Pressioni antiaborto, l’Azienda Usl: “Nessun volontario pro vita nei consultori”
La denuncia del Centro Donne contro la Violenza di Aosta riferita ad alcune pressioni antiaborto nei presidi sanitari valdostani ha suscitato, complice il tema di estrema attualità, grande clamore anche a livello nazionale.
L’Associazione valdostana ha riferito di interferenze indebite, pressioni e indirizzo ad associazioni pro vita subite dal donne intenzionate a procedere ad un’interruzione volontaria di gravidanza nei presidi sanitari del territorio valdostano. Secondo le segnalazioni raccolte dal Centro Donne contro la Violenza, guidato da Anna Ventriglia, alcune donne sarebbero state costrette ad ascoltare il battito del feto durante una visita.
“Abbiamo saputo anche di promesse di sostegni, come pannolini e latte, da parte di volontari con il preciso intento di dissuaderle dalla scelta di abortire, personalissima e spesso sofferta” ha spiegato la Presidente Anna Ventriglia.
Azienda Usl: Nessun volontario nei presidi pubblici
L’Azienda Usl ha però smentito la presenza di volontari pro vita nelle strutture pubbliche. “Non risultano volontari di associazioni provita nei consultori o in ospedale e nessuna segnalazione in tal senso è arrivata all’Azienda e al Dipartimento politiche sociali né da parte di cittadini né da parte di associazioni” scrive l’Usl in una nota.
Movimento Pro Vita di Aosta: “Nessuna attività nei consultori”
Una precisazione arriva anche dal Movimento Pro Vita di Aosta. “Come principale associazione locale di riferimento per la tutela della vita nascente, ci chiediamo quali enti siano coinvolti in questa azione e auspichiamo una puntuale indagine dell’Ausl che possa fare chiarezza sulle segnalazioni denunciate”.
L’Associazione di volontariato ha spiegato in una nota stampa di essere federata al Movimento per la Vita italiano “che non ha appoggiato la proposta di legge di iniziativa popolare concernente l’obbligo dell’utilizzo di esami strumentali (quali il battito cardiaco) alle donne intenzionate ad abortire”.
Centro Donne contro la Violenza: “Vigileremo sull’attuazione della 194”
Il Centro Donne contro la Violenza ha deciso comunque di avviare alcune azioni di monitoraggio della corretta applicazione della legge 194/1978 nel territorio regionale e iniziative di sensibilizzazione e di sostegno alle donne.
“Siamo preoccupate per questi episodi e per la scelta del Governo nazionale di prevedere, con un emendamento alla legge 194, la possibilità per i consultori, presidi pubblici di accoglienza e tutela della salute della donna, di concordare la presenza delle associazioni pro-vita anche nella delicatissima fase di maturazione della decisione di interrompere, o meno, la gravidanza” spiega la Ventriglia. “L’aborto non è una concessione ma un diritto della donna e deve essere garantito dalla possibilità di rivolgersi ai consultori, alla presenza di figure professionali qualificate, senza il pericolo di essere sottoposte a giudizi morali o a manipolazioni” sottolinea ancora il Centro Donne contro la violenza.