Coronavirus, sui Dispositivi di protezione l’Usl corre ai ripari
Dispositivi di Protezione Individuale, l’Usl corre ai ripari.
Sulle polemiche – e le preoccupazioni – sul numero non sufficiente di Dpi, segnala da più parti, l’Azienda fa sapere, tramite una nota, anzitutto che “quello dei Dispositivi di Protezione Individuale è un problema nazionale e internazionale, insieme a quello dei ventilatori polmonari”, ma di essersi giù mossa in altre direzioni.
Direzioni che vanno oltre la fornitura della Protezione civile, battendo altre strade.
Nello stesso comunicato infatti si legge: “A fronte del blocco dell’acquisto centralizzato che ha impedito l’acquisto da parte delle singole Aziende, l’Usl della Valle d’Aosta si è mossa autonomamente con un gruppo di persone sempre disponibili” per reperire diverso materiale.
Tra questi si elenca il recupero di cinque Ventilatori invasivi, due dei quali da Saint-Pierre, due per altre vie e uno dal Day Hospital, ma anche azioni per “rastrellare camici e mascherine ovunque possibile, recuperare più di 30.000 mascherine che dovrebbero essere consegnate nei prossimi giorni con due container in arrivo dalla Cina” ma anche “l’acquisto diretto dei caschi CPAP (Continous Positive Airway Pressure – Pressione positiva continua delle vie aeree) con immediata attivazione di una procedura di disinfestazione per riciclarli”.