Coronavirus, approvato il “decreto scuola”. Ecco cosa prevede
In teoria, l’esame di Stato – la fu “maturità” – si farà. Così come quello di terza media. In che forma, però, dipenderà dalla possibile riapertura o meno delle scuole entro il prossimo 18 maggio.
Gli studenti degli altri anni, le classi quindi non “terminali”, saranno promossi visto che per la situazione eccezionale – l’anno scolastico mezzo disarcionato dall’emergenza Covid-19 – non sono previste bocciature. Il Consiglio dei Ministri ha dato infatti ieri – lunedì 6 aprile – il “via libera” oggi al decreto legge con le norme sugli Esami di Stato e alla valutazione di studentesse e studenti per l’anno scolastico 2019/2020, il cosiddetto “decreto scuola”.
L’esame di Stato
Nel caso le lezioni riprendessero regolarmente entro il 18 maggio, la “maturità” non verrebbe stravolta in modo significativo. Il “decreto scuola” prevede la prima prova – il tema di italiano – per il 17 giugno, con la seconda prova, specifica per l’indirizzo di ogni Istituto, sarà predisposta direttamente dalle singole commissioni.
Da qui il salto a fine giugno, quando gli studenti saranno chiamati a sostenere il colloquio orale.
Scenario che cambia totalmente se la scuola non dovesse riprendere entro il 18 maggio. Per l’esame figlio dell’emergenza prolungata spariranno le prove scritte, non previste, e la valutazione finale avverrà solo attraverso la prova orale.
Tutti gli studenti saranno ammessi automaticamente all’esame. Sul sito del Ministero si legge: “Il 96% dei ragazzi viene ammesso, in media, ogni anno, all’Esame finale. Quest’anno tutti avranno la possibilità di sostenere le prove, tenuto conto del periodo dell’emergenza. Ma i crediti di accesso relativi alla classe V e il voto finale saranno comunque basati sull’impegno di tutto l’anno”.
Come in precedenza, invece, per ottenere il diploma bisognerà raggiungere il punteggio di 60/100. Le commissioni esaminatrici, infine, saranno composte tutte da membri interni tranne che per il presidente che sarà esterno.
L’esame di terza media
Anche in questo caso tutto dipenderà dal rientro in aula o meno entro il 18 maggio. Nel caso, l’esame di terza media verrà semplificato. Nel caso si andasse oltre l’esame salterà, ma gli studenti saranno tenuti a consegnare un elaborato scritto, di fatto una “tesina”.
Il Miur infatti recita che “Se sarà possibile farlo in presenza, potrà essere semplificato. Altrimenti si procederà con la valutazione finale da parte del Consiglio di classe, prevedendo la consegna anche di un elaborato da parte degli studenti. In ogni caso ci sarà una valutazione seria e corrispondente all’impegno degli alunni”. Impegno che verrà valutato anche per quel che riguarda la didattica a distanza.
Nessuna bocciatura, ma neanche un “sei politico”
Il decreto non prevede le bocciature a fine anno, anche se la Ministra Azzolina ha cercato di allontanare l’idea che si tratti di una sorta di “mega sanatoria”.
Dalla pagina istituzionale del dicastero che guida si legge: “Il decreto prevede che tutti possano essere ammessi all’anno successivo, ma tutti saranno valutati, nel corso degli scrutini finali, secondo l’impegno reale. Non ci sarà ‘6 politico’”.
Sulle ammissioni – per le scuole superiori – il Miur aggiunge: “‘Congelato’, per quest’anno, il meccanismo dei debiti alla secondaria di II grado. All’inizio di settembre, infatti, invece degli abituali corsi di recupero delle insufficienze, sarà possibile, per tutti i cicli di istruzione, dalla primaria fino alla classe quarta del secondo grado, recuperare e integrare gli apprendimenti: ciò che non è stato appreso, o appreso in parte quest’anno, potrà essere recuperato/approfondito all’inizio del prossimo. Ci sarà particolare attenzione ai ragazzi con disabilità e a quelli con bisogni educativi speciali”.
Nuovo anno e nuove assunzioni
Sempre dai lidi ministeriali si legge che “Il decreto consente di lavorare, da subito, anche al nuovo anno scolastico dando al Ministero gli strumenti per operare con rapidità e di raccordarsi, ad esempio, con le Regioni per uniformare il calendario di avvio delle lezioni”.
Nel dettaglio, nel corso del Consiglio dei Ministri di ieri è stato anche approvato un provvedimento che sblocca le assunzioni chieste dal Ministero dell’Istruzione per recuperare parte dei posti che si sono liberati – nell’estate scorsa – grazie ai pensionamenti dovuti a “Quota 100”.
Si parla di 4.500 posti che andranno ad altrettanti insegnanti, vincitori di concorso o presenti nelle Graduatorie ad esaurimento, che non hanno potuto occuparli lo scorso settembre, dal momento che non erano stati messi a disposizione.
“Con successivi provvedimenti – spiegano ancora dal Miur – saranno disposte le assunzioni relative all’anno scolastico 2020/2021”.