Eseguito al “Parini” il primo intervento con la “crioablazione”

19 Marzo 2018

Nei giorni scorsi all’Ospedale “Parini” di Aosta è stato eseguito per la prima volta dall’équipe del reparto di Chirurgia toracica e senologica, diretto dal dottor Roberto Barmasse, un intervento alla mammella senza l’uso del bisturi.

Una giovane donna, affetta da fibroadenomatosi bilaterale della ghiandola mammaria, patologia tumorale benigna che richiede però, in taluni casi – come in quello della paziente –, multipli interventi chirurgici in anestesia generale per l’asportazione di queste neoformazioni, è stata sottoposta con successo a crioablazione dei suoi fibroadenomi.

A renderlo noto un comunicato dell’Usl: “Si tratta di una novità nel trattamento di questa patologia – scrivono nella nota – il tessuto patologico viene eliminato non chirurgicamente, ma mediante l’applicazione di un dispositivo simile ad una bacchetta (criosonda), collegato a una fonte di azoto liquido, che ne rende l’estremità estremamente fredda (-160°C). Sotto guida ecografica si inserisce, in anestesia locale, la criosonda all’interno del fibroadenoma, che viene poi congelato al suo interno, evitando di danneggiare i tessuti circostanti”.

“La crioablazione – spiega Barmasse – è sicuramente una tecnica innovativa la cui efficacia nella patologia benigna mammaria è stata ampiamente dimostrata da recenti studi, anche se la sua applicazione pratica viene al momento effettuata solo in pochissimi centri altamente specializzati”.

Diversi i vantaggi di questa tecnica, spiega l’azienda, dal momento che la procedura, che dura pochi minuti,  consente alla paziente di evitare danni estetici alla cute del seno e perdita di volume della ghiandola trattata rispetto alla controlaterale, rimanendo sempre sveglia e provando localmente solo un minimo senso di fastidio. Intervento che, peraltro, sempre secondo l’Usl, consente di risparmiare sui costi della degenza, dal momento che la paziente può essere dimessa subito dopo il trattamento.

“Al momento la crioablazione è volta soltanto alla terapia dei fibroadenomi mammari – aggiunge Roberto Barmasse – ma sono in corso studi multicentrici per l’applicazione di tale procedura anche per la patologia tumorale maligna. Ritengo che nell'ottica di una sempre minore invasività chirurgica, questa tecnica  potrà diventare in futuro una valida alternativa alla chirurgia tradizionale”.

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