Confine Italia-Francia sul Monte Bianco, nuova “puntata” della querelle senza fine
Emerge da una risposta del Governo ad un’interrogazione la nuova “puntata” della querelle che oppone Italia e Francia sulla linea di confine tra i due Stati, nell’area del Monte Bianco. A sollevare il tema è stato, stavolta, il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida, a seguito dell’ordinanza dei comuni francesi di Chamonix e Saint-Gervais che, il 27 giugno 2019, hanno “vietato il sorvolo in parapendio in tutta la zona circostante” la vetta, “invadendo anche il territorio ricadente sotto la sovranità italiana”.
Chiedendo all’Esecutivo quali iniziative intendesse intraprendere per “giungere alla definitiva risoluzione di un contenzioso diplomatico che si trascina ormai da oltre 70 anni”, il Deputato ha ricordato non solo “il rilevante significato simbolico e politico della sovranità nazionale sulla vetta del Monte Bianco”, ma anche le ricadute della controversia “sulla gestione di importanti attività economiche” (essendo coinvolta punta Helbronner, parliamo dell’area di arrivo della funivia “Skyway” e del rifugio Torino) e “sulla responsabilità amministrative e giudiziarie in tema di sicurezza e gestione dei soccorsi”.
La risposta governativa è giunta nella seduta dello scorso 12 ottobre, cioè oltre un anno dopo il provvedimento d’oltralpe “incriminato”, assunto – diversamente a quanto concordato tecnicamente nel 2016 e nel 2018 – “senza la previa consultazione né la previa informazione delle autorità locali italiane” (e segnalato alla Farnesina dal Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Entrèves). Di conseguenza, tramite l’Ambasciata a Parigi, il Ministero degli affari esteri “ha subito proceduto a rappresentare formalmente e con fermezza alle autorità francesi la tradizionale posizione italiana riguardo alla linea di confine”.
Pugni battuti sul tavolo dal Governo “sia come reazione alla ‘violazione dei confini e della sovranità nazionale’ effettuata simbolicamente dal provvedimento amministrativo” dei due comuni francesi, “sia con l’obiettivo di evitare che possa essere invocata in futuro una presunta acquiescenza italiana alle pretese francesi”. D’altronde, “l’Italia ha in gioco senz’altro un interesse non solo economico, ma anche simbolico, da tutelare, visto che le pretese di Parigi consegnerebbero alla Francia l’intera cima del Monte Bianco (vetta più alta d’Europa) e il rifugio Torino”.
Dalla République, per ora, è arrivato solo il riconoscimento che “il provvedimento amministrativo delle autorità locali adottato a giugno scorso verte su ‘una zona geografica che costituisce da svariati decenni l’oggetto di un contenzioso tra Francia e Italia”, accompagnata alla disponibilità di “affrontare la questione nel quadro della Commissione mista per la manutenzione del tracciato dei confini”. La questione, intanto, resta sul tappeto.