Esperanza, la cagnetta maltrattata, trova casa amore e una nuova vita in Valle d’Aosta

12 Giugno 2018

La storia di Esperanza inizia in Calabria. L’hanno ritrovata nel mese di febbraio scorso sul ciglio della strada, nascosta dietro alcuni cespugli, impaurita.

Aveva entrambi le zampe anteriori spezzate, una delle due fratture era scomposta. L’organizzazione Anime Randagie di Bovalino, che l’ha recuperata, ha capito subito di essere davanti a un caso grave di maltrattamenti ripetuti e reiterati molto probabilmente dalla nascita: bruciature di sigarette, percosse, presenza di pallini, segni di torture, addirittura una vecchia fucilata ricevuta e mai curata.

Da lì la scelta di questo nome così ben augurale, Esperanza, una lunga operazione e le cure necessarie a ristabilire dal punto di vista fisico la cagnetta, una meticcia di circa un anno, di un bel colore beige, con un bel musetto e due occhi tristi, di quelli che non lasciano indifferenti.

“Quando ho incrociato il video del ritrovamento di Esperanza sui social, in modo totalmente impulsivo, forse anche avventato, mi sono reso subito disponibile all’adozione, senza sapere nulla di Esperanza, senza sapere se avrebbe recuperato l’uso delle zampe”. Lui è Diego Joyeusaz, ha 32 anni, è nato e cresciuto a Châtillon. Vive sulla collina del comune della media valle, in una grande casa immersa nel verde che condivide con i genitori e la famiglia della sorella e un border collie, vivace e allegro di nome Gaz, adottato nel 2013.

La sua candidatura “vince” su tutti, Diego diventa ufficialmente il papà di Esperanza. Nel frattempo Esperanza diventa “famosa”, la sua storia commuove il web, è seguitissima in rete e sui social , di lei parlano giornali e si mobilitano associazioni.

A inizio maggio, terminata la convalescenza, accompagnata dall’Associazione Anime randagie Esperanza parte dalla Calabria per raggiungere a mille kilometri di distanza la sua nuova famiglia, per trovare una persona capace di prendersi cura di lei e di farle ritrovare la fiducia nell’uomo.

“Il giorno successivo al suo arrivo a casa mi sono svegliato con il telefonino letteralmente invaso da messaggi, notifiche, richieste di amicizia, non capivo che cosa stesse succedendo” ci racconta Diego. “Ero stato nominato Assessore al turismo del Comune di Châtillon due giorni prima, per un millisecondo ho pensato che potesse essere quello il motivo”.

Ma ben presto Diego capisce che è la  scelta di adottare Esperanza alla base di tanta notorietà. “Non sapevo che avessero collegato il cane a me fin quando non ho visto un post dell’Associazione di Bovalino che mi taggava e mi indicava come affidatario”. Nessuno si spiega del tutto questo grande successo, questa attenzione importante per la storia di questa cagnetta. “Sicuramente il fatto che sia un bellissimo cane, che nonostante la grande violenza subita abbia mantenuto una grande dolcezza e non abbia mai sviluppato comportamenti aggressivi, giocano un ruolo significativo” ci racconta.

La vita di Diego da quel 12 maggio un po’ è cambiata. Lui continua ad essere quel giovane intraprendente e pieno di interessi, amante delle musica e appassionato di politica, che ha scelto di dedicare energie ed entusiasmo all’associazionismo del suo territorio e nella Fondazione comunitaria della Valle d’Aosta in cui lavora part time.

Ogni giorno è anche il papà di Esperanza (e di Gaz) alle prese con una gestione spesso complicata di una cagnetta che nella sua vita ha subito solo violenza e soprusi. “I primi giorni era molto diffidente cercava continuamente di ripararsi sotto il tavolo, aveva paura degli spazi aperti”.

Ma il lavoro paziente che Diego, aiutato dalla sua amica ed educatrice cinofila Stephania Giacobone, e grazie all’allegria contagiosa di Gaz Esperanza ora sta bene, fa progressi ogni giorno. “Non si può dire che sia guarita del tutto, ma ora Esperanza è un altro cane: usciamo tranquillamente fuori casa con il guinzaglio, ha conquistato il mio letto e con me ha iniziato a sviluppare un rapporto simbiotico, di estrema fiducia perché probabilmente mi vede come il suo salvatore” ci racconta ora Diego.

Certo la strada verso la completa guarigione è ancora lunga: Esperanza si stanca ancora facilmente, manifesta sempre un po’ di diffidenza nei confronti delle persone che non conosce, deve imparare a sciogliersi e fidarsi. Ma è innegabile che quel nome scelto per lei dai volontari che l’hanno recuperata, ferita e dolorante, ha portato bene. E  l’amore di Diego e della sua famiglia stanno facendo sì che la normalità per lei sia diventata più di una “speranza”.

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