Dalla Cittadella dei Giovani all’Afghanistan, i diritti delle donne “A volto scoperto”
Obblighi e divieti per le donne: inizia così la serata in Cittadella organizzata dal collettivo Non una di meno Valle d’Aosta. Dietro a Stephania Giacobone, che traduce in parole quello che sta succedendo in Afghanistan e in diverse parti del mondo, scorre la lunga lista dei femminicidi italiani da gennaio a settembre 2021. Nove mesi e più di 80 donne uccise per mano di un conoscente, di un parente o di un amico. Guai a dire che si tratta di momenti di follia o raptus, il problema esiste e va affrontato: “Non è una provocazione accostare il problema dei femminicidi italiani alla situazione delle donne afghane – spiega Viviana Rosi di Non una di meno VdA -; dobbiamo occuparci costantemente e ogni giorno dell’accanimento degli uomini sulle donne. In Italia, in Afghanistan e in tutto il mondo”.
La serata continua con Ugo Lucio Borga, che ha portato in Cittadella la sua esperienza di photo reporter di guerra, raccontando la situazione attuale dei conflitti nel mondo e facendo poi un focus particolare sull’Afghanistan, la sua storia e cosa lo ha portato a diventare il paese che conosciamo dai media. Conoscere il paese è uno dei punti che si sono discussi durante la serata: come e quanto consociamo l’Afghanistan e la situazione dei diritti in quella nazione?
A parlarne sono stati anche Alberto Zanin, uno dei più attesi, che ha raccontato la sua esperienza per Emergency a Kabul e in altre province del paese. Sua la testimonianza di come Emergency può creare dialogo in una nazione martoriata dai conflitti e di come nell’ospedale che gestiva non c’era nessuna distinzione etnica o di “buoni e cattivi”, definizione che lo ha fatto rabbrividire per molto tempo: “Non possiamo parlare di buoni o cattivi, non potevamo farlo e non volevamo farlo. Nel nostro ospedale si cercava e si cerca di guarire tutti, chiunque entrasse. La situazione in Afghanistan a livello di diritti non solo è preoccupante, ma dev’essere compresa e capita e percepita come tragica”.
“A volto scoperto”, questo il titolo della serata, ha poi cercato di indagare come e quanto i diritti della popolazione civile e delle donne siano compromessi in questo momento, ma anche come siano stati cancellati in 20 anni di conflitto e anche prima, con l’Unione Sovietica e il suo regime politico. Per comprendere questo, Non una di meno VdA ha voluto far capire come e quanto le donne siano “termometro della società” e “in questo caso Italia e Afghanistan non sono messi bene”.