Futuro Aosta-Pré-St-Didier: “facciamo una scelta che non sia solo economica”

13 Marzo 2012

“La questione della linea ferroviaria Aosta-Pré-Saint-Didier non può ridursi ad un mero ragionamento economico”. E’ questo il messaggio che è stato lanciato ieri sera a Morgex dai partecipanti all’incontro indetto dai Pendolari Stanchi della Valle d’Aosta.

Una quarantina di persone hanno preso parte al dibattito sul futuro della tratta ferroviaria che si è aperto con la presentazione dello studio di fattibilità commissionato dalla Regione all’ingegner Tullio Russo.

Le ipotesi in campo per l’Aosta-Pré-Saint-Didier sono tre: l’elettrificazione, la trasformazione in una metropolitana leggera e lo smantellamento con la trasformazione della linea in pista ciclabile e sede viaria per autobus elettrici.

Secondo i pendolari stanchi la metropolitana leggera ha dei costi di esercizio molto elevati. L’opzione pista ciclabile/autobus elettrici costa quanto l’elettrificazione della tratta ma è una scelta poco lungimirante, se è vero, come molti studiosi sostengono, che stiamo andando verso una nuova crisi energetica.

L’ipotesi preferibile è quindi quella dell’elettrificazione che deve però andare di pari passo con l’elettrificazione dell’Aosta-Ivrea. Secondo i calcoli presentati ieri sera l’elettrificazione della tratta, con la razionalizzazione dei passaggi a livello e il restyling delle stazioni avrebbe un costo di circa 130 milioni di euro. “Non molto distante quindi – spiega il portavoce dei pendolari Stanchi Fabio Protasoni – dai 120 milioni ipotizzati per la dismissione della tratta”.

Tra i problemi emersi nel dibattito anche la questione del collegamento con Courmayeur. “Aosta – continua Protasoni – è dipendente dai poli turistici della Valle d’Aosta. Se non si investe sulla ferrovia il capoluogo regionale non sarà più neanche un’attrazione di passaggio, come già avviene per l’autostrada. Inoltre la ferrovia ha un valore storico e turistico. Basti pensare che laddove si è scelto di dismettere una linea ferroviaria questa è poi tornata in vita come attrazione turistica”.

Per tutti i presenti, alla fine, comunque la soluzione peggiore è: "non fare niente e assistere al degrado crescente che colpisce la tratta".
 

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