Gratteri ad Aosta: “Le mafie trovano terreno fertile dove ci sono soldi e potere”

07 Dicembre 2024

“Non dobbiamo rassegnarci, dobbiamo pensare al bicchiere mezzo pieno, ma allo stesso tempo non dobbiamo girarci dall’altra parte. Dobbiamo democraticamente protestare se qualcosa non va bene, non dobbiamo assuefarci al brutto, alla violenza, alla sopraffazione. Non dobbiamo accettare che gente violenta, rozza, possa prevaricare sulla nostra libertà e felicità”. Con questa esortazione Nicola Gratteri ha chiuso l’incontro che questa mattina ha riempito il Teatro Splendor di Aosta, nell’ambito della sezione Littérature della Saison Culturelle. Rispondendo alle domande del giornalista Christian Diemoz, il procuratore capo di Napoli ha affrontato molti dei temi del suo ultimo libro, Una cosa sola (edito da Mondadori), scritto insieme al professore Antonio Nicaso, presente anch’egli ad Aosta. Nell’ora circa di dialogo non sono mancati riferimenti alla presenza delle mafie nel Nord Italia, compresa la Valle d’Aosta.

“Quando penso alla Valle d’Aosta penso a una terra meravigliosa, dove hanno trovato spazio anche tanti meridionali onesti, perché questo va messo in chiaro.  – ha spiegato il professore Nicaso – Però va anche detto che, ancora prima delle stragi di Palermo, qui ci fu una bomba che per poco non uccise un magistrato coraggioso che aveva messo il naso negli affari del Casinò, dove confluivano i soldi dei sequestri di persona. Siamo soltanto negli anni Ottanta. Non credettero al pretore Selis: era visto come uno ossessionato, uno che vedeva il fenomeno mafioso dappertutto. Invece è stato lungimirante, aveva capito tutto. Ma all’epoca venne ignorato. Già negli anni Sessanta il problema era emerso nel dibattito dell’Assemblea regionale, ma alcune forze politiche fecero di tutto per nasconderlo, per sottovalutarlo, come se il loro compito fosse quello di promuovere una sorta di marketing territoriale: noi dobbiamo proteggere la Valle d’Aosta dalla possibilità che possa essere considerata terra di infiltrazioni mafiose.” Nicaso ha poi aggiunto: “Le mafie non sono venute per infettare un territorio sano, sono venute perché hanno trovato terreno fertile. Mentre i mafiosi sono stati presbiti, la politica è stata miope.

A margine dell’incontro, rispondendo alle domande dei giornalisti, Gratteri sul tema aveva aggiunto “Non sono esperto di Valle d’Aosta, ma per quella che è la mia esperienza, posso dire che le mafie sono dove possono gestire denaro e potere. La Valle d’Aosta, rispetto ad altre aree, è considerata una zona ricca, dove ci si può muovere e lavorare dal punto di vista criminale. Dove ci sono tossicodipendenti ci sono venditori di cocaina. Ai venditori di cocaina la droga viene fornita dalla ‘ndrangheta, che con quei soldi cerca di comprare tutto quello che può, anche in Valle d’Aosta: alberghi, ristoranti e pizzerie. Questa è la base del riciclaggio. E sono in grado di fare riciclaggio sofisticato, lavorando con moneta elettronica, Bitcoin, e assoldando hacker per entrare nel dark web, dove possono comprare anche 2.000 kg di cocaina senza muoversi dal divano.”

Altro tema affrontato, nel dibattito e con i giornalisti a margine dell’incontro, è stato quello delle riforme messe in campo dagli ultimi governi in tema di giustizia. Io sono stato il primo a urlare quando c’è stata la riforma Cartabia. Purtroppo, il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti e il sindacato non li ho visti molto arrabbiati e non li ho visti protestare. Addirittura, non sono andati in Commissione giustizia. Questo mi preoccupa e mi dispiace. C’è poca passione nell’editoria, e oggi è molto difficile fare il giornalista, soprattutto il giornalista di cronaca. È impossibile. Oggi queste norme servono per non informare l’opinione pubblica, per impedire che la gente sappia cosa accade sul proprio territorio in termini di reati.”

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