Giovani e altamente qualificati: ecco l’identikit degli “émigrés” valdostani 2.0
Un fenomeno da sempre complesso, in continua evoluzione e crescita, ma che ora si fa ancora più “fluido” e “liquido”. Con un identikit: i nuovi valdostani emigrati all’estero sono giovani o giovani adulti altamente qualificati, in possesso di Lauree, dottorati e uno o più master.
A spiegarlo, questa mattina, la ricercatrice Michela Ceccarelli, durante la presentazione della 45ª edizione della Rencontre valdôtaine, che ogni anno vede tornare in regione i valdostani emigrati all’estero ed i loro discendenti.
Un fenomeno, soprattutto quello degli “storici” emigrati, che prende oggi contorni diversi, come evidenzia Ceccarelli nella sua ricerca sugli Émigrés 2.0.
“La Valle d’Aosta – spiega la ricercatrice -, dopo lo scorso secolo vede nuovamente, da un paio di decenni una forte emigrazione, fenomeno oggi molto più complesso, in continua evoluzione e dai
numeri chiari definiti, da alcuni esperti, anche preoccupanti”.
Il perché è presto detto. Dei 6900 valdostani all’estero, prosegue Ceccarelli, “il 22% ha un’età tra i 18 e i 34 anni, e la stessa percentuale è invece tra i 35 ed i 50. Diversamente rispetto al passato è una migrazione molto più fluida, e risponde in parte ad una atomizzazione delle scelte migratorie che sono più personali, individuali e familiari e non legate ad una rete di altri valdostani presente nel paese straniero”.
Corregionali sparsi ovunque – in Australia, Giappone, Cina, Africa, Russia, America Latina, ma col podio più vicino rappresentato da Francia, Svizzera e UK – che però difficilmente tornano tra le “montagne patrie”.
“La Valle, come l’Italia, perde per tre volte – aggiunge Ceccarelli -. Lo fa dal punto di vista del capitale umano, quello economico e a livello sociale-demografico se pensiamo che si tratta di una fetta giovane che partire per non tornare più. La sfida cui fare fronte è questa: creare una brain circulation, una emigrazione sana, circolare e virtuosa nella quale le uscite siano in parte compensate dagli ingressi, per lo sviluppo della nostra Regione. Esiste questa ‘piccola grande Valle d’Aosta’ all’estero, composta da giovani lavoratori altamente qualificati, e che difficilmente fanno ritorno”.
La parola ad una émigrée
Un’esperienza diretta che può raccontare Sonia Agnesod, valdostana originaria di Lillianes che dopo un lungo peregrinare di nazione in nazione – tra studio e lavoro – si è fermata in Colombia.
“Non c’è forse un ritorno fisico – ha spiegato, ospite in conferenza stampa -, ma con la tecnologia non serve tornare per essere presenti. È bello sentirsi parte di una rete, ci si sente capiti. Non è che non si voglia fare ma un ritorno implica un cambio di vita. Non è però necessariamente una scelta definitiva, ma fa piacere poter dare il proprio contributo anche dall’estero”.
La 45ª Rencontre valdôtaine
La 45ª Rencontre valdôtaine di quest’anno sarà ospitata, il prossimo 22 agosto, dal Comune di Arnad. Una festa che, inevitabilmente, deve fare i conti con la situazione Covid o, per meglio dire, con la questione green pass.
Le regole le spiega il sindaco Pierre Bonel: “Ringrazio la Regione, è un onore essere stati scelti per la Rencontre di quest’anno. Abbiamo predisposto le normative con tutti i volontari e le associazioni seguendo i protocolli Covid. In questo senso è in vigore il green pass. Gli ospiti e chi parteciperà al pranzo dovrà essere munito di certificato”.
“Al castello Valleise – aggiunge Alessandro Celi, coordinatore del progetto “Mémoire de l’Émigration – sarà spostata mostra ‘Les Valdôtains dans le monde’, attualmente in Biblioteca regionale, con un nuovo pannello che parla della migrazione dal Comune di Arnad, con foto e testimonianze”.
“Abbiamo da una parte la Rencontre, con le antiche associazioni ancora vive, e dall’altra i giovani – prosegue Celi -. Bisogna farli incontrare e far cominciare un dialogo che ci permetta di arricchirci e migliorarci assieme, nel rapporto tra passato e presente”.
Chiude il cerchio il Presidente della Regione Erik Lavévaz: “Questa edizione è importante, dopo lo stop dell’anno scorso dovuto alla pandemia. Oggi si propone un legame importante tra gli emigrati più anziani e quelli più giovani, e ascolteremo le testimonianze di chi ha deciso di partire per arricchire il proprio percorso di vita ma che spero possano considerare la Valle d’Aosta come la loro patria per tutta la vita”.