Ampliamento dell’ospedale, l’esposto di Vallée Santé vuole “accertare eventuali responsabilità contabili”
“Abbiamo fatto una segnalazione alla Procura, alla Corte dei Conti e all’Anac. Una mossa che facciamo perché la politica ha fallito. Non ha dato risposte a quanto abbiamo sempre portato a confronto. Perché al potere, del territorio, non interessa niente”.
A dirlo, in conferenza stampa Walter Manazzale del comitato Vallée Santé – che da anni chiede la realizzazione di un nuovo ospedale – spiegando il perché dell’esposto di sette pagine presentato sull’ampliamento ad est del “Parini”.
“Cercavamo una risposta politica ma non c’è stata – ha aggiunto Manazzale –. Vediamo che i tempi di realizzazione dell’opera si stanno allungando e i costi stanno aumentando. E intanto, i 120 milioni di euro previsti nel 2012 sono diventati 200. E non sappiamo esattamente cosa comprenda questa cifra”.
Il perché degli esposti
Ma perché un esposto? “Perché è un sistema di garanzia – ha detto ancora –. Non possiamo avere in mano tutta la documentazione e vedremo se le autorità troveranno qualcosa che non va. Se non trovano niente è una garanzia anche per l’Amministrazione regionale, che sarà sicura di aver fatto le cose per bene. Ma, se ci fosse qualcosa che non va, sarebbe meglio fermarsi subito e capire perché non si sia fatta prima una valutazione tra l’ipotesi di un ospedale nuovo e la ristrutturazione e ampliamento decisi”.
“Cosa chiediamo con questi esposti? Noi non ravvisiamo il tema penale, ma vogliamo accertare eventuali responsabilità contabili delle deliberazioni regionali – ha detto invece Enzo Blessent –. Vogliamo accertare che siano stati usati i criteri di efficacia e di efficienza e se sia corretto procedere con appalti, anche importanti, in mancanza di un progetto complessivo chiaro. Perché questo progetto nasce nel 2012, ed oggi certi elementi di allora non ci sono più”.
In chiaro, spiega ancora: “Ristrutturare l’ospedale è in realtà un modo per stare fermi. Lo dimostrano anni di delibere che non portano a niente. Suggeriamo un’altra soluzione, o che almeno ci si fermi un attimo per un confronto mai fatto in trent’anni: è meglio avere un ospedale nuovo o uno ristrutturato?”.
Non solo: “L’attesa riqualificazione delle strutture non c’è mai stata, ma sono stati fatti solo interventi spot – dice invece Manuela Jordan, ex infermiera e anch’ella in Vallée Santé –. In questi mesi altre delibere confermano un continuo cambio di piani, e non per rendere più efficiente il Sistema sanitario regionale, ma per motivazioni non del tutto chiare. Per questo è importante accendere un faro su questi provvedimenti”.
I dubbi sull’ampliamento
“Ho iniziato a lavorare in ospedale nel ’75 e non so a quanti traslochi io abbia partecipato – interviene invece Nives Paroli, ex caposala del “Parini” –. Non sono mai stata contattata una volta per sapere se i progetti che si facevano per un nuovo reparto fossero coerenti, conformi e adatti ai bisogni dell’utenza. Per questo ampliamento sono previsti 260 posti letto. Ma non c’è scritto a chi andranno, non ci sono i reparti. Ci sono dodici degenze divise su quattro piani. Senza nome, non si capisce chi ci sarà dentro, e viene chiamato ‘H24’. Poi c’è tutto il Mauriziano con mappe piene di day hospital, ma non si sa a chi siano rivolti, solo quello oncologico è specificato. Ci sono un’infinità di ambulatori e non è previsto un solo letto di degenza. E infatti è detto ‘H12’”.
Ma, aggiunge: “Le medicine, Cardiologia, Neurologia, Gastroenterologia oggi al Beauregard, le geriatrie, dove andranno? Quei malati, la sera, prenderanno la valigia e torneranno a casa? Si dice che tutto è concertato ma mi chiedo: come può sapere un primario se la struttura corrisponda alle esigenze da gestire se non c’è scritto da nessuna parte quale sia il suo reparto? Chi in Usl e in Regione ha in mano esattamente tutta la realtà?”.
La chiusa tocca a Blessent: “Siamo in questa situazione: ci si sta incaponendo su una cosa difficile e complessa che pagheranno i nostri figli ed i nostri nipoti. Un progetto che parte già vecchio e su cui, tra qualche anno, bisognerà intervenire”.