Dall’altra parte del mondo per fare i maestri di sci
Chi l’ha detto che fare il maestro di sci è un lavoro stagionale che non può valere tutto l’anno? Stéphane Béthaz, classe 2002 di Gressan, e Martina Carrel, una 2000 di Pré-Saint-Didier, hanno deciso di prolungare l’inverno raggiungendolo nell’altro emisfero, rispettivamente in Nuova Zelanda e in Australia. Così, l’estate 2023 si è trasformata per loro in un’esperienza di vita, in cui la professione di maestro di sci è stata un’occasione per viaggiare, scoprire posti lontani e conoscere nuove culture e persone.
Per Stéphane, la meta è stata la Nuova Zelanda, e in particolare Queenstown, una piccola cittadina turistica molto animata durante la stagione invernale. A motivare la scelta è stata la previsione di un’estate più lunga e libera del previsto. “Studiando all’Università della Valle d’Aosta Lingue per il turismo, ho svolto il secondo anno a Chambéry e ho finito l’anno accademico molto presto, a maggio. Un mio amico mi aveva accennato a questa possibilità e così a febbraio ho mandato le application, con il pretesto più di viaggiare che di fare il maestro di sci: o meglio, fare il maestro di sci era il mezzo con cui potermelo permettere. Sono stato assunto insieme a un mio amico, Lorenzo Commod, e siamo partiti a giugno, tornando a ottobre”.
Anche Martina aveva voglia di un’estate diversa dal solito e lo spunto è arrivato da un ospite abituale dell’albergo che i suoi genitori gestiscono a Pré-Saint-Didier. “Lavorando in un resort in Australia, mi ha potuto dare dei contatti e così ho fatto l’application. Sono stata presa ad aprile e sono partita a maggio fino a settembre”.
Entrambi sono stati catapultati in un ambiente molto internazionale. “Ci è piaciuto proprio perché il 90% dei maestri arrivava da lontano, era giovane e aveva le nostre stesse passioni. C’erano molti inglesi ed europei, pochi neozelandesi”, racconta Stéphane.
I due giovani si sono anche resi conti di quanto il corso di preparazione per diventare maestri di sci in Italia, e in particolare in Valle d’Aosta, sia molto più selettivo e impegnativo rispetto a quanto accada in altri Paesi. “È stato interessante anche dal punto di vista sciistico perché ognuno veniva da corsi di preparazione diversi”, aggiunge Stéphane.
“Abbiamo notato che noi italiani siamo tra i più preparati, veniamo tutti da esperienze agonistiche e svolgiamo un corso che dura un intero anno, mentre all’estero spesso è più facile diventare maestro”. “In effetti qui in Italia non ci sono tanti maestri che vengono da fuori: è molto più facile per noi andare in là che per loro venire a insegnare qui”, conferma Martina.
Una volta tornato, Stéphane ha ripreso presto a fare la stagione qui in Valle, dove fa anche l’allenatore per la categoria Baby dello Sci Club Pila. “Lo vedo come un lavoro part time durante gli studi ma non come un lavoro unico. Ho visto tanta gente che vive rincorrendo avanti e indietro l’inverno tra nord e sud del mondo. Io sono contento di averlo fatto un anno ma quest’estate non lo rifarò, perché ho bisogno di un’estate vera. Però vorrei provare di nuovo a fare esperienze simili in altri posti nei prossimi anni, magari in America, Giappone o Canada”.
Martina, invece, fa l’allenatrice nello Sci Club Crammont e ha già firmato il contratto per tornare quest’estate in Australia. “Per il momento mi piace molto fare la maestra di sci, ma non sono sicura al 100% che sarà anche in futuro il mio unico lavoro. Penso che dopo questa avrò bisogno di un’estate diversa”.