Dall’architettura alla ceramica: la storia di Silvia Fiore e delle sue “ceramiche selvatiche”
L’amore per la montagna e per la natura l’hanno portata a lasciare Genova per la Valle d’Aosta. La passione per la ceramica, invece, l’ha spinta ad abbandonare un lavoro “sicuro” – quello di architetto – per dedicarsi all’artigianato, nonostante il parere contrario della famiglia. “Sono cresciuta con mia mamma che mi diceva: ‘Tu sei un architetto, non devi fare l’artigiano’”. Per fortuna, Silvia Fiore non l’ha ascoltata.
Le sue “ceramiche selvatiche”, esposte all’Atelier des Métiers della Fiera di Sant’Orso, nascono nel laboratorio a vista di via Saint-Martin-de-Corléans ad Aosta, dove ogni giorno i visitatori possono osservare il processo creativo, un po’ in stile Demi Moore in Ghost.
“Nasco architetta – spiega Silvia Fiore – quindi mi sentivo già un po’ designer. Quando sono arrivata in Valle d’Aosta, ho capito che l’artigianato era solo un’altra forma di fare architettura, con più libertà nelle forme e nelle composizioni”.
Nei primi anni, ha portato avanti entrambi i lavori, partecipando per la prima volta alla Fiera nel 2018 e diventando conferitrice Ivat. Poi, la scelta definitiva: trasformare la passione in professione. Grazie al percorso Artigianimpresa, ha potuto acquisire competenze fondamentali per la gestione della sua attività: “Ivat mi ha offerto strumenti gratuiti per strutturare la mia impresa, dalla gestione del magazzino al marketing sui social, fino alla definizione dei prezzi”.
Per Silvia, la chiave per emergere nell’artigianato è trovare una propria identità: “Bisogna studiare, iniziare come hobbista e capire quale sia la propria peculiarità. Deve essere originale”. Il suo segno distintivo sono le imprimiture naturali, realizzate lasciando le terre al naturale, senza coprirle con smalti, e creando giochi di positivo e negativo con elementi raccolti in natura. Quest’anno, alla Fiera, presenta anche una nuova sperimentazione con gres di diverse tonalità per effetti mélange.
Secondo Silvia, difficilmente avrebbe potuto costruire questo percorso altrove. “Sicuramente non a Genova, ma neppure in Trentino esiste la stessa attenzione per l’artigianato. Ho incontrato altri ceramisti e artigiani ed erano tutti stupiti dalla cultura artigianale di questa regione. La Fiera di Sant’Orso è un mezzo straordinario per educare i valdostani ad apprezzare l’artigianato, e il grosso dei nostri clienti è proprio locale. Questo è il risultato di un lavoro fatto in decenni”.
In Valle d’Aosta Silvia Fiore ha avuto anche modo di dare sfogo alla sua passione con la montagna, rendendola utile anche per la sua attività. “Ho cominciato a fare speleologia e così vado a recuperare l’argilla direttamente in grotta”.