Azzardo, cartellone di protesta contro la legge 15: “200/300 disoccupati in più”
Il cartellone, affisso in via Paravera ad Aosta, è di quelli che non passano inosservati, con i suoi 6 metri per 3 a bordo strada. La scritta, (quasi) tutta maiuscola – che ricalca quelle che si leggono sui pacchetti di sigarette – è inequivocabile: “Complimenti avrete 200/300 disoccupati in più grazie alla nuova legge 15/giugno 2015 n.14”.
Il riferimento, anch’esso, esplicito: la normativa in questione è quella che tratta le “Disposizioni in materia di prevenzione, contrasto e trattamento della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico” la cui entrata in vigore è stata recentemente anticipata, durante il Consiglio Valle del 10 dicembre, al 1° gennaio 2019 per le attività “secondarie”, e al 1° giugno 2019 per quelle “primarie”, ovvero le sale slot.
Il cartellone non è firmato né “rivendicato”, nasce da un’iniziativa privata e l’affissione è pagata regolarmente. Il messaggio, però, è condiviso da Gianluca Genestrone, Presidente della Federazione Italiana Tabaccai Valle d’Aosta che da tempo richiama i pericoli occupazionali – sui quali si era già espressa anche Confcommercio VdA – che l’applicazione della norma “anti-azzardopatia” porta con sé: “Dalle nostre stime, a livello regionale, 200/250 posti di lavoro si perderanno sicuramente per via dell’indotto minore. I tabaccai, che io rappresento, avranno certamente un calo di incassi e realtà più piccole non potranno più permettersi tutti i dipendenti che hanno ora. Alcuni bar invece, che avevano un discreto incasso aggiuntivo dal gioco, dovranno per forza lasciare qualcuno a casa. La legge del 2015 dava già delle indicazioni a riguardo, ma eravamo preparati. In una settimana però nessuno di noi ha fatto dei piani industriali per sopperire alle minori entrate”.
Un “fulmine a ciel sereno”, per Genestrone, dal momento che la Legge 14/2015 prevedeva inizialmente l’entrata in vigore dei divieti nel 2020 per i bar e locali con le “macchinette e nel 2023 per le sale gioco espressamente dedicate a questa attività: “Abbiamo avuto un dialogo fitto con le istituzioni dal 2015– spiega ancora il Presidente dei tabaccai–, ma non siamo mai stati ascoltati. Ora è arrivato questo fulmine a ciel sereno, un bel ‘regalo di Natale’, mentre nessuna categoria, ma neanche la Federazione che rappresento né Confcommercio, è mai stata avvertita o convocata”.
L’autore del gesto
A commissionare il cartellone è stato Paolo Personnettaz, titolare di una Sala giochi a Châtillon, che non è riuscito a trattenere la sua rabbia: “È un gesto in polemica con questa nuova pensata geniale dei politici di anticipare questa legge – spiega -. C’è una enorme ipocrisia di fondo: vuoi fare chiudere me? Ti do ragione, sono uno ‘sporco venditore di gioco azzardo’, che però versa 220mila euro l’anno allo Stato. Poi fai chiudere anche tutte le altre attività, e va bene. Il problema è quello di voler far chiudere tutti i privati per aiutare il Casinò“.
Anche qui il “nodo” è quello dei lavoratori: “Allora circa 200 persone che hanno lavorato in maniera onesta e con uno stipendio base, da contratto nazionale – prosegue Personnettaz -, e hanno lavorato in maniera seria e produttiva per ‘x’ anni staranno a casa perché i politici ci fanno fare il ‘lavoro sporco’ per tutelare chi c’è in un Casinò che sta fallendo perché 600 dipendenti sono troppi, e sono pagati con sovra-minimi tripli. È un’aberrazione mondiale”
Problema nel problema, secondo l’autore del “gesto”, che fa il paio con quello degli investimenti: “Prima del 2015 magari uno ha comprato 200 slot, assunto dei dipendenti, comprato dei mezzi facendo mezzo milione di debiti. Dopo tutta questa ‘bella operazione’ questi fanno una legge così. Qualcuno ha ancora mutui da pagare per anni e non saprà come fare, porterà i libri in tribunale e fallirà”.
L’azzardopatia torna in Consiglio Valle
Ieri intanto, in Consiglio regionale, l’argomento è tornato in auge con l’Assessore alla Sanità Mauro Baccega che – in risposta ad un’interpellanza di Luigi Vesan (M5s) sulle misure di contrasto all’azzardopatia e nella fattispecie sui controlli per il rispetto dei 500 metri di distanza delle “macchinette” dai “luoghi sensibili” – rispondeva che, anche se i dati 2018 non sono ancora disponibili, la Regione sta vagliando “una proposta per incrementare l’attuale onere a sostegno delle iniziative a contrasto della dipendenza del gioco azzardo, nonché per rivisitare le attuali modalità di erogazione dei contributi, lo stanziamento iscritto a bilancio dalla precedente Giunta è di soli 4mila 700 euro: troppo pochi per garantire una sensibilizzazione sui rischi dell’abuso del gioco”.
Questo, proseguiva Baccega, anche per evitare il “nodo sociale” del problema: “È nostra intenzione, inoltre, avviare un’adeguata campagna di informazione sul costo sociale di questo problema – aggiungeva l’Assessore –. Teniamo conto che ci sono famiglie rovinate, senza casa né lavoro, si sono verificati casi di suicidi. Peraltro, il prossimo svolgimento della Settimana della legalità e della prevenzione ci consentirà di sensibilizzare i giovani e approfondire il tema”.
Risposta che ha lasciato piuttosto deluso il consigliere pentastellato: “L’importo stanziato corrisponde a meno di cinquanta centesimi per ogni famiglia valdostana – contrattaccava ieri Vesan –, nonostante il fenomeno porti sul lastrico una percentuale significativa di famiglie. Oltre all’intenzione di incrementare questa dotazione, avrei preferito sentire almeno un ordine di grandezza. Anche perché la legge è in vigore dal 2015, si sarebbe già dovuto provvedere. Se aspettiamo un anno per effettuare i controlli, la nostra incisività su questo problema grave e urgente è assolutamente carente. Mi aspetto un impegno maggiore rispetto a quello prospettato”.