Valle d’Aosta Aperta punta il dito: “Scuola impreparata alla ripresa”

01 Settembre 2023

La ripresa delle attività collegiali dei docenti e gli esami per gli alunni con dei debiti a carico, che decorrono dal 1° settembre, fanno dire a Valle d’Aosta Aperta che “anche quest’anno la scuola valdostana si dimostra impreparata”, perché “le segreterie scolastiche e gli uffici della Sovraintendenza agli studi, carenti di personale, non hanno ancora nominato molti docenti”.

Per la coalizione, altre questioni sul tappeto sono rappresentate dal fatto che “i dirigenti scolastici cercano di interpretare, in un ‘gioco delle parti’ vagamente pirandelliano, il loro ruolo di dirigenti e reggenti su più scuole, diverse per ordine e problemi” e che “i docenti sono, in molti casi, ancora all’oscuro delle classi in cui insegneranno, cosicché i primi giorni di settembre saranno occupati da attività collegiali e di programmazione non proficue, perché svolte da consigli di classe a ‘ranghi ridotti’ e da integrare a lezioni avviate”.

Inoltre, aggiunge Valle d’Aosta Aperta, gli educatori di sostegno, “non conoscendo i casi affidatigli, non potranno programmare con serietà” e “molti bidelli ed accudienti sono ancora da assumere, quando invece tutto dovrebbe essere già organizzato e le attività didattiche funzionare a pieno ritmo”.

Secondo la coalizione, “se poi cerchiamo di capire quale progetto culturale ci sia dietro la scuola valdostana e italiana, il panorama è desolante”, perché “le uniche novità sono il massiccio investimento dei fondi del PNRR per l’acquisto, compulsivo e obbligato, di strumenti tecnologici, in contrasto con proposte pedagogico-didattiche non supportate da un adeguato processo formativo del corpo docente e l’introduzione di docenti Orientatori e Tutor”.

In sintesi, conclude Valle d’Aosta Aperta (che raggruppa Area Democratica Gauche Autonomiste, Adu VdA e MoVimento 5 Stelle), “questa mancanza di attenzione e di investimenti per la scuola ben si concilia con la non tanto celata volontà di formare non dei cittadini liberi e pensanti, ma dei lavoratori sfruttati e ignoranti del loro diritti”.

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