Il sindaco Nuti: “Se le condizioni politiche ci sono posso essere continuità”

23 Ottobre 2024

“Se le condizioni politiche ci sono, e sono condizioni di coesione, io posso rappresentare una continuità. Altrimenti, il mondo è pieno di bellissime cose da fare, anche a servizio delle persone, con modalità differenti rispetto a quelle dell’amministrazione”. Dal palco del teatro Giacosa, dove ieri sera si è tenuto l’evento “La Stampa con voi”, il sindaco Gianni Nuti manda il suo messaggio a politica ed alleati, in vista della tornata elettorale municipale 2025.

Lo fa rispondendo alla domanda del responsabile della redazione aostana del quotidiano, Stefano Sergi, che lo ha intervistato in apertura dell’appuntamento. Una “carrellata” sui temi più “caldi” per il capoluogo, alla quale non solo il primo cittadino non si è sottratto, ma ha rilanciato con la sua visione. Con una premessa: “non sempre la realtà è rappresentata da quello che si legge sui social. Quando parlo con le persone spesso non trovo riscontri a certe prese di posizione”.

D’altronde, sarebbe bello “cliccare e trovarsi il ‘grattacielo’ abbattuto”, oppure “cliccare e trovarsi i quartieri Cogne e Dora riqualificati”, ma non funziona così. Il cambiamento per la città passa attraverso gli interventi, da ispirare a “qualità e bellezza”. Di polemica in polemica, il sindaco Nuti ha poi detto la sua anche su parcheggi e mobilità, ribadendo la necessità di un cambio di mentalità, perché “utilizzare le zone di sosta fuori dal centro storico non è impossibile”.

Rispondendo ad altre critiche, il Sindaco ha poi affermato di non poter “davvero pensare che una ciclabile possa mettere in difficoltà i negozi di prossimità”, anche perché “il piccolo commercio sta attraversando una fase molto delicata, che comporta chiusure ed è anche collegata al maggiore utilizzo del commercio elettronico. Quanto al futuro, quale declinazione possibile per le anime industriale, turistica e di servizi della città? “Un’occasione è l’università, che deve avere l’ambizione di attirare intelligenze e talenti”.

Daniela David, intervistata durante l’evento.

L’evento è stato scandito da testimonianze, anche toccanti (come quella di Daniela David, sorella del campione morto nel 1985, che “avrebbe potuto essere qui adesso a raccontarci delle cose belle”), e sguardi prospettici (il condirettore del banco Bpm Domenico De Angelis, per il quale “I servizi sul territorio restano fondamentali”), senza rinunciare a momenti di intrattenimento (Piero Chiambretti, “enfant de la ville”, ha commentato il suo amore per il Torino con “ormai fa tutto lui, segna, fa le autoreti: questa squadra avrebbe bisogno di una panchina più lunga, o almeno di un falegname per allungarla”) e ad altri sguardi sul territorio (con la guida Anna Torretta, cui “fa effetto pensare che” nell’epoca dei cambiamenti climatici “le mie bambine non vedranno le montagne come le ho viste io”).

“Fil rouge” degli interventi, il giornalismo e la sua natura di lente attraverso cui leggere la realtà (e di entità atta a fare da controbilanciamento tra poteri). Così, Domenico Quirico, firma storica del quotidiano torinese, ha affermato senza indugi che “la guerra più pericolosa in questo momento” è “quella tra la Russia e l’Ucraina, anzi tra i Russi e la Nato. Perché è inutile fare ipocrisie, la guerra non riguarda solo gli ucraini”, giacché l’aggressione russa “ha fatto saltare l’ordine mondiale e determinato il caos totale, che si estende come una metastasi”.

Per quanto riguarda, invece, “la Palestina credo che il problema della convivenza tra israeliani e palestinesi sia un problema insolubile e che nessuno al mondo, né politicamente né militarmente possa risolverlo. Tra 75 anni saremo qui a fare gli stessi bilanci”. Oggi come negli anni ’80, comunque, “solo una cosa non è cambiata: la guerra. Il suo carattere monocolore, la sua violenza resa pura, legale, legittima, necessaria, obbligatoria. Sono cambiati gli scenari, i palcoscenici, le ragioni per cui si uccide, i luoghi e gli sfondi. Ma la guerra è rimasta sostanzialmente la stessa: orribile”. L’iniziativa si è chiusa con lo sguardo sul giornale del giorno dopo, guidato dal direttore Andrea Malaguti.

Piero Chiambretti sul palco del Giacosa.
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