Consulta pari opportunità: “Le parole pronunciate in Consiglio sono inaccettabili”
“Non è possibile, per nessuna donna, accettare le parole pronunciate ieri in Consiglio regionale. Ridurre la violenza contro le donne a “tragiche eccezioni” non consente di trattare il fenomeno con la giusta attenzione per la sua gravità.” A dirlo è la Presidente della Consulta regionale per le pari opportunità, Maria Elena Udali, dopo il dibattito avvenuto in Aula in apertura del Consiglio del 22 novembre 2023.
“Siamo convinte – aggiunge la Presidente – che il patriarcato sia da combattere, da donne e uomini indistintamente e congiuntamente. Esso è ciò che più si oppone alla costruzione di una società paritaria e libera dalla violenza. Crediamo che la via da intraprendere, più che “educare maschi forti”, sia educare alla relazione di parità e rispetto, all’affettività e alla non prevaricazione. Come Consulta per le pari opportunità riteniamo necessario non solo parlare e focalizzare l’attenzione sul fenomeno della violenza di genere nei giorni intorno al 25 novembre, ma che molto debba essere investito sulla prevenzione. Contrastare la violenza di genere in ogni forma si presenti, fisica, sessuale, psicologica, economica, verbale, è per noi una priorità. E insieme dobbiamo muoverci in questa direzione.”
Cgil Vda: gravi e irresponsabili parole
Le parole dei due consiglieri della Lega Vda vengono definite dalla Cgil “inaccettabili”, oltre che “fortemente irresponsabili” perché porgono “l fianco alla cultura della minimizzazione del crimine, derubricando tutte le violenze sulle donne – fino al più estremo del femminicidio – a un semplice squilibrio psichico”.
“Ritenere che un’educazione basata sul patriarcato abbia generato uomini forti e stabili significa avallare una cultura del predominio degli uomini sulle donne. – prosegue il sindacato – Significa non comprendere quanto il patriarcato sia un problema sia per le donne sia per gli uomini. Quella patriarcale non è un’educazione che insegna ai giovani ad affrontare le difficoltà della vita ma al contrario è un approccio alla vita e alle relazioni basate sulla sopraffazione, sulla presunta superiorità dell’uomo sulla donna e su una società fondata sulla forza, sul dominio e sull’aggressione”.
L’Uv prende le distanze da queste attitudini offensive e volgari
“Davanti ad un fenomeno ignobile e inspiegabile, come quello della violenza di genere e dei femminicidi, sarebbe meglio spendere energie per cercare di comprendere quali siano le cause e i rimedi possibili a questo cancro che avvelena la nostra società, evitando i teatrini vergognosi che hanno avuto luogo ieri in Consiglio regionale”. Così la presidente Uv, Cristina Machet scrive sul Peuple Valdôtain commentando le dichiarazioni dei due consiglieri del Carroccio. “L’Uv prende le distanze da queste attitudini volgari e offensive. Appoggio morale a tutte le donne che hanno sofferto e subito delle violenza. Se non si sa cosa dire sarebbe meglio restare in silenzio”.
Adu e Pd Vda: Dichiarazioni gravi
“Dichiarazioni sessiste inaccettabili” vengono definite le dichiarazione dei due consiglieri del Carroccio anche da Adu. “Non che nutrissimo grandi speranze, ma il dibattito in consiglio regionale sui femminicidi ha toccato nuove vette.Dopo aver invocato il ritorno del maschio alfa e del patriarcato come modello, alcuni consiglieri dovrebbero restare nelle loro caverne, o al limite nell’aula consiliare, anziché partecipare a manifestazioni o presidi per Giulia Cecchettin”.
