Covid, la “fase 2” della sanità: liberare il “Parini” e riorganizzare il sistema

27 Aprile 2020

Se c’è – o quantomeno prima o poi dovrà esserci – una “fase 2” per l’emergenza Covid-19, un ragionamento si impone anche per il mondo attorno al quale tutto sta gravitando da due mesi a questa parte: il sistema sanitario.

Questa mattina, in videoconferenza, la quinta CommissioneServizi sociali” ha ascoltato il Coordinatore sanitario all’emergenza Luca Montagnani ed il Direttore dell’Area territoriale Leonardo Iannizzi. Da un lato il “focus” sulla gestione dell’emergenza epidemiologica, dall’altro, appunto, le prospettive per la “fase 2 sanitaria”.

Una soluzione per liberare il “Parini”

“Dalle audizioni – spiega in una nota la Presidente della “quinta” Patrizia Morelli è emersa una questione prioritaria in vista della seconda fase dell’emergenza sanitaria: la destinazione dei pazienti Covid a bassa intensità di cura. Oggi, vi è la necessità di trovare una soluzione per riuscire a liberare l’ospedale Parini da questa tipologia di pazienti, avendo a disposizione una struttura che sia già organizzata come ospedale”.

La struttura in questione è, inevitabilmente, l’Isav: “È stata segnalata l’esigenza di trovare un accordo con la clinica di Saint-Pierre che, pur privata, fa parte del sistema sanitario regionale e che potrebbe facilitare questo tipo di soluzione – prosegue Morelli –. Prima si riuscirà a sistemare l’ospedale regionale, prima si riuscirà a ripartire con tutte le altre attività: i dati forniti sono incoraggianti, ma non ci devono fare abbassare la guardia. Altra urgenza è quella di reclutare personale sanitario da dedicare sia alla sanità ospedaliera sia a quella territoriale: questione peraltro già sollevata a più riprese anche prima dell’emergenza da Covid-19”.

La riorganizzazione del sistema, le chirurgie

La “fase 2” dipenderà dall’andamento epidemiologico, ma intanto si comincia a studiare le soluzioni per il futuro prossimo.

Al “Parini” aprirà a breve un reparto per pazienti no Covid”, che servirà per chi si presenta in Pronto soccorso e avrà in seguito necessità di un ricovero, in attesa di un tampone che certifichi poi il percorso del paziente tra Covid (perché positivi asintomatici) e no Covid”. La zona individuata è quella dell’ex Urologia.

Dopo aver comunque garantito – in questi due mesi – tutte le emergenze chirurgiche, dalla scorsa settimana è attivata una sala operatoria all’interno del blocco operatorio dell’ospedale regionale per garantire anche tutti gli interventi cosiddetti in fascia di prioritàA”, e da cui deriva la necessità di liberare posti letto al “Parini”.

La riorganizzazione del sistema, gli ambulatori

Per quanto riguarda invece la parte ambulatoriale, qualcosa dovrà cambiare giocoforza: anzitutto per garantire i servizi al di là dell’emergenza Covid, e poi per evitare che si creino degli assembramenti.

I quattro poli ambulatoriali in regione dovranno riprendere anche i percorsi “extra Covid”, che vista l’emergenza in corso hanno accentrato attenzione e risorse, ovvero le tante patologie croniche che richiedono terapie lunghe e continuative.

In vista ci sono nuove scelte organizzative per evitare le sale d’attesa affollate, come appuntamenti e orari di apertura allargati per “diluire” le presenze degli utenti. Questione che deve fare i conti – è il caso di dirlo – con la mancanza di personale, con molto di quello residuo impegnato nell’emergenza Covid e un’altra fetta impegnata nei tamponi a domicilio o nelle Usca, mentre si ragiona sull’attività ordinaria da riprendere.

La ripresa dei vaccini per la prima infanzia

L’accenno alla ripresa del programma vaccinale per la prima infanzia era già stato fatto, nel corso di una delle ultime conferenze stampa dell’Unità di crisi, dal dottor Montagnani.

Dopo due mesi di “stop” la questione diventa adesso urgente, e l’Usl sta studiando il modo per organizzare il recupero dell’intero programma, in accordo con il Dipartimento di prevenzione.

Exit mobile version