Cosa vuol dire lavorare ad Aostasera
22 articoli, tra cui 15 di eventi, e grandi soddisfazioni sono il frutto di un periodo durato 5 settimane nella redazione di Aostasera. Prima di cominciare, pensavo che sarei stato seduto ad una scrivania a cercare informazioni e a riportarle. E invece mi sono ritrovato in un ambiente più vivo e più dinamico di quanto pensassi.
Sono andato ad un concerto a Cogne per fare delle riprese, ho partecipato a conferenze stampa, prendendo appunti per scrivere l’articolo sull’argomento, ho preso parte alla ripresa di video da postare su Instagram, ho imparato a montare i video, ho anche scritto il testo da accompagnare a uno di questi in modo che fosse il più chiaro e il più interessante possibile e che contenesse al tempo stesso le informazioni più utili. Pensavo che avrei acquisito la sola competenza di scrivere articoli, e invece ne ho imparate molte altre. Queste hanno reso il lavoro meno pesante: spesso quando mi chiedevano di andare a girare un video ne ero molto entusiasta, perché sapevo che mi sarei dovuto occupare della ripresa, del montaggio, eccetera.
E così le battute di Christian, le telefonate (a tono decisamente alto) di Nathalie e la cordialità dei colleghi hanno fatto sì che queste cinque settimane passassero in fretta. Fin dall’inizio si sono dimostrati accoglienti e ospitali, e infatti mi hanno invitato a provare l’escape room di giocAosta, grazie a cui si è creato più facilmente uno spirito di collaborazione e di scherzo, soprattutto con l’altra squadra, composta dall’altra metà della redazione, che cercava di sgonfiare il tempo impiegato ad uscire per battere il nostro, ma senza grandi risultati.
Ringrazio quindi i miei colleghi e il Centro per l’impiego di avermi dato la possibilità di vivere quest’esperienza e tutti i lettori che hanno letto e apprezzato i miei articoli, se qualcuno l’ha fatto (spero di sì).