A Châtillon torna la Sagra del Miele
A Châtillon torna la Sagra del Miele e dei Suoi derivati, arrivata alla sua diciannovesima edizione. Oltre ai 22 apicoltori valdostani, alla sagra saranno presenti anche il Consorzio des Abeilles en Fête di Martigny e Le Città del Miele di Montelupone. Le iniziative prenderanno il via venerdì 28 ottobre alle 18.30 all’Ex Hotel Londres, dove alla conferenza “La tutela delle api non è un gioco da ragazzi” il Dottor Paolo Fontana presenterà lo studio di ricerca condotto dalla Fondazione Edmund Mach di Trento per valutare il comportamento delle api come biospie.
Il giorno dopo, sabato 29 ottobre, dalle 15 alle 18, al Castello Gamba si svolgerà “Chateau Miel”, un evento organizzato dal Consorzio Apistico della Valle d’Aosta in collaborazione con l’Assessorato ai Beni Culturali. I partecipanti, dopo una visita al castello, avranno la possibilità di degustare alcuni mieli valdostani e del finger food a base di prodotti del territorio cucinati dall’Unione Cuochi della Valle d’Aosta.
Domenica 30 ottobre, alle 10.30 presso la sala dell’Ex Hotel Londres avrà luogo la premiazione del XXVIII Concorso dei Mieli della Valle d’Aosta a cui seguirà, nel pomeriggio dalle 14.30 alle 17.30 la degustazione gratuita dei mieli premiati condotta dagli assaggiatori dell’Assessorato iscritti all’albo degli esperti in analisi sensoriale del miele. Sempre Domenica, dalle 11 alle 15, in occasione del decennale dall’apertura del Museo Gamba si svolgerà un’Art Walk lungo la strada Des Sarasins fino al museo. Parallelamente, in Via Chanoux e Via Tollen, 22 apicoltori Valdostani esporranno i loro prodotti alla mostra mercato organizzata in occasione della sagra.
121 varietà di miele in concorso
Le varietà di miele valdostano presentate al XXVIII Concorso Mieli della Valle d’Aosta sono state 121. Ciascuna di queste è stata sottoposta a 371 analisi chimico-fisiche svolte dal laboratorio dell’unità analitica miele dell’Assessorato all’agricoltura e risorse naturali e a 50 analisi polliniche praticate fuori regione. 18 campioni, sono stati esclusi perché non corrispondenti alla categoria dichiarata e 2 per il non rispetto di parametri di umidità. Sabato 15 ottobre, si è poi riunita la commissione di assaggio, composta da 16 giudici iscritti all’albo degli esperti in analisi sensoriale del miele, 9 dei quali sono provenienti da fuori valle. La sentenza ha premiato 30 mieli più una menzione speciale per un miele di lampone.
“Stagione non eccezionale ma in crescita rispetto al disastro del 2021”
La manifestazione arriva al termine di una stagione “non eccezionale ma sicuramente in crescita rispetto alla disastrosa stagione precedente.” Come ricorda l’Assessore all’Agricoltura e Risorse Naturali, Davide Sapinet. I dati relativi alla Valle d’Aosta per la stagione apistica 2022 infatti, se confrontati a quelli relativi al panorama nazionale, indicano una produzione abbondante e di buona qualità. In primavera i 585 apicoltori presenti sul territorio hanno raccolto un buon miele di tarassaco e millefiori. In estate è stata registrata un’ottima produzione di miele di rododendro.
La quantità media di “oro liquido” prodotta in ciascuno delle 8225 arnie cosparse per la regione si attesta attorno ai 25-30 kg. A soffrire, sono state alcune vallate della Bassa Valle. Per contro, si è assistito ad un notevole aumento dei prezzi, che Patrick Stévenin, presidente del Consorzio apistico della Valle d’Aosta, ha giustificato così:”Le api non hanno nessun contratto, il nostro miele ha giustamente acquistato un po’ di valore e dico valore e non prezzo perché è proprio il valore che poi porta il prezzo al nostro miele. Sicuramente fare apicoltura in Valle d’Aosta non è come fare apicoltura in una regione pianeggiante. Qui abbiamo ancora degli apiari che vanno spostati con dei trattorini.”
Mentre per ciò che riguarda la salute delle api, il Presidente del Consorzio Apistico rassicura:” Le nostre api non hanno patito le temperature di quest’estate, hanno lavorato di più per poter portare acqua all’interno degli alveari e portare il microclima all’interno alla temperatura ottimale. Secondo me ha portato dei danni verso fine stagione perché le nostre api si sono trovate in un periodo di siccità, quindi hanno avuto meno importazione e noi abbiamo dovuto iniziare la nutrizione prima, questo spero non ci porti danni nella primavera a venire quando ripartiremo con le famiglie.”
Quello dell’apicoltura, è un settore vitale per tutta la produzione eno-gastronomica del territorio, perché come sottolinea Fabrizio Savoye, coordinatore del Dipartimento Agricoltura:”Il cibo che noi mangiamo dipende per il 30% dall’impollinazione delle api e degli altri insetti impollinatori. Addirittura, dagli insetti impollinatori dipende la resa qualitativa e quantitativa del 70% delle colture.”