Per il Pd Vda parole come quelle dei consiglieri Distort e Manfrin” stridono nell’impegnativa dell’intero Consiglio. Come Partito Democratico, come donne e uomini di questo territorio, non possiamo accettarle. E’ grave che siano state pronunciate in una sede istituzionale. Affermare che la via da inseguire sia “ritornare a educare maschi forti, ripercorrere il ruolo autentico del maschio alfa e dei suoi modelli virtuosi” è contro il modello di una società plurale, paritaria, antiviolenta e giusta. Indicano, inoltre e non possiamo non evidenziarlo, quanto il maschilismo machista sia insediato nella nostra cultura. Non possiamo congelare l’ideologia della prevaricazione e del controllo maschile come una delle possibilità di lettura, sostenendo che sia una percezione del genere femminile. Essa è da combattere perché sbagliata, senza opzioni”.
Violenza sulle donne, Distort (Lega Vda): “Il patriarcato ha dato intere generazioni di uomini forti e stabili”
22 novembre 2023
Filippo e tutti gli altri uomini responsabili dei 105 femminicidi avvenuti nel 2023 in Italia sono “delle tragiche eccezioni” , non figli di una cultura patriarcale che “ha dato, invece, intere generazioni di uomini forti e stabili”. Parole di Andrea Manfrin e Luca Distort, rispettivamente capogruppo e consigliere regionale della Lega Vda.
L’Assemblea regionale questa mattina si è aperta nel ricordo di Giulia Cecchettin, la 22enne veneta uccisa dall’ex fidanzato. Ma il ricordo si è presto trasformato in due opposte visioni della realtà.
“Oggi, Giulia è diventata il simbolo di quella violenza: una giovane donna cui è stato negato il futuro e che riporta tutti noi alla dura realtà delle statistiche dei femminicidi. Una realtà ancora troppo presente a cui va data una risposta, non soltanto nelle regole ma innanzitutto nell’educazione. A nome dell’Assemblea, esprimo la nostra vicinanza alla famiglia e raccogliendo l’invito della sorella Elena, rompiamo il silenzio e muoviamoci contro l’apatia. Bisogna parlare di questi temi, perché è anche così che si combatte la violenza.”
Sulle parole del presidente del Consiglio regionale Alberto Bertin è intervenuto Andrea Padovani di Fp-Pd chiedendo che sul tema si accendano i riflettori tutti i giorni e non soltanto il 25 novembre, partendo “dall’educazione familiare dei maschi e inserendo nelle scuole l’educazione sessuale e all’affettività”. “È un problema che riguarda noi tutti – ha poi scandito Padovani – e che è il frutto di una società patriarcale e maschilista che pensa alla donna come ad un oggetto da possedere.”
Uomini criminali? Società patriarcale? “I maschi non sono tutti potenziali stupratori o assassini ” rispedisce al mittente Andrea Manfrin. “E a tutti quelli che gridano contro il patriarcato, senza proferire parola contro il patriarcato islamico, chiedo dove sta il patriarcato? Solo una mente malata pensa che il male si estirpi condannando tutto il genere maschile o facendo crociate contro il patriarcato” Per il capogruppo della Lega il problema sono i genitori “incapaci di dire dei no ai propri figli, che quando prendono un brutto voto non ci sono divieti, che quando vieni bocciato non ci sono punizioni, che lasciano i ragazzini di 13 e 14 anni in discoteca dove usano e abusano di sostanze senza che nessuno si muova e ancora genitori che hanno paura di bussare alla porta della camera dei propri figli e di stare un po’ insieme”.
Solleva in parte i genitori dalle colpe dei figli il collega Luca Distort. “Il violento è arrogante, il maschio arrogante è un maschio viziato. O è chiaro o si fallisce tutto. Il peccato originale è lì. È un maschio a cui non è stato insegnato a gestire il no, che non è stato adeguatamente educato, che ha trovato incidenti di percorso nella formazione educativa, forse anche per colpa delle compagnie.” Poi la soluzione del consigliere del Carroccio: “Io mi ricordo i miei nonni, uomini forti e stabili, prodotti di quel patriarcato, uomini stabili su cui si poteva contare. Noi intravediamo una via da percorrere, ritornare a educare maschi forti, ripercorrere il ruolo autentico del maschio alfa e dei suoi modelli virtuosi”.