Il cimurro ritorna fra i boschi della Valle d’Aosta. Colpite alcune volpi

21 Novembre 2023

Scatta l’allerta cimurro in Valle d’Aosta. Nelle scorse settimane sono stati diagnosticati da parte dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Piemonte-Liguria e Valle d’Aosta, Sezione di Aosta, diversi casi di cimurro o malattia di Carré in volpi in parte rinvenute morte e in parte soppresse, in vari comuni della Valle d’Aosta. Tutti i soggetti sono risultati esenti da rabbia silvestre.

“La diagnosi dimostra che la malattia è presente sul territorio regionale sin dall’inizio dell’autunno, ma la sua estensione è ancora in via di definizione, in quanto sono ancora in corso degli esami così come l’indagine epidemiologica.  – spiega una nota – E’ importante ricordare che il cimurro è una malattia che non colpisce l’uomo, ma i carnivori selvatici e domestici, e in essi si diffonde per contatto diretto o attraverso le escrezioni urinarie e fecali o le ciotole e il cibo di cani infetti”.

A essere prevalentemente colpiti dal cimurro sono i cani in giovane età, che manifestanoproblemi al sistema nervoso (con possibilità di paresi) oppure con complicazioni respiratorie. E’ anche possibile che il cane infettato dal virus non riesca più a fare rientro presso la propria abitazione.

“E’ una malattia che non va sottovalutata e che può portare a conseguenze gravissime se contratta dall’animale domestico.  – prosegue la nota – L’unico modo per evitare al cane questa dolorosa patologia è la vaccinazione preventiva. Per questa ragione, si consiglia a tutti i proprietari di cani di controllare lo stato vaccinale del proprio animale e provvedere eventualmente alla vaccinazione, a discrezione del medico veterinario curante, in modo da escludere la possibilità di contagio”.

La Regione lancia inoltre un appello: chiunque notasse i sintomi descritti nei carnivori selvatici, che si avvicinano alle case con perdita dell’abituale senso di diffidenza, è pregato di segnalarlo alla stazione forestale più vicina. L’invito è inoltre ai  medici veterinari che facessero diagnosi di tale patologia a darne comunicazione alla struttura di sanità animale del dipartimento di prevenzione dell’Azienda Usl.

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