 15mila euro a partecipante, che non ha risolto i problemi di organico con cui anche Vita spa si misura quotidianamente. “Abbiamo finito il primo ciclo, ma stiamo già lanciando il secondo perché l’iniziativa non è stata sufficiente”. Sul numero di autisti mancanti Jean Calliera non lesina. “Se domattina si presentassero cinquanta autisti li assumerei tutti, abbiamo le macchine ferme a fronte di una domanda di servizi in crescita”.
Stipendi troppo bassi? Il sindacato non è convinto
Un neo assunto inquadrato con il contratto collettivo nazionale degli autoferrotranvieri guadagna intorno ai 1200/1300 euro netti mensili che poi salgono a 1400/1500 con l’anzianità per un orario di 6 ore mezza al giorno su 6 giorni alla settimana. A riferircelo è Cristina Marchiaro della Filt CGIL, ma che condivide le sue riflessioni anche con gli altri due sindacati di categoria, la FIT CISL e il Savt trasporti.
Per la sindacalista della Cgil comunque “i soldi sono una spiegazione fino ad un certo punto”. “Stiamo riscontrando – spiega – un trend negativo di tipo sociale: molta gente non vuole più fare l’autista. Pensiamo non sia solo una questione economica, ma piuttosto una riluttanza nei confronti di un impegno lavorativo elevato, che ti porta a stare fuori casa anche 13 ore al giorno, a fronte di sole 6 ore e 30 minuti di guida”.
Questo avviene perché, per fare un esempio, un autista di linea impegnato su una tratta di una valle laterale dopo il viaggio deve aspettare, magari anche per 2 o 3 ore, l’orario della corsa per rientrare. E’ tecnicamente in pausa, non lavora, ma non può disporre liberamente del suo tempo libero perché confinato in una determinata località lontano da casa e a volte anche da servizi e punti di ristoro.
Il problema organizzativo è per ammissione della stessa Marchiaro un cane che si morde la coda. “I pochi autisti attuali sono “costretti” a turni lunghi e pesanti, con più personale la situazione organizzativa generale migliorerebbe”. Lo stesso Mirko Dayné della Svap ammette “ora come ora facciamo fatica a concedere le ferie agli autisti in servizi”.
Non è un problema di soldi e di stipendi neanche per il patron della Vita. “I nostri guadagnano anche da neo assunti tutti più di 1500 euro” sbotta Jean Calliera. Il Contratto di lavoro applicato è comunque stato rinnovato economicamente l’anno scorso, mentre deve essere ancora rivisto per la parte normativa. L’unica leva su cui è ancora possibile agire sono, per Cristina Marchiaro, gli integrativi regionali ancora da rinnovare.
Il mestiere di autista non attrae i giovani
“L’età media dei nostri conducenti supera i 50 anni di età” dice Jean Calliera. Tradotto: ai giovani questa professione non interessa e non sono disponibili a iniziare, nonostante, ora come ora, il mestiere garantisca in Valle d’Aosta, come nelle altre regioni, un’assunzione stabile e uno stipendio sicuro. “Ai giovani non piace più guidare, prendono la patente tardi o non la prendono”. sottolinea Dayné. “Poi sicuramente il sistema si è complicato: la D ora viene trattata come se fosse un brevetto aereo, chiedono un aggiornamento formativo ogni 5 anni di 20 ore, considerate da molti eccessive”.
“Le cause possono essere molteplici, l’esame da superare per alcuni viene visto come un ostacolo, il corso in preparazione è duro e richiede un impegno praticamente a tempo pieno per sei mesi” si interroga Jean Calliera.
Per i lavoratori che vengono da fuori regione poi si pone il problema degli affitti valdostani giudicati troppo cari. “Abbiamo avuto persone che arrivavano anche dalla Sicilia, dopo due o tre mesi hanno lasciato” sottolinea Dayné. Alla domanda su quanto influisca il reddito di cittadinanza su questa situazione chiosa il Presidente della Svap: “Non è il problema, ma è un problema”.
“Nessuno vuole più fare l’autista”, in Valle d’Aosta ne mancano novanta
di Silvia Savoye
A gennaio è sparito il collegamento con Martigny, ma il rischio che si intravede all’orizzonte è che a essere toccati saranno alcuni servizi di trasporto pubblico locale.
Il problema non è economico – “i soldi a bilancio ci sono” dice l’Assessore ai trasporti Luigi Bertschy – non è di volontà politica e tanto meno riguarda la mancanza di mezzi – “abbiamo anzi i migliori in Italia”. La questione è pratica: mancano gli autisti.
“Si parla almeno di una sessantina di autisti, ma se andiamo a individuare anche l’attività più generale dell’azienda il dato sale a una novantina di autisti” spiega in Consiglio regionale l’Assessore.
Un problema comune a tutta Italia, ma di cui la nostra regione sente maggiormente il peso, per le ridotte dimensioni territoriali.
La regione nei mesi scorsi ha provato a incentivare le persone a collocarsi nel settore, attraverso l’erogazione di voucher formativi a copertura dei costi per le patenti C e E, ma l’iniziativa non ha dato i frutti sperati.
“Ad oggi questo non è un lavoro che stimola l’interesse delle persone – spiega ancora l’Assessore – Ci sono questioni nuove che riguardano il mondo del lavoro nel post Covid, che vanno analizzati, perché questa carenza non riguarda gli sviluppi delle imprese, ma i servizi pubblici essenziali e rischia di avere delle gravi ripercussioni sulle linee degli studenti e dei lavoratori”.
Proprio la carenza degli autisti ha portato nei mesi scorsi Arriva a scegliere di terminare il collegamento con Martigny, mantenuto fino a tutto il 2022 nonostante “i dati non confortanti in termini di traffico passeggeri”.