Dal Pcp un progetto di legge per riconoscere il ruolo dei caregiver

25 Ottobre 2024

Non hanno un formazione professionale specifica ma si prendono cura di chi non è autosufficiente perché ha una disabilità, è malato o è anziano. In molti casi sono anche costretti a lasciare il loro posto di lavoro per dedicarsi a a questa attività a tempo pieno. Il gruppo del Progetto Civico Progressista ha depositato in Consiglio Valle una proposta di legge per riconoscere, valorizzare e sostenere il ruolo dei caregiver familiari.

“Vogliamo accendere i riflettori sull’importanza di questa figura che è piuttosto trascurata – spiega la consigliera regionale del Pcp, Chiara Minelli -. Si tratta nella maggior parte dei casi di familiari o di persone che non hanno una formazione specifica. L’obiettivo è di avere una normativa robusta ed efficace per rafforzare le politiche sociali che non devono essere rivolte solo alle persone non autosufficienti ma al miglioramento delle condizioni di vita di chi li assiste, come i familiari o i congiunti”.

Il provvedimento prende in considerazione alcuni dati. “Nel 2023, la popolazione valdostana superiore ai 65 anni rappresentava il 24,95% dell’intera popolazione – dice Minelli- e le previsioni statistiche ci dicono che nel 2040 questa percentuale raggiungerà il 34% circa”. Nel frattempo, continuano a crescere le domande di sostegno economico da parte dei caregiver per i loro assistiti. Erano soltanto 3 nel 2017, diventate 60 nel 2023. Nei primi sei mesi del 2024 se ne sono già registrate altrettante. “In sei anni la richiesta di sostegno è aumentata del 1900% e, secondo i modelli di previsione, è molto probabile che si arrivi ad oltre 200 richieste nel 2040 – prosegue la consigliera -. Noi crediamo che su questa ipotesi prospettica vada fatto un ragionamento politico e legislativo”.

La proposta di legge è stata elaborata insieme a Luigi Giunta, presidente della sezione valdostana dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti. “Questa norma è una sorta di ellissi – dice – e i suoi due fuochi sono il disabile, che deve avere il diritto di scegliere dove, con chi e come vivere, e il prestatore di cura, che non è un servo ma una persona con una sua dignità che ha il diritto di essere formato, di avere delle condizioni di lavoro compatibili con il suo impegno e delle corsie preferenziali sia per sé che per il proprio assistito nelle prestazioni sanitarie”. E aggiunge: “In Italia ci sono 8 milioni di caregiver e il 65% per cento sono donne che nella maggioranza dei casi devono lasciare il proprio lavoro. È un problema di uguaglianza di genere”.

I sei articoli proposti dal provvedimento prevedono “molti interventi di valorizzazione e poche risorse”, pari a 460.000 euro per il triennio 2024-2026, conclude la consigliera Erika Guichardaz. “Questo perché il nostro sistema sanitario già garantisce una serie di prestazioni ma stanno all’interno di mille altre provvedimenti. Questa proposta di legge si concentra sul caregiver anche per fargli conoscere i suoi diritti“, come “la possibilità di chiedere un sostegno o di conciliare il tempo dedicato alla cura con il lavoro”. La proposta di legge prevede anche un riconoscimento delle competenze maturate dai caregiver che potranno essere spese in ambito professionale.

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