Università, le scelte “itineranti” di oltre 3500 valdostani
C’è chi è andato a Napoli a studiare Lingue, chi a Perugia per Scienze per l’investigazione e la sicurezza, chi a Teramo per Bioscienze e Tecnologie agroalimentari e ambientali, chi ancora a Bari per Fisiopatologia della riproduzione degli animali domestici o a Sassari per Wildlife Management. Sono sparsi un po’ ovunque per l’Italia i 3553 studenti universitari residenti in Valle d’Aosta e iscritti ad un Ateneo italiano. Le uniche regioni dove non compaiono valdostani iscritti nelle università locali sono il Molise e la Basilicata.
Nell’anno scolastico 2022/2023 la maggior parte di loro, 1802, ha scelto un ateneo piemontese, mentre hanno preferito proseguire gli studi in Valle d’Aosta 599 studenti, a cui si aggiungono i 383 iscritti ad un’università telematica.
Consistente anche il numero di valdostani iscritti ad un ateneo in Lombardia (414) o in Emilia Romagna (142). Meno di un centinaio i valdostani iscritti in un’università in Toscana (83), Veneto (72), Liguria (49), Lazio (43), Friuli-Venezia Giulia (17), Trentino-Alto-Adige (12), Umbria (10), Marche (7), Campania (6), Abruzzo (6), Sardegna (6), Sicilia (4), Calabria (2) e Puglia (1). 74 sono gli iscritti ai Conservatori (53 in Valle d’Aosta, 11 in Piemonte e 1 in Veneto) e 59 alle accademie, istituti di design e simili.
Dai 943 iscritti all’Ateneo valdostano nello scorso anno accademico, 380 arrivano da fuori Valle per frequentare Scienze e tecniche psicologiche (211) e Lingue e comunicazione per l’impresa il turismo (97). I due corsi di laurea risultano anche i più gettonati fra i valdostani, accanto a Scienze dell’economia e della gestione aziendale (113). Ma la volontà, come spiega l’Assessore regionale al sistema educativo e politiche per le relazioni intergenerazionali Jean-Pierre-Guichardaz, è di attrarre ancora più studenti da fuori regione e in questo senso l’Ateneo sta già lavorando, con alcune novità che verranno a breve annunciate.
A fotografare le scelte degli universitari valdostani sono stati gli uffici dell’Assessorato, in vista della seduta del Consiglio regionale. Il censimento si è fermata però solo agli atenei italiani. Difficile ricostruire invece i percorsi di studio dei valdostani all’estero, anche perché soltanto in 33 hanno fatto richiesta di borsa di studio alla Regione. Gli altri, probabilmente perché accedono a sostegni allo studio messi a disposizione dagli Stati esteri, non ne fanno richiesta. “Sappiamo però di molti studenti iscritti in Francia, in Germania, tanti in Svezia. I valdostani sono abbastanza itineranti, perché la qualità in uscita dalle nostre scuole è abbastanza notevole”.
Degli iscritti in Piemonte, 1403 gravitano su Torino, per frequentare corsi di laurea in discipline umanistiche (174), giurisprudenza (141), scienze mediche (139), cultura, politica e società (133) e scienze della vita e biologia (109). In 302 valdostani risultano l’anno scorso iscritti al Politecnico di Torino, dove il corso di laurea più gettonato è ingegneria industriale (99) e a seguire ingegneria dell’informazione (43). All’Università del Piemonte orientale sono iscritti invece in 72 valdostani e a Sciente gastronomiche a Pollenzo.
In Lombardia è l’Università di Pavia ad avere il maggior numero di valdostani iscritti (64), seguita dalla Cattolica di Milano (60) e dal Politecnico (37). Se a Pavia non predomina un corso di laurea, per la Cattolica la maggior parte dei valdostani frequenta economia (12), lettere e filosofia (7) e scienze bancarie (6). Al Politecnico in 19 sono iscritti a ingegneria, 10 ad architettura e 8 a design. Sono invece 21 i “bocconiani”.
Cento i valdostani iscritti all’Università di Bologna, con Storia, Scienze politiche e Giurisprudenza fra i corsi di laurea più gettonati, 19 all’Università di Parma, 9 a Ferrara e altrettanti a Modena-Reggio Emilia.
In Toscana in 31 valdostani sono iscritti all’Università di Pisa, 27 all’Università di Firenze e 9 all’Università di Siena. Di questi in 5 frequentano la Normale di Pisa. Altrettanti valdostani risultano iscritti all’Accademia delle Belle Arti di Firenze.
Tanti i corsi di laurea che vedono iscritti a Padova 32 valdostani, 25 alla Ca’ Foscari di Venezia e 10 a Verona. A Genova i valdostani vanno invece soprattutto per studiare medicina (9) e scienze matematiche e fisiche (6). Alla Sapienza a Roma sono iscritti 29 valdostani. Ritornando nel Nord Italia, l’Università di Trieste registra 16 valdostani, di cui 6 per il corso di laurea per interpreti e traduttori. Un unico iscritto a Udine a scienze e tecnologie agrarie e forestali. Undici gli iscritti all’Università di Trento, di cui 4 a Giurisprudenza.
A supportare i percorsi di studio dei valdostani è la Regione che mette a disposizione assegni di studio, contributi alloggi e un rimborso sulle spese di trasporto, da poco riformati. “Nell’ultimo decennio tutte le domande arrivate sono state soddisfatte”.
Oltre a monitorare le scelte universitarie, la volontà dell’Assessorato al sistema educativo e politiche per le relazioni intergenerazionali in accordo con quello allo Sviluppo economico, è di seguire in futuro anche le scelte professionali dei valdostani.