Resta alto l’abbandono scolastico in Valle. Bene, invece, le prove Invalsi

15 Novembre 2022

Il quadro, il Memento statistico della scuola valdostana, parte da un punto cardine: il calo delle nascite e i suoi effetti sull’entità della popolazione scolastica.

Il dato non è nuovo: dal 2014 l’andamento delle nascite in Valle d’Aosta è in calo progressivo. Un allarme già lanciato dalle strutture regionali ad inizio 2021 – con lo scorso “Memento” – e che oggi, rispetto all’anno scolastico 2017/18, gli iscritti nelle scuole della nostra regione in diminuzione. Soprattutto per quanto riguarda la scuola dell’infanzia e la primaria, che rispetto ai dati di quattro anni fa segnano rispettivamente un calo del 16,3 e dell’11,3 per cento.

La dispersione scolastica

Nel 2021, stando al report della Struttura regionale per la valutazione del sistema scolastico, i giovani che hanno abbandonato prematuramente gli studi è pari al 14,1 per cento. Dato in rialzo rispetto al 2020 (era l’11,6) ma più basso – lievemente, era l’14,3 – nei confronti del 2019. Resta importante losquilibriotra le femmine e i maschi: se per le prime la percentuale di abbandono si attesta alle 10,9, per i secondi è invece pari al 17,1.

I giovani tra i 18 e i 24 anni che abbandonano gli studi sono maggiori nel nord-ovest (11,5%) rispetto a quelli del nord-est (9,6%). Tra le regioni delle due zone, con il suo 14,1, spicca la Valle d’Aosta, seguita dalla provincia di Bolzano (12,9), Trento (8,8) e Friuli-Venezia Giulia (8,6). Il dato nazionale si ferma invece al 12,7 per cento.

Dispersione scolastica

Gli esiti scolastici e l’anno a “zero” del Covid

Dopo l’anno 2019/20 – nel quale gli esiti scolastici sono stati condizionati dall’emergenza sanitaria, con le bocciature praticamente azzerate -, le non ammissioni alle classi successivi sono tornate ai valori degli anni precedenti, con un aumento nella scuola secondaria di II grado. qui, i valori più elevati sono quelli nel biennio iniziale.

Nell’anno 2020/21, per la scuola primaria, il dato degli alunni non ammessi alla classe successiva si è attestato sullo 0,4 per cento, mentre sulla secondaria di I grado fa segnare il 3,6 ed il 12,2 per cento per le superiori. Nel 2016/17 i numeri parlavano – rispettivamente – dello 0,4, 3,2 e 10. Nel 2017/18 erano 0,3, 3,3 e 10,1 mentre nel 2018/19 si parlava di uno 0,2, 3,4 e 10,3. Qui si vede l’impatto della pandemia, dato che il 2019/20 mostra uno 0,0 per cento alla primaria, uno 0,4 per cento alle medie e un 1,2 per cento alle secondarie di II grado.

Riguardo gli studenti delle superiori con il giudizio sospeso a giugno, nel 2020/21 i dati parlano di una media – sui quattro anni, perché il quinto prevede l’esame di Stato – del 24,9 per cento. In calo, quindi, rispetto al 26 del 2018/19, del 27,1 del 2017/18 e anche del 26,8 del del 2016/17.

Esiti scolastici

I non ammessi a giugno lo scorso anno scolastico, sempre alla secondaria di II grado – si diceva – sono stati il 12,2 per cento. Riguardo gli esiti di settembre – i cosiddetti “esami di riparazione” – hanno visto una percentuale di bocciati del 15,6. Quasi il doppio rispetto agli 8,6 del 2018/19 e gli 8 del 2016/17, ma ben superiore, comunque anche al dato 2017/18 che toccava la “punta” del 9,8 per cento.

“Il 2019/20 è stato anomale – ha spiegato la sovrintendente agli Studi Marina Fey -, con percentuali diverse rispetto al trend che si attestava su altre cifre. Anche perché per l’anno successivo rispetto al discorso Covid, a livello statale, non era prevista la non ammissione. Per questo, gli insegnanti hanno dovuto, l’anno dopo, fermarne alcuni studenti in più rispetto alla media”.

I numeri, però, sono molto disorganici da scuola a scuola. Fey dice: “Il dato importante sul quale lavorare è quello sulla differenza tra percorsi di studio e come, in base a questi, gli esiti cambino. C’è una forte disomogeneità”.

In effetti, le tabelle mostrano una media di non ammissioni più alta negli istituti tecnici (15,8 per cento) e professionali (11,8) rispetto ai licei (9,9 per cento).

“Quasi un quarto degli studenti valdostani del secondo anno ha ripetuto almeno una classe – aggiunge la sovrintendente -, e qui entra in gioco il discorso della dispersione scolastica. Tutti elementi che possono portare all’abbandono del percorso scolastico”.

Esiti scolastici

Le prove standardizzate

Complessivamente, riguardo le prove standardizzate Invalsi in italiano e matematica, la sovrintendente Fey spiega: “La Valle, per la terza media, è migliore rispetto ai livelli di competenza nazionale, sia in italiano come in matematica per i livelli più alti:3, 4 e 5”.

Qui, riguardo le prove di italiano, i dati parlano di una percentuale del 16,8 per il 2021 (era il 10,2 nel 2019) per il livello 5 (il dato nazionale è pari al 10%, quello del nord-ovest del 10,3), del 28,7 per il livello 4 (in Italia la media è del 21,5 e del 23 nel nord-ovest) e del 29,1 per il livello 3 (24,2 sul nazionale, ma 30,7 nel nord-ovest).

Situazione simile per quel che riguarda la matematica: gli studenti di livello 5 fanno segnare il 17,7 per cento (13,5 il dato nazionale, 14,5 quello del nord-ovest), quelli di livello 4 il 21,6 (contro il 16,9 italiano ed il 17,7 del nord-ovest) mentre quelli di livello 3 il 25,9 (24,5 in Italia mentre il nord-ovest raggiunge il 26,9).

Meno bene i livelli più fragili, 1 e 2, mediamente sotto i dati nazionali e quelli dell’area di riferimento. In italiano i livelli 1 fanno segnare il 6,6 (contro il 14,9 ed il 12,4), in matematica l’11,7 (contro il 21,6 ed il 16). Risultati simili per il livello 2: in italiano la media è del 18,8 (24,2 in Italia e 23,5 nel nord-ovest), mentre per la matematica è del 23,2 (contro il 23,5 ed il 24,8).

Sulle prove in inglese, invece, i risultati degli studenti valdostani sono i migliori sia nella lettura sia nell’ascolto. In generale, i risultati migliori sono stati ottenuti nella comprensione scritta.

Per le classi quinte superiori, i risultati della prova nazionale Invalsi sono in linea con quelli del nord-ovest e nettamente migliori rispetto a quelli nazionali, per i livelli 3, 4 e 5. Però, il report segnala una grande disomogeneità per quello che riguarda le diverse scuole.

“Sono buoni risultati, tutto sommato, se comparati al nord-ovest e al livello nazionale – dice Fey -, che vedono però una dispersione implicita più marcata. Bisogna ragionare sulla capacità di valutazione e di selezione. Sono dati oggettivamente soddisfacenti, ma abbiamo ancora una percentuale molto alta sull’abbandono del percorso. I giovani che abbandonano percorso di istruzione vanno nei neet? O cercano e trovano dei lavori? Questo è l’interrogativo”.

L’assessore all’Istruzione Luciano Caveri e la sovrintendente agli Studi Marina Fey
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