Coronavirus, raddoppiate le Unità Speciali di Continuità Assistenziale

18 Novembre 2020

Anticipato qualche tempo da dall’Assessore alla Sanità Roberto Barmasse – e chieste a gran voce anche dai medici di famiglia –, le Usca, le Unità Speciali di Continuità Assistenziale, raddoppiano e passano dalle attuali 3 squadre ad un totale di 6.

A renderlo noto l’Azienda Usl. Le Usca saranno pienamente operative a partire da domani, giovedì 19 novembre, con base a Saint-Pierre, Aosta (2 unità), Châtillon e Donnas (2 unità), dalle 8 alle 20, tutti i giorni della settimana.

Le Unità sono composte da un medico e da un infermiere esperto e si occupano dell’assistenza a domicilio delle persone positive al Covid-19.

“Considerata la natura orografica del nostro territorio e la dispersione della popolazione nelle vallate laterali – spiega il Commissario Usl Angelo Pescarmona –, abbiamo stabilito di raddoppiare il numero delle Usca, in deroga al decreto legge che dispone una unità speciale ogni 50.000 abitanti. La decisione, già fissata con una deliberazione della Giunta regionale del 2 novembre, segue un’attenta analisi della situazione pandemica attuale e dell’esperienza maturata nel corso dei primi 8 mesi di attività. Questo percorso si pone nel quadro di potenziamento delle azioni svolte sul territorio per migliorare i livelli di assistenza primaria”.

Le Usca – prosegue la nota dell’Azienda – effettuano assistenza domiciliare in favore dei pazienti positivi al Covid-19 o sospetti, segnalati dal medico di famiglia, dal pediatra, dalla Continuità assistenziale, dal 118/CUS e dal Dipartimento di Prevenzione, e anche dei pazienti paucisintomatici e dei pazienti dimessi dall’ospedale dopo il ricovero per Covid-19 che necessitano di monitoraggio a domicilio e di terapie specifiche, come la somministrazione di ossigeno.

Il personale Usca effettua attività di triage telefonico e, dopo aver individuato i pazienti che necessitano di controllo domiciliare, procedono all’effettuazione – in sicurezza – delle visite a domicilio. Il medico, in base al quadro clinico del paziente, potrà disporre la permanenza a domicilio con il supporto terapeutico appropriato oppure il ricovero, nei casi in cui si rendesse necessario un ulteriore approfondimento diagnostico oppure se le condizioni cliniche del paziente fossero critiche.

Medico Usca che sarà sempre, comunque, in contatto con il medico di famiglia o con il pediatra del paziente, per la comunicazione dell’esito delle visite.

“L’obiettivo dell’aggiornamento del servizio e della sua implementazione – spiega il direttore dell’Area territoriale, Leonardo Iannizzi – è quello di potenziare la presa in cura e la sorveglianza territoriale attiva dei pazienti affetti da Covid-19 a domicilio, che non necessitano di ricovero ospedaliero ma di un’assistenza appropriata e puntuale. L’assetto organizzativo delle USCA potrà variare in maniera modulabile a seconda dell’evoluzione pandemica e in funzione di eventuali necessità”.

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