Da Coldiretti un appello per le Europee: “Proteggiamo il nostro patrimonio agroalimentare”
Un documento con cui “Coldiretti ha raccolto a livello nazionale le esigenze più stringenti avvertite dal mondo agricolo, fornendo una chiave di lettura importante ai nuovi europarlamentari su ciò che è caro al nostro mondo e a milioni di consumatori”: Richard Lanièce, Direttore di Coldiretti Valle d’Aosta, spiega così l’appello che l’associazione ha rivolto in vista delle elezioni europee di domenica 26 maggio.
L’obbligo di indicare in etichettatura l’origine degli ingredienti agricoli; la difesa delle risorse per l’agricoltura (partendo dalla Pac, per evitare che siano scaricati sugli agricoltori i prevedibili tagli di bilancio); l’eliminazione nel settore agricolo del codice doganale che uccide il vero Made in Italy; la revisione degli accordi di libero scambio; la fine del dumping sociale e la lotta a tutti i caporali in Europa e nel mondo; tecniche agricole sostenibili e coerenti con il modello agricolo europeo; una grande iniziativa per arrestare la perdita e l’impoverimento del suolo. Ecco gli impegni cardine del documento predisposto dalla Coldiretti e sottoposto all’attenzione dei candidati tutelare e proteggere il patrimonio agroalimentare italiano.
In tema di difesa delle risorse per l’agricoltura, Coldiretti chiede che la ripartizione delle risorse tra i Paesi membri sappia riconoscere il valore delle diverse agricolture europee valorizzando criteri come il valore aggiunto e l’occupazione. Per difendere il Made in Italy e favorire la trasparenza, tutelando quindi i diritti di produttori e consumatori, si ribadisce la necessità di assicurare le stesse garanzie di trasparenza dell’informazione sui cibi in tutta l’Unione Europea ed eliminare il codice doganale, in modo da ridefinire il “luogo di origine” dei prodotti oggi legato all’ultima trasformazione o lavorazione sostanziale. Coldiretti chiede, inoltre, che vengano rivisti gli accordi bilaterali di libero scambio, affinché quello che non è consentito in Europa perché potenzialmente dannoso per i consumatori, per i lavoratori o per l’ambiente non sia introdotto attraverso importazioni da altri Paesi. Motivo per il quale, si evidenzia anche l’importanza che l’Europa si attivi per promuovere standard produttivi analoghi per tutti i Paesi, garantendo che dietro gli alimenti in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità.