La Cardiologia del “Parini” ha eseguito due interventi ad alta complessità con il sistema Mitraclip

13 Dicembre 2024

Un passo storico per la sanità valdostana”. Così l’Azienda Usl definisce i primi due interventi ad alta complessità di riparazione percutanea dell’insufficienza della valvola mitrale con tecnica edge-to-edge mediante sistema Mitraclip, eseguiti con successo lo scorso 10 dicembre nella Sala ibrida dell’ospedale “Parini” di Aosta.

Ad eseguirli, l’équipe della Struttura complessa di Cardiologia diretta dal dottor Paolo Scacciatella, in collaborazione con la Struttura complessa di Anestesia e Rianimazione guidata dalla dottoressa Susanna Petrucci. I pazienti operati hanno superato con successo la procedura e si stanno riprendendo sotto stretta osservazione.

Le operazioni – spiega l’Usl – posizionano il “Parini” “tra i pochi centri in Italia capaci di offrire trattamenti avanzati di Cardiologia Interventistica ad alta complessità”, consolidandolo “come punto di riferimento per la cura delle cardiopatie in Valle d’Aosta e nelle regioni limitrofe”.

Il trattamento interventistico della valvulopatia mitralica – dice ancora l’Azienda – fa parte del percorso verso la creazione di un Centro Interaziendale Interregionale per il Trattamento delle Cardiopatie Valvolari. A partire dal 2025, il progetto prevede la collaborazione attiva tra cardiologi, cardiochirurghi e rianimatori di Aosta e Torino per il trattamento transcatetere anche della valvulopatia aortica (Tavi).

L’insufficienza mitralica è una grave condizione caratterizzata da un malfunzionamento della valvola mitrale che può portare rapidamente allo sviluppo di insufficienza cardiaca conclamata. Nei pazienti considerati a rischio molto alto per un intervento cardiochirurgico tradizionale, a cuore aperto, la tecnica mini invasiva Mitraclip rappresenta una soluzione salvavita.

Questa procedura medica all’avanguardia – spiegano ancora dall’Usl – “richiede requisiti strutturali e di capacità tecniche che solo pochi Centri in Italia possono vantare, di cui solo 13 con stand by cardiochirurgico a distanza, ossia una misura di sicurezza prevista durante interventi di cardiologia interventistica complessi. In questo caso, l’équipe di cardiochirurghi dell’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino, diretta dal dottor Paolo Centofanti, era pronta a intervenire tempestivamente qualora si fossero verificate complicanze tali da dover procedere con un intervento chirurgico tradizionale a cuore aperto”.

L’intervento è stato eseguito dai cardiologi interventisti Paolo Scacciatella, Francesco Pisano ed Elisa Pelloni, coadiuvati dai colleghi Lorenzo Zaccaro e Alessandro Bernardi. L’assistenza anestesiologica è stata garantita dagli anestesisti Chiara Obert e Luca Amendolia. L’assistenza di sala è stata fornita dagli Infermieri dell’équipe di Cardiologia Interventistica – Valentina Ferrara, Denise La Spina, Alessia Pala, Cesare Malacrinis e la coordinatrice infermieristica Patrizia Persico –, quella tecnica dal Tecnico di Radiologia medica Federico Gagliano.

“Sono orgoglioso di questo lavoro corale fatto di formazione, organizzazione e aggiornamenti continui. Dal 2020 la nostra équipe di Cardiologia esegue questi interventi presso la Cardiologia dell’Irccs Policlinico San Donato di Milano, sotta la guida e con la collaborazione dei cardiologi interventisti diretti dal dottor Francesco Bedogni. L’obiettivo, raggiunto, era portare nel nostro ospedale nuove competenze cliniche d’eccellenza per rispondere ai bisogni di salute della popolazione attraverso le procedure più innovative” commenta il dottor Scacciatella.

“Durante l’intervento – spiega ancora –, abbiamo introdotto un dispositivo chiamato MitraClip attraverso una piccola incisione nella vena femorale e lo abbiamo guidato fino al cuore attraverso il sistema vascolare. Una volta raggiunta la valvola mitrale, abbiamo applicato il dispositivo ai lembi della valvola per unirli, riducendo o eliminando il rigurgito di sangue anomalo tra l’atrio e il ventricolo sinistro”.

Questa tecnica si avvale di tecnologie avanzate, come l’ecocardiografia tridimensionale transesofagea e la fluoroscopia, per garantire il corretto posizionamento e il successo dell’intervento, entrambe presenti nella Sala ibrida del “Parini”. “Grazie alla sua natura mini invasiva, la procedura consente tempi di recupero più brevi, riduce il rischio di complicanze post-operatorie, e migliora significativamente la qualità della vita dei pazienti”.

Il direttore generale USL, Massimo Uberti, aggiunge: “Innanzitutto, faccio i complimenti all’équipe del dottor Scacciatella e a tutti i colleghi coinvolti per questi due interventi ad alta complessità mai effettuati prima nel nostro ospedale. Questo risultato rappresenta un importante passo avanti per la sanità della Valle d’Aosta, consentendoci, grazie anche all’eccellenza tecnologica della Sala Ibrida e alle collaborazioni realizzate con i migliori centri cardiochirurgici e cardiologici del Paese, di offrire ai nostri pazienti le più avanzate tecniche di Cardiologia Interventistica. Inoltre, gli interventi ad alta complessità sono uno degli asset strategici per contrastare la mobilità sanitaria passiva e fare in modo che i pazienti non debbano andare fuori Valle, nonché leve importanti sul fronte dell’attrattività e del reclutamento, altro capitolo vitale per il nostro Servizio sanitario pubblico”.

“L’ospedale regionale di Aosta si conferma un’eccellenza sanitaria capace di offrire ai cittadini valdostani un’assistenza quotidiana ordinaria alla quale è giusto affiancare trattamenti all’avanguardia che fino a pochi anni fa erano disponibili solo in grandi centri metropolitani – chiude invece l’assessore alla Sanità Carlo Marzi –. Questo tipo di interventi crea attrattività verso la Valle d’Aosta di grandi professionalità e dimostra l’impegno della Regione nel garantire servizi di qualità e nel sostenere anche l’innovazione tecnologica al servizio della salute. Ringrazio tutti i professionisti e le professioniste coinvolti per il loro straordinario lavoro quotidiano”.

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