“Adaptations”, agli insegnanti la sospensione non basta. Ed è “Guerra fredda” con i Sindacati

20 Febbraio 2018

Che agli insegnanti valdostani, di ogni ordine e grado, le “Adaptations” non andassero giù è quasi una ovvietà. Quasi tautologico.

Quando però cominciano ad essere i sindacati stessi nel mirino dei docenti, la dimensione del problema rende l'idea del disagio che gli insegnanti stanno vivendo. Ed è così che l'Assemblea sindacale di ieri sera – aperta agli insegnanti stessi – su “Sperimentazione delle Adaptations: esiti e prospettive per il futuro” organizzata da Flc-Cgil, Cisl Scuola, Savt École e Snals alla Bccv di Aosta ha dato un esito inaspettato.

I sindacati, invece di cavalcare l'onda dello sdegno dei docenti scelgono la cautela. Il punto focale è il “passo indietro” dell'Amministrazione regionale, ovvero la sospensione degli adattamenti per un anno. Per i sindacati è un obiettivo raggiunto: “L'orientamento sindacale – ha spiegato Alessia Démé, Savt – è quello di prendere un anno di pausa per fare una riflessione più approfondita. Per il resto l'amministrazione non si è ancora pronunciata in maniera compiuta, la proposta è quella di ragionare bene per un anno sulla questione”.

Claudio Idone, Cgil, ribadisce il concetto: “La retromarcia amministrativa sugli adattamenti per il prossimo anno scolastico è avvenuta per l'azione congiunta dei sindacati sull'aspetto organizzativo e per azione delle proposte didattiche fatte dai Collegi docenti. Oggi noi vogliamo capire se ci sono pareri favorevoli o contrari a questo passo indietro”.

Gli insegnanti intervengono in massa e partono con il piede di guerra: a loro non interessa la sospensione di un anno, per loro le “Adaptations” devono essere fermate definitivamente. Il primo intervento di una docente traccia la linea, la direzione degli insegnanti è chiara da subito: “Abbiamo manifestato il dissenso alle 'Adaptations' con lettere, e l'abbiamo motivato didatticamente, e fatto delle proposte. Di cosa parliamo oggi? Sul prendersi un anno di riflessione starei attenta: quest'anno ci sono le elezioni, ci hanno dato il contentino. Un anno di riflessione per cosa?”.

Ma non solo: “Sono state raccolte 2mila 600 firme contro la famosa 'Buona scuola alla valdostana' – spiega un altro insegnante –, e dai curricula di chi fa parte del Comitato tecnico si vede che la loro pratica didattica è forse limitata al passeggiare e prendere il caffè nei corridoi. Tutta la scuola ne ha le scatole piene di queste sperimentazioni, e questa non si può chiamare così, questa è coercizione normativa”.

Stroncato anche il Clil, il metodo della cosiddetta “immersione linguistica”, impietosamente: “La Provincia Trento lo ha sperimentato in maniera massiccia ed ora ne ha decretato il fallimento, mentre qui qualcuno se ne è innamorato. Noi non chiediamo la sospensione di un anno o la rimodulazione delle 'Adaptations', noi ne chiediamo l'interruzione”.

Poi l'attacco diretto, il 'montante' che non ti aspetti: “I rappresentanti sindacali non possono più essere un 'coperchio' – spiega un altro insegnante – questa cosa va interrotta ora, poi si ragionerà su come andare avanti. Un anno di pausa è pericoloso. Dai Sindacati mi aspetto che vadano a tavolo e dicano: gli insegnanti hanno detto in mille modi di fermare le 'Adaptations'. Se volete rappresentarci dovete dire questo”.

Le sigle sindacali cercano di parare il colpo: “Non si può dire soltanto 'adesso blocchiamo tutto' – ribatte Alessandro Celi, Snals – perché sicuramente non verrà bloccato il taglio di risorse e personale alla scuola media. L'Amministrazione si è detta disponibile a sospendere, ma non è detto che gli Uffici si rimettano a ricalcolare l'organico”.

“Lavoriamo tutti assieme per vedere cosa possiamo proporre all'Amministrazione – chiede invece Corrado Fosson, Cisl – e magari evitiamo il percorso a cascata imposto dall'alto come avvenuto. Dobbiamo fare delle proposte molto concrete all'amministrazione che uscirà dalle prossime elezioni”.

Gli insegnanti non fanno nessun passo indietro, anzi rilanciano. La loro proposta non lascia dubbi: “Stop alle 'Adaptations' – ribadisce un docente –, si riveda il Clil e che le lingue vengano insegnate da chi è competente”. E sul modello di insegnamento lingue la linea non è meno 'tranchant': “Stabiliamo che il discorso è didattico e quindi lo decidono gli insegnanti e non i politici. E per migliorare le conoscenze linguistiche non si può tagliare, né in risorse finanziarie né umane”.

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