Arriva anche in Valle la scuola parentale alternativa all’istruzione con “Green Pass”
Per gli alunni del progetto “Libera Scuola”, lunedì 13 settembre, la campanella suonerà “a casa”. Gruppi di genitori, educatori e insegnanti hanno accolto la chiamata del Comitato Valdostano per la tutela dei Diritti Umani e Costituzionali per dar vita a una scuola parentale.
“La DAD è la morte della scuola”, il grido di allarme della manifestazione organizzata in Piazza Chanoux a fine aprile si è concretizzato in un progetto di home schooling. Lo scorso sabato, Luca Vesan, Presidente del Comitato, ha confermato che nell’Alta Valle è partito un primo gruppo.
La ricerca di educatori e docenti take away, disponibili a spostarsi sul territorio valdostano per raggiungere le case in cui sono ospitate le scuole parentali, è durata tutta l’estate. Contro un “regime sanitario che ha esondato in quello che è l’universo della pedagogia che dovrebbe essere sacro” il progetto “Libera Scuola” vuole essere un’alternativa alle scuole di ogni ordine e grado, a partire dall’infanzia. “Stiamo lavorando per il Nuovo Mondo a cominciare dalla Nuova Libera Scuola” scrive il Comitato Valdostano per la tutela dei Diritti Umani e Costituzionali.
In Valle, alcuni nuclei famigliari praticano l’home schooling già da diversi anni. “Abbiamo scelto l’educazione parentale da quando abbiamo avuto la prima bimba – che oggi ha nove anni – perché ci sembrava giusto poterle offrire un percorso personalizzato nell’educazione. La nostra non è stata una scelta dovuta alle condizioni della scuola attuali (vaccini, mascherine, ecc.). Penso che la scelta dell’home schooling si debba adattare anche allo stile di vita dei genitori quindi non può essere nemmeno una scelta di ripiego” racconta una mamma.
Istruire i figli è un dovere e un diritto dei genitori (art. 30, Costituzione). L’istruzione parentale è un’alternativa alla frequenza delle aule didattiche. Le famiglie che scelgono di provvedere all’educazione dei propri figli presentano annualmente al dirigente scolastico del territorio di residenza un’apposita comunicazione. Per il passaggio alla classe successiva gli allievi devono sostenere un esame di idoneità presso una scuola. La pratica dell’home schooling è normata dalla legge che ne dettaglia inoltre le linee guida.
Lo scorso anno, la cooperativa sociale “Montessori in Valle” ha sperimentato l’home schooling con bambini di età compresa tra i sei e gli undici anni. “Un gruppo di due bambini, sempre presenti, e altri che ruotavano per perfezionare e rafforzare alcuni temi. Si sono alternate più figure ognuna con una responsabilità specifica e competenze diverse (materie umanistiche e scientifiche, musica, arte ed educazione fisica). Gli esami per il passaggio alla seconda classe dei due allievi sono stati molto soddisfacenti” racconta la referente Monia Rutigliani. La parentesi dell’home schooling si è però conclusa con l’anno scolastico 2020/2021.
Per i più piccoli, dai zero ai sei anni, “Montessori in Valle” continua invece a proporre progetti educativi complementari di natura privata realizzati secondo il metodo montessoriano. Le adesioni variano a seconda degli anni ed i costi di conseguenza. Lo scorso anno tra Aosta e Gressan sono stati accolti circa quaranta bambini provenienti anche dalla più lontana Valle del Lys.
“A gennaio di ogni anno verifichiamo su quanti adulti formati o in formazione possiamo contare e sugli adulti presenti comunichiamo quanti bambini potremo accogliere nel successivo anno educativo. I costi vengono condivisi tra tutti. Si cerca di applicare un principio di equità e favorire laddove possibile le famiglie con più figli nei nostri progetti. Inoltre, ogni anno diamo la possibilità ad una famiglia di frequentare gratuitamente” conclude Rutigliani.