“Esplorare i ghiacciai per scoprire gli effetti del cambiamento climatico”
Una tanica da cinque litri squarciata, un frammento di fune o la copertura di una bibita calda trovati all’interno della calotta polare, dentro il ghiaccio dell’Artico, danno la cifra dell’emergenza che il pianeta sta vivendo sul fronte dell’inquinamento.
Se ne è discusso ieri durante il primo evento pubblico organizzato dalla neonata associazione 4Ecoo fondata da Simone Lattanzi, Davide Brignone e Giuseppe Mammoliti. I tre ragazzi hanno l’ambizioso obiettivo di essere i “portavoce della sensibilità ambientale” sensibilizzando individui, imprenditori e politici sugli effetti del cambiamento climatico in atto.
L’associazione si muoverà su tre fronti. “La base – ha spiegato il suo presidente Simone Lattanzi – è la comunicazione e la volontà di dare voce alla natura attraverso eventi di informazione, di promozione e di sostegno mirati. Un ruolo fondamentale avrà la sensibilizzazione. Noi crediamo molto al potere che ogni individuo ha nella vita quotidiana di provare a fermare le problematiche ambientali influenzando le decisioni delle aziende e della politica. Il terzo pilastro è quello delle collaborazioni con aziende che dovranno cercare di essere sostenibili in futuro, noi le aiuteremo a fare questo cambiamento”.
“Da subito – ha detto il presidente del Consiglio regionale, Emily Rini – abbiamo sostenuto questa idea. Il 2019 è stato l’anno della sensibilizzazione su temi ambientali, un fatto positivo che parte dai giovani e dai ragazzi per i quali a volte quello che viene portato avanti dalla politica è visto come negativo. Questo ci dispiace perché occuparsi di politica significa occuparsi di scelte che toccano tutti. Questa associazione ha il merito di passare dalla sensibilizzazione all’azione. Per agire ci va consapevolezza e conoscenza e noi tutti dobbiamo portare avanti queste iniziative e questo percorso che oggi vede l’inizio, noi saremo al vostro fianco”.
Da sempre sensibile alla tutela dell’ambiente e della natura, l’Olimpionica di sci alpino, Federica Brignone è ambasciatrice di 4Ecoo.
Per il primo appuntamento pubblico l’associazione ha riunito all’Hotel Royal e Golf di Courmayeur tre esperti di ambiente e cambiamenti climatici.
Dell’inquinamento da plastica, una delle emergenze ambientali più gravi della nostra epoca, ha parlato Franco Borgogno, giornalista, fotografo, guida naturalistica e divulgatore.
“Questo tipo di inquinamento – ha detto il giornalista – ha raggiunto i luoghi più remoti anche a 250 chilometri dalle Isole Svalbard dove in due giorni sono stati trovati 150 pezzi dentro la calotta polare”. Ad essere demonizzato non è il materiale in sé ma il suo utilizzo: “La plastica è un materiale prezioso, fondamentale in alcuni settori come la medicina, ad esempio, per i materiali sterili ma è l’uso che noi ne facciamo che non è così sensato. Il primo passo è sapersi regolare con i propri comportamenti. In Asia capita di imbattersi in fiumi completamente coperti di plastica. E in Asia noi mandiamo molti rifiuti di plastica perché non sappiamo dove smaltirli. L’innovazione ci propone delle possibilità alternative, non si tratta di cancellare un prodotto ma di sostituirlo con nuovi materiali quando possibile“.
Per Susanna Canuto dell’European Research Institute “il cambiamento climatico è una delle più grandi sfide che l’umanità sta affrontando. Il surriscaldamento avviene per un aumento dei gas serra tra cui la CO2. Nel corso della storia della Terra, i livelli di CO2 hanno sempre avuto delle fluttuazioni ma a preoccupare è che queste fluttuazioni sono state molto rapide a partire dalla seconda rivoluzione industriale”.
Nonostante tutto, secondo gli scienziati, la natura è capace a difendersi da sola. Canuto: “Esistono degli ambienti che tamponano il problema. Gli ultimi studi hanno messo in evidenza che sono gli ambienti marini quelli che catturano di più la CO2”. Molto si potrà ancora scoprire: “Il mare è ancora inesplorato, i fondali marini si conoscono solo per il 5 per cento”.
Una delle conseguenze più visibili del cambiamento climatico è l’arretramento dei ghiacciai. “Stanno perdendo massa, volume e superficie – ha spiegato Matteo Tolosano del Politecnico di Losanna impegnato nel progetto di ricerca per lo studio dei principali ghiacciai del mondo e della vita che a questi si collega -“. È visibile per il ghiacciaio dell’Aletsch, il più esteso delle Alpi che si trova in Svizzera. Gli studiosi stanno cercando di “modellizzare” il futuro di questo ghiacciaio e degli scenari che potrebbero verificarsi. Lo scenario più pessimista conduce alla quasi completa scomparsa del ghiacciaio. Ma a ridursi non è solo il ghiaccio. “Anche tutti gli ambienti limitrofi al ghiacciaio – ha aggiunto Tolosano – vengono modificati. È un intero ecosistema che muta a causa della riduzione dell’acqua che è fonte di vita. L’idea dei recenti studi è di fotografare il globo terreste al momento attuale e vedere chi vive ora e chi vivrà in futuro”. I ricercatori stanno analizzando gli effetti dello scioglimento dei ghiacciai sulla biodiversità. “I ghiacciai danno vita alle persone come il massiccio dell’Himalaya che dà acqua a miliardi di persone, sono fondamentali per l’uomo e per l’insieme degli ecosistemi”.