Coronavirus, il racconto di un valdostano guarito: “Paura e preoccupazione, ma in tanti in mi sono stati vicini”

02 Aprile 2020

“Ho scoperto quasi per caso di aver contratto il virus”. A parlare è Piero Vicquéry, 74 anni proprietario di un’agenzia immobiliare ad Ayas e uno fra i 18 valdostani dichiarati guariti dal coronavirus.  “A inizio marzo ho avuto un incontro nel mio ufficio con un cliente. Pochi giorni dopo ci siamo risentiti e mi ha detto di esser ricoverato in ospedale perché positivo al Covid-19”. Vicquéry chiama quindi il 112 che gli propone di mandargli un’ambulanza per portarlo in ospedale a fare il tampone. “Ho detto loro che stavo bene e sono sceso da solo a farmi visitare”. Da qui la scoperta della positività. “Subito in realtà mi hanno detto che ero negativo, solo qualche ora dopo mi hanno spiegato che c’era stato un errore ed ero positivo”.

In questi giorni Piero Vicquéry è stato relativamente bene. “Di febbre non ne ho avuta tanta, più che altro un po’ di fiatone, che avevo però già prima”. Anche la quarantena nella sua casa di Champoluc non è stata un problema. “Certo ora è facile raccontarlo… Sono però uno che dorme molto, quindi, ne ho approfittato. Poi venivano a portarmi la spesa a casa, ero servito e riverito. Un giorno sì e un giorno no delle infermiere mi chiamavano per sincerarsi delle mie condizioni e anche il mio medico di famiglia si faceva sentire regolarmente. Certo un po’ di preoccupazione e paura c’è stata, soprattutto per tutte le notizie che si sentono, ma il contatto via telefono con gli amici e i miei familiari mi ha aiutato dal punto di vista psicologico.”

Per essere “liberato” dalla quarantena servono più solo alcuni passaggi. “Dopo il responso dei due tamponi negativi, che hanno confermato la mia guarigione, dovrebbe venire un medico dell’Usl a visitarmi. Aspettare un altro paio di giorni comunque non è ora un problema”.

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