La Valle d’Aosta passa in arancione: stretta sui bar, niente asporto dopo le 18
La Valle d’Aosta da domenica passa in zona arancione. E’ quanto prevede l’ordinanza che il ministro della Salute Roberto Speranza firmerà nelle prossime ore e che andrà in vigore a partire da domenica 17 gennaio.
Assieme alla nostra regione passano in arancione l’Abruzzo, il Friuli Venezia Giulia, il Lazio, la Liguria, le Marche, il Piemonte, la Puglia e l’Umbria. Restano in area arancione Calabria, Emilia-Romagna e Veneto. Le nuove restrizioni rimarranno in vigore per tre settimane a partire da domenica.
Firmato, il nuovo Dpcm è stato pubblicato sul sito del Governo.
Con il passaggio in zona arancione, tornano a chiudere al pubblico bar e ristoranti, che potranno proseguire l’attività solo con l’asporto e la consegna a domicilio. Nel dettaglio, si legge nel provvedimento, “sono sospese le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), ad esclusione delle mense e del catering continuativo su base contrattuale a condizione che vengano rispettati i protocolli o le linee guida diretti a prevenire o contenere il contagio. Resta consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché fino alle ore 22:00 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze“.
Non solo: “Per i soggetti che svolgono come attività prevalente una di quelle identificate dai codici ATECO 56.3 e 47.25 – quindi bar e altri esercizi simili senza cucina ed il commercio al dettaglio di bevande – l’asporto è consentito esclusivamente fino alle ore 18:00. Restano comunque aperti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande siti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situate lungo le autostrade, gli itinerari europei E45 e E55, negli ospedali, negli aeroporti, nei porti e negli interporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro”.
Secondo l’ultimo rapporto dell’Istituto superiore di sanità, che verrà presentato nel pomeriggio di oggi, la Valle d’Aosta con un Rt di 1,01 ha uno scenario di rischio moderato.
Prorogato fino al 15 febbraio lo stop allo sci
Il rinnovo di tutte le misure già in vigore a partire dal coprifuoco dalle 22 alle 5, la proroga della chiusura degli impianti sciistici fino al 15 febbraio e la riapertura dei musei in zona gialla nei giorni feriali. Il Premier Giuseppe Conte ha firmato i nuovo Dpcm, valido dal 16 gennaio al 5 marzo.
Via libera ai concorsi pubblici in presenza fino ad un massimo di 30 persone. Restano chiuse palestre e piscine, così come cinema e teatri. Tornano invece le crociere. Sempre fino al 15 febbraio sarà vietato andare nelle seconde case che si trovano fuori regione. Se si è residenti in una regione in fascia arancione è vietato andare nella seconda casa fuori comune salvo casi di urgenza, come, ad esempio riparare un guasto e solo per il tempo limitato a risolvere il problema.
Gli studenti di licei e scuole superiori torneranno sui banchi, in presenza al 50%, fino al 75%, dal 18 gennaio.
Per quanto riguarda lo sci, gli impianti possono essere utilizzati solo da parte di atleti professionisti e non professionisti, riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP) e/o dalle rispettive federazioni. A partire dal 15 febbraio 2021, gli impianti sono aperti agli sciatori amatoriali ma “solo subordinatamente all’adozione di apposite linee guida da parte della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e validate dal Comitato tecnico-scientifico, rivolte a evitare aggregazioni di persone e, in genere, assembramenti”. Il protocollo è all’esame nuovamente oggi dal Cts, mentre nel pomeriggio è in programma una riunione fra l’Assessore Bertschy e le società degli impianti a fune per tracciare i nuovi scenari della stagione invernale alla luce delle nuove misure del Governo.
La zona arancione
Per il resto, il Dpcm ricalca le misure “classiche” della zona arancione, tra i quali il divieto di “ogni spostamento con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione” salvo che per le ormai note comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili nel proprio comune.
Lo spostamento verso una sola abitazione privata abitata è consentito, nell’ambito del territorio comunale, una volta al giorno, in un arco temporale compreso fra le 5 e le 22, e nei limiti di due persone ulteriori rispetto a quelle già conviventi e “ai minori di anni 14 sui quali tali persone esercitino la potestà genitoriale e alle persone disabili o non autosufficienti conviventi”. Sono consentiti gli spostamenti dai comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia.