Maturità 2022, tornano gli scritti: cosa ne pensano gli studenti

04 Febbraio 2022

La maturità 2022 sarà quasi normale e compresa di scritti. Da quando è uscita la comunicazione del Ministro dell’Istruzione è scoppiato il panico tra i prossimi maturandi. I giovani si sentono impreparati e colti di sorpresa da una decisione che fino a poco prima era del tutto diversa. L’angoscia si è trasformata in protesta: questa mattina, venerdì 4 febbraio 2022, ad Aosta come in molte città d’Italia, i maturandi contrari a questa decisione manifestano. La maggioranza è ostile alla decisione, considerata troppo “spinta” e incoerente, ma c’è anche chi è favorevole a un esame integrale, tradizionale e autentico.
Mi sembra una forzatura” dice Elettra, allieva all’ultimo anno del Liceo Artistico. “Pretendono di tornare alla normalità quando non c’è niente di normale. Non è normale camminare con una mascherina o non poter toccare le persone” esemplifica con enfasi Linda.
Se mi viene detto che c’è la normalità di tornare a fare gli scritti allora c’è anche per andare in gita e per vivere normalmente la vita da diciottenni. Mentre ci hanno detto che così non è, che c’è bisogno che l’Italia sia divisa in colori, che è necessario fare le quarantene e prendere delle misure protettive” fa notare Giulia, studentessa del Liceo Classico.
Il nodo cruciale che lega le opinioni degli studenti è proprio questo: l’incoerenza nel cercare di simulare a tutti i costi una normalità fittizia. Ma non si dovrà pur sempre cominciare da qualche parte? Secondo Giulia “la scuola non è sicuramente il primo settore sacrificabile”. Secondo Sophia, invece “Reintrodurre gli scritti sarebbe un passo verso la normalità. Sono d’accordo con il ritorno degli scritti poiché la maturità è sempre stata così”. 

Gli studenti si sentono preparati ad affrontare un esame tradizionale?

Molti riferiscono di non avere una preparazione sufficiente per affrontare un esame completo, a causa degli ultimi anni passati in didattica a distanza a singhiozzo e in alcuni casi della mancanza di professori non vaccinati o in isolamento; mentre qualche alunno non si considera penalizzato. 

In alto Elettra e Erik in basso da sinistra Linda Hadil e Sandy studenti allultimo anno del Liceo Artistico di Aosta

“Io penso che dopo cinque anni di liceo sia più gratificante svolgere una maturità completa ed essere valutati su questa” sottolinea ancora Sophia “Soprattutto in un anno nel quale comunque siamo riusciti ad andare in presenza quasi tutto l’anno, quarantene per positivi escluse. Pensa poi alla soddisfazione di un buon voto ricevuto dopo una maturità completa!” Anche Elettra confessa che “a me piacerebbe fare l’esame di grafica perché comunque ci siamo preparati per farlo, in questo modo potremmo uscire dalla scuola e poter dire di aver concluso con quello per cui abbiamo studiato”. 

“Se gli scritti non ci fossero sarei più tranquilla, perché mi agito facilmente. In fondo tutti preferiremmo evitare le difficoltà. Ma io penso che vada bene fare anche gli scritti, perché per quanto mi riguarda ho sempre seguito come se fossi stata in classe, però so che molti miei compagni facevano fatica a seguire” riferisce Anna Chiara, del Liceo Musicale. Invece Silvia, del Liceo Linguistico di Verrès, fa notare che “i 2001 hanno fatto solo tre mesi di DAD e una maturità semplificatissima, noi abbiamo passato a distanza due anni e mezzo e faremo una maturità quasi normale. Praticamente ci siamo giocati il triennio, non abbiamo avuto il tempo di prepararci”.
“La base della maturità viene data in terza, quindi noi siamo stati quelli con più danni” aggiunge Hadil “Piuttosto che l’orale completo avrei messo una tesina, oltre che agli scritti” propone Elettra. 

L’agevolazione di questa maturità, che è molto vicina a un esame del passato, è che la commissione è solo interna e da loro viene elaborata la seconda prova. Tuttavia questa facilitazione non sembra soddisfare la maggior parte degli studenti. Ma Erik, al contrario, dice: “Finché la commissione è interna a me va bene fare l’esame quasi normale”.

Anna Chiara Bosonetto, alunna di quinta al Liceo Musicale di Aosta

La situazione, oltre alla preparazione

“La situazione è complicata e non mi sembra il momento di reintrodurre gli scritti” dice Giulia. “Siamo emotivamente instabili” dichiara Sandy “In questo periodo chiunque ha delle preoccupazioni a casa, come chi ha il genitore che sta male o chi ha un’attività che sta chiudendo e avere un peso in più, il doversi preparare normalmente all’esame non aiuta”. E’ dello stesso parere Linda, che riflette: “Questa DAD ci ha un sacco scombussolati, ha portato molto stress psicologico. Io credo che in un’atmosfera di pandemia sia difficile concentrarsi e dare il massimo, la maggiore preoccupazione adesso è di non ammalarsi”. 

“Non sono gli scritti in sé” 

Per altri la questione è prettamente morale. Non si tratta di semplificare un esame e facilitarsi la vita, anzi, alcuni hanno testimoniato di non temere gli scritti in sé o addirittura di preferirli all’orale.  “Io sono abbastanza contraria non tanto per questione di difficoltà o rendimento, ma per il modo in cui ci è stata comunicata la decisione, che fino a pochi giorni prima era stata presentata in modo diverso” spiega Giulia “La classe politica ha passato il mese di gennaio a eleggere il presidente e poi se ne è uscita così all’ultimo con questa decisione inaspettata…”.
“Agli occhi dei grandi sembra che noi protestiamo perché non abbiamo voglia di fare l’esame, ma secondo me finché non si vivono lo stress della DAD e tutte queste preoccupazioni non si può capire cosa prova uno studente.”
Non è per gli scritti che sciopero, ma perché è ingiusto” dice Hadil, che punta il dito alle incongruenze delle decisioni prese dall’alto: “Per esempio, hanno diminuito le domande dell’esame di teoria di scuola guida per poter ricambiare l’aria, e mi fa ridere che invece il nostro esame sia tornato normale”.

Tuttavia, se il ritorno a un esame normale è considerato ingiusto da chi si sente penalizzato dagli anni in DAD o dalla situazione particolare, lo svolgimento di un esame solo orale è ingiusto per chi si sente più forte nello scritto. “Una mia amica a causa della pandemia si è chiusa in sé stessa, e mi ha detto che lei è felice che ci siano gli scritti, si sente più sicura” testimonia una ragazza. In più, Sophia ammette che “qualcuno usa lo sciopero come scusa perché non si è mai applicato in questi anni e sa che con solo l’orale può portarsi a casa un bel voto, magari non meritato. Comunque non penso che uno sciopero degli studenti possa far cambiare la scelta dello Stato”.  

Io, che sono ugualmente una studentessa all’ultimo anno, non partecipo allo sciopero. Sarei felice di poter svolgere un esame autentico, che trovo più stimolante, multidisciplinare, appagante e “meritocratico”. Anche se devo ammettere che il raccogliere tutte queste opinioni mi ha fatto mettere in dubbio le mie. Che questo fenomeno sia accaduto anche tra i maturandi che ho intervistato? L’opinione, in fondo, è facilmente influenzabile.

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