Coronavirus, contro l’emergenza l’aiuto potrebbe arrivare dall’Istituto Zooprofilattico
La proverbiale “pulce all’orecchio” l’ha messa Adu – Ambiente Diritti e Uguaglianza – che in un recente comunicato stampa chiedeva all’Amministrazione se ci fosse la possibilità di “Fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19” mettendo “a disposizione dell’Azienda Usl i suoi laboratori di ricerca, ancorché approntati per altri scopi”.
Il riferimento è tutto – proseguiva il movimento – “ai laboratori per ricerche naturalistiche, come quello di La Salle, legato al Museo di scienze naturali del castello di Saint-Pierre” un “vero fiore all’occhiello” che è stato “attrezzato di tutto punto con strumentazione di elevato livello tecnologico, in grado di monitorare la presenza del lupo in Valle d’Aosta a partire dall’analisi contemporanea di diversi campioni biologici”.
Un laboratorio “per l’estrazione e le analisi genetiche dell’RNA e del DNA anche umano oltreché della fauna selvatica” che potrebbe diventare sostegno strategico ad una Sanità valdostana integralmente impegnata ad arginare l’emergenza Coronavirus.
O meglio ancora, chiude Adu: “Ci sono, nei laboratori regionali, attrezzature che possono essere messe, immediatamente e gratuitamente, a disposizione del sistema sanitario regionale? Se sì, lo si faccia subito senza perdere altro tempo assai prezioso”.
Idea che non è sfuggita ai vertici Usl e soprattutto al Coordinatore dell’emergenza Luca Montagnani che giusto ieri, in conferenza stampa, diceva che erano in corso delle verifiche.
Le possibilità dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale
Il lavoro, ingiustamente sottotraccia per certi versi, dell’IZSTo – che lavora su tre regioni, ovvero Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta – è prezioso: “Anni fa abbiamo isolato con uno specifico team di ricerca, il coronavirus specie specifici sui chirotteri in altre regioni – spiega il dottor Riccardo Orusa, direttore della Struttura complessa valdostana dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale –, pubblicando anche un lavoro molto serio, essendo noi un centro di referenza nazionale per le malattie degli animali selvatici. Abbiamo la fortuna di avere contatti con buona parte del mondo, ci occupiamo anche di report epidemiologici per l’Organizzazione mondiale della Sanità animale”.
Una “potenza di fuoco” tecnico/scientifica che in genere viene indirizzata verso ambiti ben delineati: “Ci occupiamo di supportare diagnosi su animali selvatici, da compagnia e zootecnici, essendo la Zootecnia uno degli assi portante di questa Regione”.
Come si incastra la domanda di Adu ed il ragionamento (molto concreto, stando a diverse indiscrezioni) che sta facendo l’Usl sulle possibilità di utilizzare le risorse – scientifiche e professionali – dell’IZSTo? O meglio, potrebbe essere una via praticabile?
Il dottor Orusa spiega: “Facciamo parte come Istituto Zooprofilattico Sperimentale della sanità pubblica e siamo vicinissimo agli amici e ai colleghi medici e al personale che in questo momento è assolutamente in prima linea, e nel caso dei coronavirus in prossimo esame attraverso la sede centrale di Torino dell’IZSTo. Per questo siamo autorizzati, come Istituto, a fare esami dal Ministro Speranza nella sua sede di Torino”.
E aggiunge: “Il livello di biosicurezza è molto importante e fondamentale è concentrare il livello di rischio su un unico laboratorio in modo da garantire sicurezza assoluta agli operatori e tempi di risposta più che accettabili. I nostri laboratori di Quart devono pertanto rimanere nell’assoluta condizione di garantire ogni urgenza dovuta per quanto alle necessità del Cermas (Centro di Referenza Nazionale per le Malattie degli Animali Selvatici, ndr.) richieste dal Ministero della Salute, come ad esempio la peste suina africana, e della Zootecnia valdostana ed il flusso degli altri esemplari animali, o parte di essi, urgenti da esaminare secondo richiesta della locale Ausl e degli altri servizi regionali”.