Caccia, è di nuovo polemica sulle quote di abbattimento degli animali
E’ di nuovo polemica tra i cacciatori valdostani. A poche ore dall’apertura della stagione venatoria 200 cacciatori della quarta circoscrizione (Comuni di Jovençan, Gressan, Charvensod, Saint-Christophe, Pollein, Brissogne, Quart, Saint-Marcel, Nus, Fénis) mettono nero su bianco il loro dissenso rispetto a quanto deciso rispetto alle quota di abbattimento degli animali.
“Siamo costretti a riprendere la battaglia per chiedere equità tra tutti i cacciatori valdostani – scrivono in una lettera – e lo facciamo sebbene sia stata assegnata ai membri della nostra circoscrizione venatoria una quota di abbattimento di quasi due capi a testa, tra le più alte degli ultimi anni. Riteniamo infatti che le soluzioni proposte dal Comitato Regionale per la Gestione Venatoria non siano corrette e proporzionate”.
La querelle ha una lunga storia, che passa per le dimissioni dei rappresentanti di sezione e circoscrizione per arrivare fino all’introduzione di una compensazione in capi nelle zone dove il rapporto cacciatori/animali da abbattere era più basso. Il nuovo direttivo del Comitato, sostenuto dall’assessorato, ha invece scelto un’altra soluzione: una compensazione di tipo economico (chi ha diritto a più animali paga di più, ndr).
“Per il presidente Elena Michiardi questa soluzione è esaustiva e risolve definitivamente la questione”, scrivo i firmatari della lettera. “Anche i rappresentanti delle altre circoscrizioni si sono allineati sulla decisione. Stop al dialogo. Tutto questo ci lascia l’amaro in bocca: è vero che la loro maggioranza è largamente sufficiente a decidere senza curarsi del nostro voto, ma è altrettanto vero che anche la voce dei più piccoli deve essere ascoltata e devono essere analizzati i problemi di tutti in un clima quanto più possibile sereno e di collaborazione reciproca”.
I cacciatori della quarta circoscrizione si dicono quindi “delusi sia dal mondo venatorio sia dal legislatore che dovrebbe tener conto e agire per ottenere un forte equilibrio nella nostra regione. Ci sentiamo presi in giro vedendo neo cacciatori a cui sono stati assegnati dei “coronati” e oppure altri con tre cervi. Nella nostra circoscrizione ci sono invece cacciatori con 50 anni di permesso di caccia che non hanno ancora potuto usufruire di una fascetta di cervo coronato”.
Infine, i cacciatori chiedono al legislatore di “non mettere in primo piano il Dio denaro e che abbia il buon senso di cercare un equilibrio per tutto il mondo venatorio valdostano, allacciandosi al vecchio Piano faunistico ancora in vigore. I vecchi presidenti di comitato, da Carlo Trossello a Romano Fosson, hanno sempre operato per non suddividere il territorio regionale e per permettere a tutte le “doppiette” in Valle d’Aosta di cacciare dove volevano, condividendo le giornate di caccia con gli amici residenti in comuni diversi”.
“Ci rendiamo conto che tornare ad un unico comparto non è possibile – concludono i cacciatori – e non è coerente con l'idea di mantenere il più possibile un legame tra cacciatore e territorio, ma riteniamo che la suddivisione in tre comprensori (Alta, Media e Bassa valle) sia il giusto compromesso”.