Diabete, il Lions dona un Neurotester all’ospedale

05 Novembre 2019

Si chiama “Neurotester”, una sofisticata apparecchiatura per la diagnostica della neuropatologia cardiovascolare – regalo del Lions Club Aosta mont Balnc alla Struttura di Medicina Interna dell’ospedale “Parini” – che farà il suo esordio il 14 novembre, durante la Giornata mondiale del Diabete, quando sarà possibile effettuare i controlli su pressione e glicemia (presso il Corpo D dell’ospedale, via prenotazione allo 0165 543390) e, per alcuni pazienti, venire utilizzato per la prima volta.

“È uno strumento che va ad evidenziare come funzionano i riflessi cardiovascolari – spiega Giulio Doveri, Direttore del Dipartimento di Discipline mediche -, e va ad evidenziare distanza tra i complessi R-R. Un apparecchio molto importante per individuare la neuropatia cardiovascolare perché chi ha il diabete, ma non solo, avendo una perdita e un’alterazione del controllo, può avere delle complicanze come le aritmie cardiache o un’ipoglicemia inavvertita e quindi non sentirne l’abbassamento”.

Il “service” del Lions Club

La donazione del Neurotester è stato uno degli obiettivi che il Lions Club Aosta Mont Blanc aveva fissato per il 2019: “È stato un progetto per noi impegnativo – spiega la Presidentessa Giorgia Baratta -, concretizzatosi con l’acquisto e la donazione di questo strumento. Il diabete è uno dei ‘cardini’ del Lions, che a livello internazionale ha chiesto che entro il 14 novembre si riuscisse a fare lo screening per un milione di persone per il diabete di tipo 2”.

A farle eco è Renato Angelucci, Presidente del Comitato soci sotto la cui guida il Lions ha cominciato il progetto: “Sono felice che si sia arrivati alla fine di un cammino durato un anno, da quando cioè ho esposto il desiderio di partecipare alla prevenzione e alla cura del diabete non attraverso un versamento di denaro e basta. C’è stata la possibilità di acquistare questo strumento, e sono contento si sia portato a termine questo ‘service’”.

“Il 14 novembre è una giornata importante – spiega invece l’Assessore alla Sanità Mauro Baccega -, più volte dibattuto in Consiglio regionale. Un percorso ed un ampio dibattito che ha sempre coinvolto anche le due associazioni che sul territorio si occupano del diabete, una delle quali oggi è presente con una massiccia campagna e che hanno sempre dato suggerimenti ed i supporti necessari al confronto su una patologia importante e che prevede anche una autogestione del paziente non solo sui buoni e sani stili di vita, ma anche sui dettami sanitari Oggi il Lions donerà alla struttura di Medicina Interna il nuovo Neurotester che porterà sicuramente molti benefici”.

Il diabete, una patologia complessa e in crescita

A rendere l’idea della complessità, e della portata – anche di strutture sanitarie – che il diabete coinvolge è il dottor Doveri: “La prevalenza della patologia in Italia è di circa il 6% della popolazione – spiega -, e 6mila valdostani, 150 persone circa per anno o poco più. L’aspetto più drammatico, che si aggiunge alle sofferenze quotidiane, è quello delle complicanze: il 30% dei pazienti ha la retinopatia, il 30/40% soffre di nefropatia, dei quali sul 20% in dialisi è causato da diabete”.

Con molti altri rischi: “L’amputazione di un arto, per la quale il diabete è la principale causa nel tempo – prosegue Doveri -, o un rischio cardiovascolare che aumenta di 4 volte. Un mondo molto complesso che richiede tante risorse non solo finanziarie, ma anche di personale preparato in molti settori”.

“È una patologia purtroppo in grande aumento – prosegue il Direttore della Discipline mediche -, soprattutto quello di tipo 2. Quando abbiamo cominciato ad occuparci in modo strutturato di diabete, nel 1997, nel primo database con gli esenti ticket si parlava di 2200 persone, mentre oggi siamo a circa 6mila, un incremento progressivo di150/200 casi l’anno”.

Qui si lega il discorso di Pier Eugenio Nebiolo, Direttore sanitario dell’Usl: “Vent’anni fa, quando leggevamo le statistiche degli Stati Uniti, che parlavano di 20/30% pazienti in dialisi da diabete sembrava una cifra enorme, ma ora non siamo lontani da quei numeri. Dobbiamo vedere l’America come potremmo essere noi tra 15 anni ma è anzitutto la società che deve agire e andare in una certa direzione, quella dei buoni e sani stili di vita, e non solamente la Sanità”.

Assist perfetto per il Commissario Usl Angelo Pescarmona, che rincara: “È sempre più necessario imparare che la prevenzione è importante, ed imparare ad essere più ‘predicatori’ che non solamente curanti. Lo sport e le corrette abitudini di vita sono il canale per salvare la nostra Sanità”.

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