Aosta, il Comune lavorerà sul taglio dei prezzi dei prodotti di igiene femminile nelle farmacie
Servirà almeno un passaggio in Commissione consiliare, ma il Comune di Aosta è intenzionato a rivedere al ribasso il prezzo dei prodotti igienici femminili – tamponi e assorbenti, ma anche pannolini – in vendita nelle sue farmacie comunali.
La decisione, presa oggi in Consiglio comunale, nasce da una mozione proposta da Rinascimento Valle d’Aosta – poi autoemendata, proprio con l’impegno di studiare la questione a fondo in Commissione –, e presentata nell’aula (ancora virtuale) da Cristina Dattola. Un atto “importante a livello civile – spiega la consigliera –, una rivoluzione che potrebbe prendere il via da questo intervento simbolico in un periodo in cui aumentano in maniera vertiginosa le diseguaglianze, e la povertà crescente rende difficile provvedere alla normale cura della persona. Anche le mestruazioni acuiscono questa distanza, data la spesa molto alta per questi prodotti, a fronte di una situazione reddituale che per le donne è ben lontana da quella degli uomini”.
“Avere le mestruazioni non è una scelta – chiude Dattola –. Il coinvolgimento delle farmacie comunali è centrale. Mi piacerebbe che la nostra città seguisse l’esempio di altre, applicando prezzi contenuti sui prodotti igienici sanitari femminili. Chiedo ci si attivi per rinunciare ad un margine di guadagno, e che magari l’Amministrazione si impegni, in futuro, per la distribuzione gratuita nelle scuole. Abbiamo i mezzi e le capacità per fare un gesto importante sulla via dell’emancipazione e dell’uguaglianza. Dimostriamo che Aosta è una città che ama le donne”.
Il Sindaco Gianni Nuti apre ma, appunto, con l’impegno di tornarci sopra assieme: “La rivendita di tamponi, assorbenti e pannolini ha una percentuale piuttosto residuale nelle farmacie comunali, che devono però rispettare agli Indici sintetici di assoggettabilità previsti dal Mef, per non ingenerare i controlli dell’Agenzia delle entrate. Questa riduzione deve essere oggetto di uno studio, stante il fatto che possiamo fare interventi per ridurre ulteriormente il ricarico difficilmente potremmo arrivare a costo zero, premesso che siamo d’accordissimo nel promuovere azioni per il calo dell’aliquota Iva. Il principio da cui parte la richiesta è giustissimo, anche per la riqualificazione del ruolo sociale che possono e devono avere le farmacie comunali”.
In chiaro: “La proposta che vi facciamo – prosegue Nuti – è di parlarne in Commissione con una raccolta di elementi tali per cui formulare una proposta per calmierare prezzi in modo ponderato, in modo da trovare un punto di convergenza che da un lato ci tuteli negli obblighi che come socio unico abbiamo e che Aps ha come partecipata. Non possiamo chiedere ad Aps di azzerare tout court il ricarico sul prodotto perché potrebbe metterli in difficoltà sugli impegni che devono onorare, essendo a tutti gli effetti una attività commerciale”.
Parole che da subito non persuadono la consigliera Dattola, che dopo la discussione ed una breve sospensione presenta con il suo gruppo un autoemendamento che porta ad un voto unanime da parte del Consiglio. La palla, ora, passerà alla III Commissione consiliare “Servizi alla persona”, se non alle Commissioni riunite appositamente per capire la riduzione del margine di guadagno che può avere Aps.