Aosta, un tavolo di lavoro per la “rinascita” di quartiere Cogne
Ripartire dal quartiere Cogne, ma soprattutto “col” quartiere Cogne. Il Consiglio comunale di Aosta – dopo i fatti di cronaca dell’operazione della Guardia di finanza “MalAosta” – si stringe attorno alla grande zona ex operaria della città.
È un ordine del giorno, infatti – firmato dal Capogruppo Pd Michele Monteleone, del Misto di minoranza Loris Sartore assieme ai gruppi Uv e Stella Alpina, a gettare le basi per ripensare un quartiere diverso.
Il provvedimento – che verrà approvato dal Consiglio all’unanimità – è introdotto dal Sindaco Fulvio Centoz: “Nel quartiere – spiega – insistono circa 800 alloggi di Edilizia residenziale pubblica di proprietà del Comune, oggi gestiti dall’Arer. Una concentrazione quasi esclusivamente di residenziale che ha impedito, negli anni, lo sviluppo di altre attività come quelle commerciali e artigianali. Per invertire la tendenza bisogna cominciare un altro percorso, serve un atto di indirizzo politico, soprattutto adesso che la gestione della parte legata all’edilizia è passata alla Regione”.
Insomma: “La volontà è quella di creare un tavolo permanente di lavoro tra Comune, Regione, Arer, terzo settore, ordini professionali, associazioni di categoria, Chambre, Parrocchia e soggetti che operano nel quartiere per accompagnare questo processo di trasformazione che avrà bisogno di profondità di tempo”.
Sartore aggiunge: “È importante individuare un percorso per inserire attività diverse da quella solo residenziale che caratterizza il quartiere e che limita gli esercizi commerciali al margine della zona. Inseriamole all’interno, mettiamo laboratori artigianali, si parla di social housing (e se n’è parlato recentemente, proprio riguardo il quartiere, in una conferenza, ndr.) che serve all’integrazione, alla condivisione di spazi e attrezzature e che contribuiscono a rendere un quartiere vivo e vitale, utile al contrasto di episodi di microcriminalità e, purtroppo come abbiamo visto, di macrocriminalità”.
Il coinvolgimento dei cittadini
D’accordo anche Carola Carpinello, Altra VdA, che invoca però una partecipazione fattiva della gente: “Non vorrei che questo provvedimento fosse un po’ calato dall’alto. Il primo passo è che siano i cittadini ad esprimersi, che ci sia il coinvolgimento diretto di chi il quartiere lo abita, ci manda a scuola i figli, subisce atti vandalici o percepisce un’insicurezza. È giusto che siano loro ad esprimersi, il quartiere Cogne deve riprendere una sua identità”.
Una serie di lavori
Ex Assessore ai Lavori pubblici, Valerio Lancerotto (Uv) rispolvera un suo “cavallo di battaglia”: “Ci fu molto malumore, all’epoca, per la chiusura della piazzetta Soldats de la Neige, che ha isolato ulteriormente il quartiere. Forse tornare indietro è un po’ difficile ma si può togliere l’inferriata e aprire al verde. Si potrebbe affidare all’Arer previo contributo comunale o un appalto ad hoc le manutenzioni piccole e grandi delle strade e dei marciapiedi, intervenendo nell’immediato per colpire il degrado sul nascere. Sono convinto che la rinascita di questo quartiere non possa che passare dalla cultura, e va benissimo aprire una biblioteca, e dal bello”.
Meglio tardi che mai
L’ordine del giorno convince anche il consigliere leghista Étienne Andrione, che non trattiene però una “stilettata”: “È un provvedimento condivisibile. L’unico punto su cui posso obiettare è il momento in cui viene presentato, siamo oltre il termine del quarto anno di Consiglio e ci rimane poco tempo, doveva essere priorità dall’inizio. Meglio tardi che mai, apprezzo che finalmente si attacchino gli accordi di programma abbandonati dal Comune e dalla Regione”.