I presidenti di 24 Consigli comunali, tra cui Aosta, chiedono “un giusto processo” per Ilaria Salis

01 Febbraio 2024

I presidenti di 24 Consigli comunali di Roma – tra i quali grandi città come Milano e Roma, ma anche Luca Tonino, che presiede l’Assemblea di Aosta – “esprimono profonda preoccupazione” per la situazione di Ilaria Salis, 39 anni, ex maestra elementare, rinchiusa in un carcere di massima sicurezza a Budapest con “l’accusa di aver aggredito due persone durante una manifestazione celebrativa che si svolge ogni anno per ricordare i soldati nazisti ungheresi deceduti durante l’assedio della capitale ungherese. Salis si è sempre dichiarata innocente e rischia una pena fino a 16 anni di detenzione”.

I presidenti, in una nota, chiedono un intervento immediato alle autorità italiane “inclusi il Governo nazionale, il Ministero degli Esteri e l’Ambasciata Italiana in Ungheria” affinché – si legge – “si adoperino prontamente e senza indugi per garantire che Ilaria Salis riceva un processo equo e una pena proporzionata alla gravità del reato contestato”.

In particolare, “si richiede che sia valutata l’opportunità di applicare la misura degli arresti domiciliari in Italia, come previsto dalla normativa vigente – spiegano i presidenti dei Consigli comunali –. Questo sarebbe un passo fondamentale verso il rispetto dei diritti umani e della giustizia e che evidentemente vengono disapplicati nei confronti di Salis, la quale, durante l’ultima udienza è stata trasferita in udienza legata mani e piedi. Un teatrino mediatico, intimidatore, brutale, lontano anni luce dalla cultura europea e del rispetto delle garanzie processuali dello stato di diritto”.

“Arrivati a questo punto – chiude la nota –, l’intervento delle autorità italiane è cruciale per assicurare che venga garantito un giusto processo. Non possiamo più aspettare un giorno, non possiamo più consentire che Ilaria rimanga ancora in luoghi di detenzione dove vengono calpestati i suoi diritti e le sue prerogative. Il processo è già una pena, ma questo accanimento rischia di farlo diventare una vera e propria tortura”.

I presidenti di Consiglio comunale sottoscrittori del documento sono quelli di Roma, Catanzaro, Milano, Grosseto, Aosta, Bologna, Firenze, Trento, Trani, Genova, Campobasso, Ragusa, Imperia, Alessandria, La Spezia, Palermo, Lucca, Cosenza, Venezia, Chieti, Parma, Torino, Crotone e Napoli.

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